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SONETTO.

Io vo piangendo i miei passati tempi,
I quai posi in amar cosa mortale

Senza levarmi a volo, avend' io l' ale,

Per dar forse di me non bassi esempi !

Tu, che vedi i miei mali indegni ed empi,

Re del cielo invisibile, immortale,

Soccorri all' alma disvíata e frale,

E'l suo difetto di tua grazia adempi.

Sicchè, s' io vissi in guerra, ed in tempesta,

Mora in pace, ed in porto; e se la stanza

Fu vana, almen sia la partita onesta.

A quel poco di viver che m' avanza,
Ed al morir degni esser tua man presta:
Tu sai ben, che 'n altrui non ho speranza!

SONETTO.

VAGO

AGO augelletto, che cantando vai,

Ovver piangendo il tuo tempo passato
Vedendoti la notte e'l verno a lato,

E'l dì dopo le spalle, e i mesi gai;

Se come i tuoi gravosi affanni sai,

Così sapessi il mio simile stato,
Verresti in grembo a questo sconsolato
A partir seco i dolorosi guai.

I' non so se le parti sarian pari;

Che quella cui tu piangi, è forse in vita;

Di ch'a me Morte, e 'l Ciel son tanto avari:

Ma la stagione, e l' ora men gradita,

Col membrar de' dolci anni e degli amari,

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SONETTO.

SPIRTO felice, che sì dolcemente

Volgei quegli occhi più chiari che 'l Sole; E formavi i sospiri, e le parole

Vive, ch' ancor mi suonan ne la mente;

Già ti vid' io d' onesto foco ardente

Mover i piè fra l' erbe e le víole,

Non come donna, ma com' angel suole,

Di quella ch' or m'è più che mai presente;
La qual tu poi, tornando al tuo Fattore,
Lasciasti in terra, e quel soave velo
Che per alto destin ti venne in sorte.

Nel tuo partir partì del mondo Amore,

E cortesia; e 'l Sol cadde del cielo ;

E dolce incominciò farsi la morte.

Per dar corona alle Rime scelte del Petrarca, ecco il celebre TRIONFO sopra la Morte di Madonna Laura, componimento, benchè non sia lirico, degnissimo di Valchiusa, armonico, sublime, e affettuoso ;

Chiaro mostrando al mondo sordo e cieco
Quanto lume del ciel fosse già seco.

LA MORTE

DI

MADONNA LAURA.'

QUESTA leggiadra e gloríosa Donna,

Ch'è oggi nudo spirto, e poca terra,
E fu già di valor alta colonna,

Tornava con onor dalla sua guerra

Allegra, avendo vinto il gran nemico

Che con suo' inganni tutto'l mondo atterra,

a Trionfo della Morte. Capitolo I.

Non con altre arme che col cor pudico,

E col bel viso, e co' pensieri schivi;

Col parlar saggio e d' onestate amico.
Era miracol novo a veder quivi

Rotte l'arme d' Amor, arco e saette;

E quai morti da lui, quai presi vivi.

La bella Donna, e le compagne elette Tornando dalla nobile vittoria

In un bel drappelletto ivan ristrette.

Poche eran, perchè rara è vera gloria; Ma ciascuna per sè parea ben degna

Di poema chiarissimo, e d' istoria.

In

Era la lor vittoriosa insegna

campo

verde un candido armellino,

Ch'oro fino e topazj al collo tegna.

Non uman veramente, ma divino

Lor andar era, e lor sante parole:
Beato è ben chi nasce a tal destino!

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