Sayfadaki görseller
PDF
ePub
[blocks in formation]

PREFAZIONE

Uscivano fuori i famosi decreti del 17 Febbraio ultimo, ed in leggendoli un brivido di gelo sentimmo fin nelle ossa, segnatamente quando si faceva innanzi il settimo articolo del primo di essi. Possibile! dicemmo: si vuol distrutto anche il diritto divino!!! Ed in quel tempo, in verità, ci si accrebbe il dolore nell'animo, perocchè ci trovammo ancora un tristo caso per le mani; cioè la difesa di nullità di un matrimonio ex capite impotentiae. Se dopo la prima sentenza della Curia Arcivescovile forza è che si rechi l'appello al Romano Seggio, essendo statuito per giure comune la necessità d'una doppia sentenza uniforme in siffatte cause, che cosa, dicemmo, faremo noi a vista d' una legge che non si perita di proibirci solennemente anche l'appello a Roma? Una ricca giovane, priva di genitori (ch'è appunto la nostra cliente) si starà ella tranquilla in cotesta sventura, costantemente rassegnata serbando il santo costume, fino a quando non si sciolga il problema che pende? Ed in si fatti casi, soggiungemmo, non sarà forse sempre funesta cagione di crescente immora▾ fità, e colpo mortale alla pace domestica, ed alla

pubblica tranquillità cotesto malaugurato articolo settimo? Se non che, oltre all' orrore messo nell'animo nostro dai decreti in parola, e più dal segnato arcolo, ci sentimmo maravigliati ancora in osservando come in tutti coloro, che si sono scagliati a giusta ragione contro quei famosi decreti, sia passato come inosservato questo articolo, che ferisce a mezzo il cuore della cattolica dottrina. Quindi crediamo far cosa grata qui a tutti i cattolici con lo sporre la dottrina del giure divino, onde sorge il diritto delle appellazioni alla Romana Sede: posto il quale fondamento si vede chiaro di che peso sia ella la lesione che si reca a questo diritto di Dio, al cui libero esercizio cotesto articolo, con sommo dolore e grave danno dei cattolici, va diretto a porre ogni possibile impedimento. E siffatta materia svolgeremo un pò largamente fin di asseguire un duplice scopo; quello cioè di far conoscere (oggi a tutti) la nullità intrinseca del predetto articolo, e quello di far servire questo lavoro come una dissertazione canonica sul diritto delle appellazioni alla Romana Sede: e nella conchiusione poscia, porgendocene il destro quest' articolo, ch'è scismatico di fatto, diremo una parola sulla ripetuta e nauseante minaccia di scisma innanzi al solenne Non possumus dell' immortal Pio IX: da ultimo il presente lavoro verrà fornito con un Appendice sul celebrato Regio Exequatur, che oggi è sufficientemente in voga. La quale appendice in verità ci sembra che non vada qui fuori proposito, giacchè anche in quell' articolo istesso, per quanto si attiene al potere giudiziario della Chiesa, l'Exequatur rinviensi sanzionato magnificamente. Noi dimostreremo come l'istituzion del Placet non sia che

un' empietà, usando in proposito il Papale linguaggio, ma intesa, spieghiamoci, come voluto principio inerente (per sè) ad ogni Corona, e non già quando si ritenga in buona fede che sia dessa una concessione della Romana Sede. Qui, per queste contrade del Napoletano, un Selvagio ed un Pecorelli nelle loro istituzioni di giure canonico ce lo vengono sostenendo come una concessione già fatta nel Concordato del 1741, ma noi ci scostiamo di mille leghe da siffatta interpretazione, e però con essi, e con tutti coloro che li seguono, non è che una quistion di logica. Poscia quest' istesso Exequatur facciam di considerare in applicazione alle carte giudiziarie, giusta il senso dell' articolo istesso, a fin di vedere com'esso ci distrugga il potere esecutivo, ch'è un diritto, come ogni altro, nella Chiesa di Dio. Questa tesi qui si rende interessantissima, conciossiachè nelle nostre contrade da qualche secolo è che si niega questo diritto dell' esecutivo potere, duce e maestro il famoso Giannone.

Questo è il lavoro: ci auguriamo che torni a ben della Chiesa, il quale unico scopo desideriamo ardentissimamente. E se, caro lettor mio, tu osservi nella forma alcun che di non troppo indulgente, non ti adombrare, perocchè chi scrive è il figlio che vede conculcata e vilipesa la Madre sua; è il Sacerdote che vede la ferita fin nel seno della Santa Chiesa. E pressochè un impossibile sentir vivamente la verità, e non annunciarla con una cotal forza, la quale, comechè non sia da sè un dei modi per persuadere, scuote però, e fa che la verità si ami.

« ÖncekiDevam »