Quel che a morte è condannato Spera sempre e mai si stanca: Ogni cosa al mondo manca, La speranza mai si perde. Quando il miser si dispera, La speranza parla e dice: Sta su, tienti, vivi, e spera Che sarai ancor felice. Quando è verde la radice, L'arbor secco si rinfranca: Ogni cosa al mondo manca; La speranza mai si perde. Quanti miser disperati Cercan lor vita finire: Questa dea gli ha rinfrancati Con promesse e col pur dire: Quando al fin vuoi pur finire, Il veneno o il ferro abbranca : Ogni cosa al mondo manca; La speranza mai si perde. Acciò moran volentieri, La speranza grida forte: State franchi, state interi : Con voi vengo fino a morte: Condurrovvi con mia sorte A quel ben che mai non stanca : Ogni cosa al mondo manca; La speranza mai si perde. FRANCESCO DEL TEGLIA. LE GIUNCHIGLIE. CARE soavi figlie Del Sol, bionde Giunchiglie, Che ornate il gentil petto Dell' idol mio diletto: Forse vi pose Amore Per bella guardia al core, Al cor si prezioso Dell'idol mio vezzoso: Se custodi ne sete, L'entrate contendete A sdegno e crudeltate; E partir non lasciate Pietà dal gentil petto Per sì grati favori, Grato dirò, che i fiori, Onde l'Aurora in cielo S'adorna il seno e 'l velo, Cedono il pregio loro A voi Giunchiglie d'oro. Dirò, Giunchiglie belle, Che splendete quai stelle, Pompa ed onor del prato : E laudator più grato Dirò, ch'alma Natura Con saggia industre cura Sol da voi trasse i crini Vaghi, lucenti, e fini D' Eurilla, ch'è mia Dea, Mia nuova Citerea; Se gli formò dorati, Ed insieme odorati. Belle Giunchiglie care, Ecco le luci chiare A voi rivolge Eurilla; E vi mira tranquilla, E scherzosa e vivace Vi mira, e sen compiace. Oh, foss' io pur qual voi, Gradito agli occhi suoi; Qual voi, fosse il ferito Core al suo core unito! Sarebbe il mio gioire Un gioir da morire Con morte che dà vita, E dolcezza infinita! Deh torni, ah torni Eurilla A mirarvi tranquilla, Care soave figlie Del Sol, bionde Giunchiglie. |