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tenuta il 26 Aprile 1896 nel,,Gabinetto di lettura" di Pola

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e985

recat, 11-16-28 LWB

I.

Tanto gentile e tanto onesta pare
La donna mia, quand' ella altrui saluta,
Ch'ogni lingua divien tremando muta,
E gli occhi non ardiscon di guardare.

Ella sen va, sentendosi laudare,
Benignamente d'umiltà vestuta;
E par che sia una cosa venuta

Di cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi si piacente a chi la mira,

Che dà per gli occhi una dolcezza al core,
Che intender non la può chi non la prova.

E par che della sua labbia si muova
Uno spirto soave e pien d'amore,
Che va dicendo all'anima: sospira. 1)

1) V. N. XXVI.

Sembra Loro, gentili Signore, egregi Signori, che con tanta soavità di affetto, quanta spira dal sonetto di Dante, or ora recitato, si possa parlare di una fredda allegoria?

Eppure si son trovati scrittori privi di sentimento che ciò hanno affermato. Per costoro la donna tanto gentile" non è stata mai persona reale, ma una semplice astrazione intellettuale del Poeta.

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Contro costoro, chiamati gli allegoristi, noi sosteniamo che BEATRICE È DONNA VERA E REALE. Questa sarà la prima quistione che tratteremo nel nostro ragionamento.

Altri scrittori ammettono bensì la realtà personale di Beatrice, ma negano fede alla tradizione che palesa il suo casato.

Noi, prestando fede alla tradizione, cercheremo di provare che LA BEATRICE DI DANTE È LA FIGLIA DI FOLCO PORTINARI. Questa sarà la seconda quistione, di cui ci occuperemo nel nostro discorso.

Altri infine ammettono e l'esistenza reale di Beatrice e la sua identità con la Portinari; ma sostengono che Dante nella Divina Commedia ha fatto della donna amata un' allegoria o un simbolo, non conservando di lei altro che il nome. Questa sarà la terza quistione; e la tratteremo, procurando di dimostrare che NELLE OPERE DEL POETA BEATRICE NON PERDE MAI LA SUA INDIVIDUALITÀ PERSONALE. Sebbene ella sem

bri un essere superiore all'umana condizione, rimane però sempre donna. Così una povera attrice, quando sulla scena RAPPRESENTA una regina, non cessa d'essere la tapinella, che spesso ha scarsità delle cose più necessarie.

Con le quistioni intorno a Beatrice si collega intimamente quella intorno alla donna gentile, di cui si parla negli ultimi paragrafi della Vita Nuova. A parecchie donne è stato dato dal Poeta l'epiteto „gentile". Gentile è chiamata anche Beatrice, la quale spesso è detta gentilissima. Donna gentile è chiamata anche la Madre di Dio:

Donna è gentil nel ciel, che si compiange
Di questo impedimento ov' io ti mando,
Si che duro giudicio lassù frange. 1)

Qui però, allo scopo di evitare maggiori circonlocuzioni, seguendo l'esempio dato da altri, con questa denominazione antonomastica „la Donna Gentile" indicheremo quella donna che „da una „fenestra riguardava molto pietosamente" l'Alighieri, com'egli stesso racconta nel § XXXVI della Vita Nuova.

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Nel Convito Dante dichiara che questa donna „è la filosofia“ 2), della quale filosofia egli dice nello stesso Convito: Immaginava lei fatta come una donna gentile". 3)

1) Inf. II, 94-96.

2) Conv. II, 16.

3) Conv. II, 13.

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