Sayfadaki görseller
PDF
ePub

colla forza delle armi, ma colla malizia e colla perfidia. Noi stessi siamo stati adoprati contro di noi; sono stati resi complici di questi abbominj coloro che dicevansi i Capi del nostro governo, e che, per la bassezza dei loro sentimenti o sivvero per viltà, e forse per altri motivi che il tempo e la giustizia sveleranno agli occhi di tutti, non hanno esitato a tradir la loro patria. Egli è dunque divenuto necessario di frangere quei legami che univano gli Spagnuoli a questo governo, e che impedivano loro di risvegliarsi e porre in opera quel coraggio, per cui sonosi in tutti i secoli coperti di gloria, ed hanno difeso l'onore della Nazione, le loro leggi, i loro Re e la loro fede.

In conseguenza, gli abitanti di Siviglia sonosi adunati il 17 Maggio, e mediante il concorso di tutti i Magistrati e di tutte le Autorità stabilite, e delle persone le più rispettabili di qualunque condizione, hanno nominato una Giunta suprema di governo, l'hanno munita dei necessarj poteri, e le hanno ingiunto di difendere la Religione, la Patria, le leggi e il Re. Noi abbiamo accettato questa bella missione; noi giuriamo di adempierla, e contiamo sulla forza della Nazione tutta, dopo aver proclamato di nuovo come nostro Re Ferdinando VII ed aver giurato di morir per lui. Tale fu il nostro voto solenne, e tale sarà quello della Spa`gna intiera.

Una pretesa Giunta di governo che, appena stabilita, violò le leggi fondamentali della Monarchia; un Presidente eletto in una maniera affatto illegale, che,

se qualche talento avea per occupár questa carica, se n'è ben presto renduto indegno; che d'altronde, nato fuori del Regno, esser non poteva inialzato a quel posto; la di lui condotta incerta, che tendeva a sbalzare il Monarca da cui egli riconosceva il suo potere, e le leggi, dalle quali unicamente aver poteva qualche autorità, non possono nè debbono inspirarci il più piccolo rispetto niente di tutto questo reprimer potrebbe la nostra fedeltà, nè svolgere il nostro attaccamento a dei doveri che contratti avevamo come sudditi, come cristiani, come uomini liberi e indipendenti da qualunque straniera Potenza.

Noi potevamo ancor meno esser ritenuti dall'autorità del primo Tribunale della Nazione, il Consiglio di Castiglia. La sua debolezza si è manifestata nei passi incerti e contraddittorj che i membri, de'quali esso è composto, fecero in tale importante congiuntura, ov3 essi dovuto avrebbero al contrario spiegar quel coraggio eroico che tanti motivi e l'onore stesso richiedeano loro, come un dovere. La debolezza di questo corpo, o forse la suá reità, fu palesè allorquando osò esso proclamare l'ordine di riconoscere ed eseguir l'atto di abdicazione di Carlo IV in favore di un Sovrano straniero; abdicazione évidentemente nulla, perchè quegli che l'ha firmata non ne avea il dritto; perchè la Monarchia non è sua proprietà, e perchè la Nazione Spagnuola non è composta d'una vil greggia di cui possa arbitrariamente disporsi; e perchè il Principe è giunto al Trono e per diritto di sangue e in forza

[ocr errors]

delle leggi fondamentali della Monarchia, che fissand in una maniera invariabile l'ordine della successione, leggi sulle quali il Consiglio di Castiglia non ha alcuna autorità, ed alla conservazione delle quali esso è incaricato di vegliare. Questa abdicazione è di più nulla per la violenza che l'ha, per così dire, strappata a Carlo IV, e che è più grande e meglio provata di quella che pretendesi aver preceduto la sua prima abdicazione. Dessa è nulla, perchè le pretese abdicazioni di Ferdinando VII, del suo Zio e del suo Fratello, dato pur che fossero autentiche, sono state ottenute colla forza, come chiaramente il dicono le parole di tali atti. Tutte queste abdicazioni sono nulle, perchè varj Principi della famiglia Reale che hanno dirit. to alla corona non vi hanno rinunziato, ma l'hanno anzi conservato nella sua integrità, per tacere della inaudita perfidia colla quale è stata la Nazione Spagnuola delusa. Egli è a tutti noto che la Nazione francese debbe una gran parte delle sue vittorie alla nostra alleanza ed ai sacrifizj che noi abbiamo fatto. Si tras." sero fuori del Regno i nostri bravi soldati, si condussero nei più remoti paesi, ove combatter si fecero pel governo Francese. Non è già che questo governo abbisognasse di tal soccorso; egli nol richiese che per in-. debolirci. Fingendo sempre di agire pel nostro ben es-> sere, questo governo féce entrare le sue truppe in Spaallegando una spedizione contro un nemico di cui più non si tratta attualmente. Per una subitanea emo→ zione il popolo impedi coraggiosamente la partenza del

Re. Quantunque il governo francese avesse dovuto ap plaudirsi dell'aspetto che quest'avvenimento aveva preso, esso non solo serbò su tal soggetto il più profondo silenzio, ma ne trasse anche motivo per opprimerci. Si accusa la nostra Nazione di una discordia che non sussiste, perchè niuna Nazione fu mai più unanime nell' amore verso il suo Re.

Questo perfido governo trasse, con turpe inganno il nostro Re sul suo territorio: con una generosità sen→ za pari il Re si affidò a ingannevoli parole, e gettossi nelle braccia di questo governo, il quale, con una perfidia senza esempio nell'istoria di tutte le Nazioni e di tutti i Secoli, lo fe' prigioniero, lo trattò indegnamente. e il costrinse a degli atti che la Spagna tutta ha veduti non senza orrore. Colla stessa ipocrisia, furono i Parenti di S. M. condotti fuori del nostro paese per ob-, bligarli a delle ingiustizie atte a disonorare, fino alla più remota posterità, i loro nomi illustri. Gli altri Principi della casa Reale soggiacquero anch'essi alla. medesima sorte, nè si ebbe riguardo neppure per quel li, la cui giovinezza avrebbe dovuto servir loro di protezione in mezzo ai popoli i più barbari.

Napoleone chiama a sè la Nazione Spagnuola; egli nomina a suo talento i pretesi deputati, determina arbitrariamente il modo di elezione degli altri, che, in un paese straniero, debbon trattare degl' interessi i più, sacri della Nazione, mentre egli stesso pubblica una lettera segreta e piena di rispetto che il Re Ferdinando, essendo ancora Principe reale, avevagli diretta; ei

la proclama criminosa e contraria ai diritti de Sovrani; e forse avea egli stesso incitato il Principe a scriver questa lettera ch' egli vuol' oggi attribuirgli a delitto ! Egli è certamente un delitto, e un delitto di lesa maestà, che una Nazione indipendente si sottometta a un Principe straniero, e che imprenda sotto i suoi occhi e sotto la sua direzione a deliberare sopra oggetti concernenti la propria felicità ; nè gli abitanti di Siviglia nè qualsivoglia Spagnuolo, porranuo in oblio le convenienze e la lealtà fino al segno di farsi rei di un delitto di cui uno schiavo stesso non vorrebbe macchiarsi.

Quest' uomo ha posto in opra mille mezzi infami per ingannarci; egli fa circolar degli scritti e dei sediziosi giornali all'oggetto di corrompere la pubblica opinione; in essi egli annunzia il rispetto delle leggi e della Religione, mentre conculca le une ed oltraggia l'altra; ei non rigetta alcun progetto che servir possa a imporci un ferreo giogo. Egli spinge la menzogna fino al punto di dire ch' egli è d'accordo col Capo della Chiesa, il Vicario di Gesù Cristo, mentrechè l' Europa tutta e le stesse barbare Nazioni sanno ch' ei lo tiene sotto l'oppressione, che lo ha spogliato de' suoi stati, e privato della compagnia de' suoi Cardinali, e tutto ciò con violenza e colla mira d'inviluppare il governo della Chiesa che per volere del nostro divin Salvatore appartiene al Papa.

[ocr errors]

Spagnuoli! tutto ne impegna a riunirci onde prevenire atrocità consimili. Non è già una rivoluzione che ci prepariamo a fare in Sspagna ; noi dimandia

« ÖncekiDevam »