Opere di Giacomo Leopardi, 1. ciltSuccessori Le Monnier, 1884 |
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Sayfa 37
... la Grecia i moribondi lumi Chiuda prostrato in guerra , Così la vereconda Fama del vostro vate appo i futuri Possa , volendo i numi , Tanto durar quanto la vostra duri . II . SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE CHE SI PREPARAVA ALL'ITALIA . 37.
... la Grecia i moribondi lumi Chiuda prostrato in guerra , Così la vereconda Fama del vostro vate appo i futuri Possa , volendo i numi , Tanto durar quanto la vostra duri . II . SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE CHE SI PREPARAVA ALL'ITALIA . 37.
Sayfa 66
... Possa de ' morbi e di sciagura offerse , Grido antico ragiona , altre più dire Colpe de ' figli , e irrequïeto ingegno , E demenza maggior l ' offeso Olimpo N'armaro incontra , e la negletta mano Dell ' altrice natura ; onde la viva ...
... Possa de ' morbi e di sciagura offerse , Grido antico ragiona , altre più dire Colpe de ' figli , e irrequïeto ingegno , E demenza maggior l ' offeso Olimpo N'armaro incontra , e la negletta mano Dell ' altrice natura ; onde la viva ...
Sayfa 92
... possa il labbro mio . Premio daratti Chi può , se premio ai pii dal ciel si rende . Impallidía la bella , e il petto anelo Udendo le si fea : chè sempre stringe All ' uomo il cor dogliosamente , ancora Ch ' estranio sia , chi si diparte ...
... possa il labbro mio . Premio daratti Chi può , se premio ai pii dal ciel si rende . Impallidía la bella , e il petto anelo Udendo le si fea : chè sempre stringe All ' uomo il cor dogliosamente , ancora Ch ' estranio sia , chi si diparte ...
Sayfa 133
... possa , E fulmina nel cor l'invitta cura , Quante volte implorata Con desiderio intenso , Morte , sei tu dall ' affannoso amante ! Quante la sera , e quante Abbandonando all'alba il corpo stanco , Sè beato chiamò s'indi giammai Non ...
... possa , E fulmina nel cor l'invitta cura , Quante volte implorata Con desiderio intenso , Morte , sei tu dall ' affannoso amante ! Quante la sera , e quante Abbandonando all'alba il corpo stanco , Sè beato chiamò s'indi giammai Non ...
Sayfa 148
... possa Infin qui de ' lambicchi e delle storte , E le macchine al cielo emulatrici Crebbero , e tanto cresceranno al tempo Che seguirà ; poichè di meglio in meglio Senza fin vola e volerà mai sempre Di Sem , di Cam e di Giapeto il seme ...
... possa Infin qui de ' lambicchi e delle storte , E le macchine al cielo emulatrici Crebbero , e tanto cresceranno al tempo Che seguirà ; poichè di meglio in meglio Senza fin vola e volerà mai sempre Di Sem , di Cam e di Giapeto il seme ...
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Sayfa 86 - Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 118 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri, Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa 170 - ... mare, e tutto di scintille in giro per lo vóto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, ch'a lor sembrano un punto, e sono immense...
Sayfa 168 - Parlando, apertamente, e di sue cose Fa stima al vero uguale. Magnanimo animale Non credo io già, ma stolto, Quel che nato a perir, nutrito in pene, Dice, a goder son fatto, E di fetido orgoglio Empie le carte, eccelsi fati e nove Felicità, quali il ciel tutto ignora, Non pur quest'orbe, promettendo in terra A...
Sayfa 129 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passeggier che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 138 - L'altra ogni gran dolore, Ogni gran male annulla. Bellissima fanciulla, Dolce a veder, non quale La si dipinge la codarda gente, Gode il fanciullo Amore Accompagnar sovente; E sorvolano insiem la via mortale, Primi conforti d'ogni saggio core.
Sayfa 115 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 113 - E de' suoi proprii moti 51 maraviglia il sen. Da te, mio cor, quest'ultimo Spirto, e l'ardor natio, Ogni conforto mio Solo da te mi vien. Mancano, il sento, all'anima Alta, gentile e pura, La sorte, la natura, II mondo e la beltà. Ma se tu vivi, o misero, Se non concedi al fato, Non chiamerò spieiato Chi lo spirar mi da.
Sayfa 116 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi II fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore.
Sayfa 119 - Viene il vento recando il suon dell'ora Dalla torre del borgo. Era conforto Questo suon, mi rimembra, alle mie notti, Quando fanciullo, nella buia stanza, Per assidui terrori io vigilava, Sospirando il mattin.