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lei territorio incife alcune memorie, che diamo nel num. 45 dell Appendice. Dopo altri più antichi padroni ebbe Selci i Duchi Cefi di Acquafparta, indi i principi Vaini, ed al prefente è fotto l'immediato dominio della fanta Sede.

XXI. Cantalupo in fito pofto elevato infieme e piano, fopra la riva deftra del Calentino a levante ed a tre miglia da Selci, contiene circa mille anime con una chiesa parocchiale dedicata, una all' Affunzione di Maria Santiffima, l'anno 1756. riftorata dai fondamenti, e l'anno 1774. confagrata dall'Emo sig. cardinal Carlo Rezzonico già Vescovo di Sabina, come dalle due ifcrizzioni seguenti; la prima fopra ed a mano finiftra della tazza per l'acqua

fanta :

D. O. M.

VETVSTA PAROCHIALI ECCLESIA EVERSA NOVAM HANC
COMMVNITAS CANTALVPI A FVNDAMENTIS MAGNI
FICENTIVS EXCITAVIT SACELLVM ET ALTARE MAJVS
LAPIDEVM FVNDITVS DISJECTVM AERE PVBLICO REE
DIFICAVIT AC RESTITVIT A. D. MDCCLVI.

E nella parte opposta l'altra:

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EMO AC RMO D. D. CAROLO EPISCOPO SABINEN. CARD. REZZONICO S. R. E. CAMERARIO QVOD TEMPLVM HOC CVM ARA MAXIMA DEO ET B. M. V. ASSVMPTE SOLEMNI RITV DICAVERIT VIII. IDVS MAII MDCCLXXIV. DOMINICA SECVNDA OCTOBRIS ANNIVERSARIA ASSIGNATA ANGELVS ANTONIVS ARCHIP.CATALDI PERENNE GRATI ANIMI SVI M.E. Sono in quefta chiefa altre ifcrizzioni, ed altre ancora ve ne fono in diverse chiefe del medefimo caftello e fuo territorio, che oltre le qui riferite e quelle da foggiungerfi, formano il num. 46. dell' Appendice. Dalla cafa Savelli passò a quella dei duchi Cesi di Acquafparte il dominio di Cantalupo; indi fu dei principi Vaini ed è al prefente della nobiliffima famiglia Lante della Rovere. Fralle altre chiefe del territorio di quefto caftello due ve ne ha, una fotto il titolo di san Biaggio, e l'altra denominata da sant' Adamo. La prima poco diftante dal caftello medefimo ha un convento anneffo abitato dai padri carmelitani della prima iftituzione detti di Montefanto, quali fono nell' obbligo di mantenervi almeno fei religiofi, e due fra questi che atti fieno per le fagramentali confeffioni, per fodisfare, come qui nota il Piazza, al bifogno del popolo. Fu detta chiefa edificata l'anno 1620. e l'anno 1684. anche riftorata e meglio adornata, come dalla lapidaria fituata fopra la di lei porta:

22.

D.O.M.

D. O. M.

ANDREAS CESIUS DUX CERA ECCLESIAM HANC A PAULO EMILIO CESIO MARCHIONE RIANI EIUS PATRE A FUNDAMENTIS

INCHO ATAM IN HANC FORMAM COMPLEVIT OR. NOVITQUE ET SANCTISSIMÆ DEI GENITRICI MARIE AC S.BLASIO DICAVIT ANNO D. MDCXX. FERDINANDUS ANGELUS TEMPLUM SERENO ASPECTU RESTAURAVIT ILLUSTRAVIT ET ORNAVIT ANNO DOMINI MDCLXXXIV:

Il convento poi, benchè fia ftato foppreffo, come apparifce dagli atti della cancelleria vefcovile generale (a), fu reintegrato ad iftanza e per giunta di rendite ad effo fatte dai baroni di Cantalupo. L'altra Chiefa, quella cioè di fant'Adamo, che fi trova fulle falde del monte e preffo alla corrente del Calentino, è di antichiffima divozione, e fenza una precifa memoria del fuo principio. Dicono che quel fanto eremita ivi la fua vita menaffe e terminafse fralle benedizioni dei popoli vicini, e che vi fi confervino le di lui offa. Il quadro che è full' unico altare l'anno 1678. dipinto in tela rappresenta il fanto in atto di venerare genufleffo la Biña Vergine Madre qual'è col Bambino fulle braccia. Sotto vi fi vede una gamba di un giumento recifa, per dinotare ficcome dicefi la iniracolofa rifanazione che un viandante colla interceffione di quel fervo di Dio da noftra fignora ottenne, ed alla età di effo quadro vien riferita la feguente ifcrizione:

PAULUS OLIVIERI ROMANUS ANNO 1678. PRO SUA DEVOTIONE FIERI FECIT ET DONAVIT

XXII. Tarano fituato in un colle affai baffo e foverchiato per altre colline, a ponente ed a fei miglia circa da Cantalupo, è di anime cinquecento in una parocchial chiefa dedicata all'Asfunzione di Maria Santiffima, la di cui erezzione, fe è, come fembra che debba effere, coetanea a quella dell'anneffa torre campanaria, fu dell'anno 1114., fecondo la ifcrizione che vi fi legge : ANN. D. MCXIIII. INDINC. VIII. M. SEPTEMBRIS Fu quefto luogo lungamente dominato dalla cafa Savelli, e fotto Paolo V., come fcrive il Piazza, ricadde alla fanta Sede.

23. Sono nel caftello di Tarano in gran divozione il beato Agostino Novello dell' ordine di fant'Agostino chiamato nel fecolo Matteo Spinelli, morto fantamente in Siena, e nativo di Tarano medefimo, che gli ha eretto nella parocchiale un altare in cui conferva parte delle di lui reliquie, e che tuttavia ne dimoftra la cafa; ed il Patriarca fan Francefco nella fua chiefa fuori in

(a) Bollar. 1600, fogl, 162,

distanza di un miglio circa, a cui è anneffo un convento abitato dai minori conventuali, foppreffo già, come avverte il Piazza, ma tollerato per mantenere il culto di quel venerabil tempio, e per la fodisfazione de' molti legati pii, ai quali è foggetto. Si in questa chiesa, che nella parocchiale, ed in altre del luogo vi sono delle iscrizioni, delle quali nell'Append. al num. 47.

24. Nel monumento dato in Append. num. 1. fono con molto onore ricordate le famiglie Velfia, Jemis, Ranucci, e Ridolfi da Tarano. Si legge di effe all'anno 1171. nobilibus Taranensibus Ranutio, & Liborio Jemis. All'anno 1186. Illuftribus viris Taranenfibus Jacobo de Ranutio & Laurentio Velfio nobilibus militibus incliti ordinis Calotraba: ed all'anno 1236. Fr. Ranutio de Ranutiis nobilis ordinis Hofpitalariorum S. Johannis de Hierufa lem, & nobili viro Rodulpho de Tarano. Della prima, cioè del. la famiglia Velfia non fi ha altra memoria, e di quella del Jemis è molto probabile che difcendeffe da quel Lucio Aurelio Jemis, cui venne eretta l'urna cineraria nobilmente lavorata che fi conserva nella piazza della chiesa parocchiale colla ifcrizione seguente

D. M.

LUCIO AURELIO JEMIS
THOCLETI AURELIA

AURELIANI PATRI BENEMERENTI

FECIT

Le altre due tuttavia esistono. La Ranucci, di cui può essere stato progenitore il funnomato Ranuzio dell'anno 1171, diede origine a Giacomo che al 13 20.leggefi preffo Monaldo Monaldefchi fatto capitan generale di Orvieto (a); A Flaminio che circa lo fteffo tem po ebbe in moglie Lugiftilla della nobiliffima romana famiglia Santacroce; a Giacomo giuniore ricordaro con lode nelle lettere patentali del cardinal Fieschi (b); a Paolo che dopo avere efercitato diverse prefetture dello ftato pontificio morì governatore di Ancona, e di cui Leandro Alberti nella fua defcrizion dell'Italia eve di Tarano; ad altro Paolo che prefe in moglie Elena Macchiavelli, nipote ex forore del cardinale Arrigoni; a Sifto fratello di questo Paolo che preffo detto P. Alberti leggefi uomo nobile dotto, ed uditore del Cardinal di Monte legato di Bologa; e finalmente al terzo Paolo di onorevole ricordanza prima canonico e poi noftro immediato anteceffore nell' arcipretura della nuo va cattedrale Sabinefe. Dal Ridolfo poi di Tarano di cui fopra, e quale visse l'anno 1236., fono difcefi Cipriano de Ridolfi l'an

(a) ccment, lib, 10, fogl. 95.

(b) Append. num, 21.

no

no 1492. Vicario generale del vefcovo di Spoleto, nel 1521. dal Pontefice Leone X. confagrato Vescovo di Spicace, e fatto primicerio di fanta Maria della Rofa; Ruggero l'anno 1551. dichiarato nobile romano; Giorgio vicario generale del cardinal Francefco Maria Brancacci vefcovo di Sabina e di Viterbo; ed Antonio anch' effo vicario generale del cardinal Girolamo Buoncompagni arcivescovo di Bologna: come il tutto rilevati per autentici monumenti confervati da quella illuftre Famiglia. Può a questi aggiungersi il dotto e zelantiffimo monfignor Benedetto di quella molto civil cafa de' Benedetti, ftato a di noftri Vefcovo di Spoleto.

XXIII. Montebono un miglio circa diftante ed a fettentrione di Tarano è di anime ottocento circa. La parocchiale ora unica amministrata da un arciprete e due curati ordinarj è fotto il titolo di Maria Santiffima Affunta in cielo, e forfe in memoria della fua età ha fopra la di lei porta minore, come segue:

MCCCCVIII. T. S. DIE V.
MIS MAGI

Altre iscrizioni, che in detta chiefa, e nelle altre di quel luogo ritrovanfi sono riportate nell'App.al n. 48. Non dobbiam però lasciare fenza ricordanza la famiglia Gallucci, la quale alla Sabina in generale, ed a Montebono specialmente ha ben accresciuto decoro per due uomini illuftri, che nel paffato fecolo fiorirono. Tarquinio Gallucci il primo molto celebrato per l'eloquenza e pel fuo commento all' etica di Ariftotile, il di cui valore nelle lettere, e nelle fcienze, ricorda l' Allazio nell'api urbane: Il fecondo Fauflo Gallucci, il quale dopo varj magiftrati ed impieghi per la fanta Sede foftenuti, meritò d'effer fatto da Aleffandro VII. Senator di Roma. Nella ferie de romani senatori lo riportano il Crefcimbeni, il Cecconi, ed il Vendettini (a) da cui vien anche riferita l'ifcrizione ad effo eretta nella fala interiore del Campidoglio. Collevecchio lo pretende fuo; ma la di lui teftamentaria difpofizione fatta in Roma nell' anno 1659., in cui morì, nella quale apertamente enuncia per fua patria Montebono, varj Legati fcritti ad alcuni luoghi Pii di quella Terra, la casa, ed i beni ivi, e nel di lei territorio esistenti, dimostrano effer quefta una pretenzione senza fondamento. Lafciò il Senatore una pingue eredità, che in oggi fi poffiede dalla nobil famiglia dei Conti Canali di Terni, ove fu maritata una delle fue figlie fcritte eredi, ava, fe non prendiamo abbaglio del celebre Cardinal Saverio Canale. All'eredità medefima

(a) Serie Cronologica dei Senatori di Roma all' anno 1655,

leg

leggefi foftituita la famiglia de' conti Genuini di Montebono, famiglia che nulla cede nello fplendore alle altre della provincia, o fi rifguardino gli uomini illuftri, che da effa fono ufciti, o le luminofe parentele contratte, o la ricca poffidenza ed il decoro, con cui fi è fempre mantenuta e diftinta. La città di Terni con plaufo univerfale di tutto l'ordine patrizio in quest' ultimi tempi ammife alla fua nobiltà l'odierno sig. conte Pietr' Antonio Genuini meritamente ne fcorfi anni decorato dall' Elettor Palatino del titolo rispettabile di fuo Configliere Aulico. Anche la famiglia Giovenali ha in Montebono i fuoi pregi particolari per non effere lafciata in filenzio. Nel fine del fecolo decimefefto fu afcritta alla nobiltà Romana, ed al prefente nella provincia di Sabina ritiene l'avito fuo fplendore.

25. Ha Montebono fotto il Filo caftello una piccola Chiefa edificata, fecondo l'Ifcrizzione incifa ful dado della facciata, l'anno 1643., e v'è coftante tradizione che la medefima eretta veniffe in occafione che tirando due Paftori fra di loro de'faffi, uno ne colpi l'Immagine della Beatiffima Vergine ivi venerata in una cunnetta e che fece del fangue. Accorfo pertanto a tale spettacolo il popolo tutto, deliberò di costruirvi una Chiesa, cofa che riuscì anche in breviffimo tempo. Poichè ogni Sabato fera fi trovò meravigliofamente il denaro fufficiente a pagare i manuali, e con egual prontezza, e prodigio fu trovato nel vicino foffo tanto di peperino lavorato, quanto appunto fu e riputarsi potea neceffario a compire le foglie delle porte, e finestre della medefima. Le ragioni di dominio di quefto caftello, fono andate del pari con quelle delle Rocchette grandi e piccole, delle quali abbiam di fopra parlato, ed in oggi rimane immediatamente foggetto alla S. Sede.

XXIV. Fianello fituato in una valle, all' intorno di cui fono alcune colline più alte e pendici che vanno a terminare in un foffo, è a due miglia circa ed a ponente di Montebono. Le anime che vi abitano fono ducentoquaranta circa fotto la parocchiale dedicata a san Gioan-Battista, edificata l'anno 1571. le di cui iscrizzioni con quelle delle altre Chiefe di quefto caftello fi danno nell' Append. al num. 49. Non v'è precifa memoria del fuo antico dominio, ma non è poffibile che non fia anch' effo ftato in contrasto tragli Orfini e Savelli.

XXV. Parrocchia di Santa Maria in neve di anime circa cinquecento abitanti le campagne de diruti caftelli di Striano ed Al

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