Opere di Giacomo Leopardi, 1. ciltSuccessori Le Monnier, 1884 |
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Sayfa 13
... diletto nei latini , imprese a volgarizzare i greci da senno . Egli mostrò nel Manuale di Epitteto , nei Discorsi morali d'Isocrate , nella Favola di Prodico e in un Frammento dell ' Impresa , di Senofonte , che così come a nessun greco ...
... diletto nei latini , imprese a volgarizzare i greci da senno . Egli mostrò nel Manuale di Epitteto , nei Discorsi morali d'Isocrate , nella Favola di Prodico e in un Frammento dell ' Impresa , di Senofonte , che così come a nessun greco ...
Sayfa 16
... diletto alla correzione delle sue poesie , che si stampavano quivi stesso , e delle sue prose , che si stampavano in Milano : e ( salva una breve corsa a Ravenna , ove si compiacque di contemplare gli ul- timi aneliti dell'antichità ) ...
... diletto alla correzione delle sue poesie , che si stampavano quivi stesso , e delle sue prose , che si stampavano in Milano : e ( salva una breve corsa a Ravenna , ove si compiacque di contemplare gli ul- timi aneliti dell'antichità ) ...
Sayfa 73
... diletto ? Dimmi , tenero core , or che spavento , Che angoscia era la tua fra quel pensiero Presso al qual t'era noia ogni contento ? Quel pensier che nel di , che lusinghiero Ti si offeriva nella notte , quando Tutto queto parea nell ...
... diletto ? Dimmi , tenero core , or che spavento , Che angoscia era la tua fra quel pensiero Presso al qual t'era noia ogni contento ? Quel pensier che nel di , che lusinghiero Ti si offeriva nella notte , quando Tutto queto parea nell ...
Sayfa 76
... quel foco ancor , vive l'affetto , Spira nel pensier mio la bella imago , Da cui , se non celeste , altro diletto Giammai non ebbi , e sol di lei m ' appago . XI . IL PASSERO SOLITARIO . D'in su la vetta 76 IL PRIMO AMORE .
... quel foco ancor , vive l'affetto , Spira nel pensier mio la bella imago , Da cui , se non celeste , altro diletto Giammai non ebbi , e sol di lei m ' appago . XI . IL PASSERO SOLITARIO . D'in su la vetta 76 IL PRIMO AMORE .
Sayfa 78
... diletto e gioco Indugio in altro tempo : e intanto il guardo Steso nell ' aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti , Dopo il giorno sereno , Cadendo si dilegua , e par che dica Che la beata gioventù vien meno . Tu , solingo ...
... diletto e gioco Indugio in altro tempo : e intanto il guardo Steso nell ' aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti , Dopo il giorno sereno , Cadendo si dilegua , e par che dica Che la beata gioventù vien meno . Tu , solingo ...
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abbia affanni alcun allora altra altre amore anco animo antichi Antonio Ranieri anzi aprica assai beata bella Bruto minore buona canto chè Cicerone cielo colla costumi cotesto credo diceva diletto Dimmi dire dolce dolore effetto Ellesponto Ercole età eterno eziandio Farfarello fato felicità figliuoli filosofia Folletto fugge genere umano gente Giacomo Leopardi giorno Giove gloria Gnomo gran greco immagini immortali infelice ingegni insino Islandese l'uomo lasciando lode luna lungo luogo maggior Malambruno maraviglia medesi medesimo mente Metafisico mille mira misero mondo mortali morte natura niuno notte occhi Odissea oggi opera Operette morali ozio passato pensi pensieri persona petto piaceri piagge Plotino poco poeta possa potere pregio prole Prometeo proprio ragione Ruysch scrittori secoli Senofonte sentimento sieno Simonide Socrate sogno speme speranza stima studi Tasso terra Torquato Tasso trova uomini uomo vano vecchiezza vede veggo verità vero virtù vivere volge volte
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Sayfa 86 - Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 118 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri, Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa 170 - ... mare, e tutto di scintille in giro per lo vóto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, ch'a lor sembrano un punto, e sono immense...
Sayfa 168 - Parlando, apertamente, e di sue cose Fa stima al vero uguale. Magnanimo animale Non credo io già, ma stolto, Quel che nato a perir, nutrito in pene, Dice, a goder son fatto, E di fetido orgoglio Empie le carte, eccelsi fati e nove Felicità, quali il ciel tutto ignora, Non pur quest'orbe, promettendo in terra A...
Sayfa 129 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passeggier che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 138 - L'altra ogni gran dolore, Ogni gran male annulla. Bellissima fanciulla, Dolce a veder, non quale La si dipinge la codarda gente, Gode il fanciullo Amore Accompagnar sovente; E sorvolano insiem la via mortale, Primi conforti d'ogni saggio core.
Sayfa 115 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 113 - E de' suoi proprii moti 51 maraviglia il sen. Da te, mio cor, quest'ultimo Spirto, e l'ardor natio, Ogni conforto mio Solo da te mi vien. Mancano, il sento, all'anima Alta, gentile e pura, La sorte, la natura, II mondo e la beltà. Ma se tu vivi, o misero, Se non concedi al fato, Non chiamerò spieiato Chi lo spirar mi da.
Sayfa 116 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi II fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore.
Sayfa 119 - Viene il vento recando il suon dell'ora Dalla torre del borgo. Era conforto Questo suon, mi rimembra, alle mie notti, Quando fanciullo, nella buia stanza, Per assidui terrori io vigilava, Sospirando il mattin.