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di far parte di una giunta creata per giudicare taluni eminentissimi da lui trattenuti in castel Sant'Angelo, come pure di un'altra per la restaurazione delle chiese titolari in Roma.

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In quest'ultimo incarico non trascurò il porporato di lasciar eziandio monumenti di sua pietà e munificenza nella basilica di s. Croce in Gerusalemme, suo titolo illustre, come di sopra dicemed altri ancora del tutto umanitarii e segnalali, si nell'ospedale degl' Incurabili in Roma, come in quello de' mentecatti e furiosi nella contrada appellata la Lungara, mentre avutasi la protezione del primo, come da una lapida apposta nella chiesa di esso, gli legò 80000 scudi, e l'altro per aver rinvenuto in lui, il proprio fondatore.

Quest'uomo finalmente cotanto chiaro e commendevole e per la sua religione e zelo, e per l'amore della sua chiesa, liberalità verso i poveri e splendore di sua nascita, come di già accennammo, colpito da grave improvvisa infermità, si dipartiva da questa terra in Roma il di 30 giugno 1562, nell'età di anni 63 non compiuti, e 8 j di cardinalato, ricevendovi, a norma della sua ultima volontà, sepoltura umile e modesta all' ingresso del tempio di s. Giacomo della nazione spagnuola col breve e semplice epitaffio, che qui appresso rechiamo.

Secondo riferisce l'Aubery, le sue ossa vennero qualche tempo dopo trasferite in Ispagna, e deposte nella tomba de' suoi maggiori nella sontuosa cappella del monastero di s. Francesco di Cuellar.

D. O. M.

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BARTHOLOMAEUS CUEVA AB ILLUSTRISSIMIS DUCIBUS ALBURQUERQUE ORTUS SANCTAE CRUCIS IN HIERUSALEM PRESBYTER CARDINALIS HUNC LOCUM SIBI AD IPSA TEMPLI LIMINA OPTAVIT. DOMINUS PROPITIUS ESTO MIHI PECCATORI. VIXIT ANN. LXII MENS. X. DIES VI. OBIIT ANNO SALUTIS MDLXII. PRIDIE KAL. JULII.

Oltre al conclave del prefato pontefice Pio IV, intervenne il Della Queva anche in quelli di Giulio III, Marcello II, e Paolo IV; e nei riferiti 5 mesi e giorni 28 della sua amministrazione nella chiesa avellinese, rimase a reggere da metropolitano in quella di Benevento il sullodato arcivescovo Giovanni della Casa.

XLII. ASCANIO ALBERTINI Anno 1549.

Appartenne egli alla stessa nobilissima famiglia de' due prefati vescovi Albertini, venendo a luce in Nola nel 1526 da Girolamo e Vincenza Brancaccio dama del seggio di Nido; rimanendoci parimente contestato il luogo della sua nascita non solo dall' Ughelli, ma anche dal citato Remondini autore DELLA NOLANA ECCLESIASTICA STORIA (1), di cui fu dato conto nelle NOVELLE LETTERARIE DI VENEZIA nel 1748, non che nella STORIA LETTERARIA D'ITALIA. Ascritto quivi di buon'ora alla milizia ecclesiastica, fiori non poco ai tempi di monsignor Antonio Scarampo de' conti di Cannella (2), e l'U

(1) Vol. III, pag. 219.

(2) Questo ludatissimo prelato, che fu coadjutore e successore del

ghelli (1) parco di laudi parlando di lui lo dice uomo degnissimo di lode e chiaro per la scienza legale: Vir laude dignissimus, et legali scientia clarus. Perciocchè venne prescelto a cagion della sua rara dottrina e pictà a canonico di quella insigne ed antica cattedrale. Imperò, pervenuto ad anni 23, con dispensa pontificia di Paolo III, fu assunto al vescovado di Avellino nel 10 maggio 1549, come ricavasi dal CATALOGO DE' PASTORE

FRIGENTINI PRIMA E DOPO DELLA RIUNIONE DELLE DUE

CHIESE NEL 1466, esistente in curia.

Non appena giunto nella detta diocesi, rivolse tosto sua giovine età, suoi talenti, e sue pastorali cure, al ben vivere della stessa. Veggendo di verità che il culto divino quasi mancava nella chiesa di s. Gio. Battista in Avellino in allora esistente fuori le mura della città, dispose che ritornata si fosse ai padri della congregazione di Montevergine, coll'obbligo a costoro della pronta riedificazione del distrutto cenobio, al che poi non solo concorse con la propria munificenza la nominata con· tessa Maria Cardona dandovi incominciamento nel 1558, sì bene la Università del luogo con un sussidio di ducati 200 nell'anno appresso, come dalla copia delle sue conclusioni del 18 ottobre 1559 esistente nell'archivio della congregazione medesi

prenominato monsignor Bruni, intervenne al concilio di Trento ed eresse il seminario.

Per il suo zelo la celebre Maria Sansevero moglie di Eurico Orsini conte di Nola innalzò ed eresse dalle fondamenta il collegio dei Gesuiti. Nel 1569 fu traslatato alla chiesa di Lodi, succedendogli Filippo Spinola vescovo di Bisignano e poscia cardinale di S. R. C. col titolo di S. Sabina, e tale promozione ebbe quest' ultimo, per opera del suo protettore Gregorio XIII B acompagni di Bologna. (1) Luogo citato, pag. 201.

ma, ed a condizione che i governatori di A. G. P. di Napoli vi avessero dovuto spendere quanto promesso aveano alla ripetuta Cardona. E perchè costei fu prevenuta da morte senza figliuoli nel 1563, venne condolto a fine dal principe Marino I e da suo figlio Camillo posteriormente; e ciò ebbe luogo perchè il detto monastero fu fondato dalla pietà del conte Rainulfo, e dalla consorte Matilde sorella di Ruggiero I, e quindi donato al santo institutore dell'ordine Guglielmo da Vercelli nel 1124 (1); e per avere ancora il padre della Maria, con la consorte Giovanna Villamarino, o Villamarina, come altri scrissero, corredato di novelle rendite quello di Candida, come dal seguente marmo apposlovi sull'ingresso nel 17 giugno del 1509.

DON. JOANNES DE CARDONA REGIS MILES COMES AVELLINI BARONIAE TERRAE CANDIDAE DOMINUS AC UTRIUSQUE CALABRIAE VICEREX ET JOANNA VILLAMARINO EIUS CONIUX INTEMERATAE MARIAE MONTIS VIRGINIS DEVOTISSIMI COMMODITATEM OMNEM HUIUS MONASTERII TUM MONACHORUM CUM REDDITUUM DUM AUGere studerENT AD ROGATUM FRATRIS MELCHIORRIS CERCII CANDIDI BIUSDEM MONASTERII PRIORIS HUIUS AEDIFICII CONDITORIS VIAM HIC EXISTENTEM PUBLICAM IN AEVUM QUO NUNG

itur locum divERTERUNT, ANNO DOMINI 1509. XV. KALENDĀS IULIAS (2),

(1) V. De Franchi, AVELLINO ILLUSTRATO DA SANTI E SANTUARJ, lib. III, cap. XVII, pag. 589.

(2) Questo monastero degli exverginiani sorge in Candida nel poggio più ameno di quel comune, avente a prospetto la città di Avellino, e si era badia come quelli di s. Guglielmo al Goleto, Casamarciano, Marigliano, Napoli, Aversa, Capua, Formicola,

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Oltre de' detti padri verginiani, sappiamo che l'Albertini accolse parimente in Avellino gli eremitani di s. Agostino nel convento di già erettovi con la chiesa dello Spirito Santo e nel luogo ove era quella di s. Maria della Rotonda, dalla stessa Maria Cardona e dal suo novello sposo Francesco d'Este, che, come anzi si è detto, edificarono anche quello de' pp. Predicatori colla rispettiva chiesa. Confermò la donazione fatta nel 1554 da Lucrezia Spinelli contessa di Oppido e signora di Summonte all'Università di quest'ultima terra della chiesa della ss. Annunziata con le sue rendite nel

Arienzo, Airola, Nocera de' Pagani, ta Penta, Montefalcione s. Agata di Puglia, s. Agata di Roma presso il Quirinale. I vecchi del paese serbano grata memoria del loro illustre concittadino D. Onorio Caputo verginiano, autore di parecchi discorsi sacri, e degli altri abati Bevere, Schipani, e Toppi. Tale abbadia addivenne priorato unitamente ad Abbedina, Castelbaronia, Montoro, Bagnoli, Lauro, Palma, Avellino, Pozzuoli, Terranova s. Giacomo, Altavil la, ed Ariano, sotto il governo del p. D. Girolamo Bocchini rimase soppresso nel 1807. La sua chiesa conservata nel pristino splendore per le pietose cure singolarmente del sig. Antonio Jantosca, il quale in morte le legò ducati 25 annui nel caso pure che il monastero si fosse ripristinato, richiamò in seguito similmente quelle del zelautissimo arciprete Carmine Adinolfi di Avellino; il quale a migliorare sempreppiù la condizione spirituale e temporale di quel paese; e vedere la stessa terra calpestata novellamente dal piede di regolari, chiesto dapprima l'assenso del collegio e clero, non che del sindaco e decurionato, con due suoi rapporti del 6 settembre 1845, uno all' Ordinario diocesano e l'altro all' Eccellentissimo Ministro degli affari ecclesiastici, dimandò la ripristinazione del detto monastero coll' assegnarsi Minori osservanti.

Dietro il favorevole parere della Consulta Generale del regno l'augusto Monarca annuendo alla proposizione, emise il corrispondente rescritto in data de' 14 luglio 1847; ma, essendosi negati al— l'inchiesta del comune di Candida i detti osservanti perchè lontano dalla metropoli, in loro vece si stabilirono nel monaster o in parola i pp. Riformati della provincia di s. Angelo di Puglia

nel 1851.

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