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XC

Versi dell' autore letli nell'accennala accademia tenuta da monsignor Maniscalco nella cattedrale ai 24 giugno 1844, per solennizzare il felice riaprimento della medesima.

AL CAVALIERE

VINCENZO TORSELLI

CHE LE ALTE CURE DI STATO

DALLE LETTERE E LORO CULTORI

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Al dolcissimo suon d'organo pio
Apritevi del tempio o porte sante:
Il popolo si prostri all'ara innante
E sollevi il pensiero al sommo Iddio.

Ah, non tacea del cor l'almo disio,
Del cor fedel la prece era incessante.
Ecco nube d'incenso in ciel vagante,
L'osanna ancor nel tempio ecco s'udio.

Sia lode a Dio nel cuor, coi nostri accenti :
Ma sul nome di lui che il tempio apriva
Spargiamo fiori, o Avellinesi, o genti (1).
Cantiam di gloria la canzon festiva;

E qual nel tempio in terra alziam concenti,
Abbia compenso in ciel la fede viva.
(1) Si allude a Monsignor Palma.

DECASILLABO

Qui la fede e l'amor de' credenti,
Come fior tra rottami squallenti,
Come raggio di speme appari.
Ove un giorno splendevano ceri,
Al Signor s'innalzavan pensieri,
Queste mura il silenzio coprì.
Ma dintorno ascoltossi una voce
Che gridava: Ritorni la croce,
Il profumo ritorni all'altar.
Ed un'eco di fede e di zelo

Dalle genti s'innalza sul cielo :
Alla voce quei fidi volâr.
Ed al tempio tant'anni richiuso
Conveniva quel popol confuso
Come in giorno di festa e gioir.
Ecco il tempio risorge, s'abbella :
Già s'udia del Pastor la favella:
Ma vi suona il compianto, il sospir.
Ora al salmo di mesta memoria
Segua l'inno di gioja e di gloria.

Non aperto è il gran tempio? Oh qual di! Sacerdoti dal bianco vestito,

Cittadini venuti al gran rito,

Gloria a lui che il gran tempio ne apri!

XCII

Oh la voce del santo Pastore !
Oh la speme che mette nel core !
Oh la gioja che a tutti arrecò!
Ha parlato. E la voce del pio
È la voce d'un angiol, di Dio.
Lui beato che in ciel riposò!
Qui nel tempio dinanzi al Possente
Più soave è il pregar del dolente,
Più secura è la speme del cor.
Qual nel tempio un divino pensiero,
Una speme un amore sincero

Fuor dal tempio raccolgane ancor.

CELEBRATA IN AVELLINO PER SOLENNIZZARE L'IMMACOLATA CONCEZIONE IN PRIMO ISTANTE *.

LETTERA

A Filippo Cirelli

Il domma dell'Immacolato Concepimento in primo istante della Regina del Paradiso, mio carissimo Cirelli, che tutto l'orbe cattolico ha invaso d' una nuova piissima gioja, anche in questa città, non ultima fra le capitali delle provincie del nostro Reame, fu domenica 14 gennajo splendidamente solennizzato. E perchè voi mi avete talvolta mostrato il desiderio di voler essere a parte delle pacifiche gioje, che proviamo noi altri abitatori di provincie, voglio questa fiata rendervi pago ne' vostri desiderii, assicurandovi, che comunque l'Immacolato Concepimento di Maria non fosse stato qui celebrato con quella reale magnificenza, per la quale il nostro piissimo Monarca ha preso il suo posto nella storia, ed ha ecclissato quanto in tal genere di cose ci vien tramandato dalle antiche cronache e dalte avite tradizioni, pure nulla si è trascurato perchè le sacre funzioni fossero riuscite edificantissime pel popolo avellinese. E davvero questa festa è stata in tutti i suoi particolari solenne e splendidissima, da appagare ogni pio e religioso desiderio, anzi da superare qualunque aspettativa.

Il nostro zelantissimo sig. Intendente Commendatore Mirabelli Centurione, fu quegli, che pose ogni sua cura perchè la festa fosse riuscita degna di Colei in onore di cui celebravasi.

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Apposite deputazioni girarono per la città raccogliendo largizio

Ci piace di aggiungere ancora la presente narrazione in forma di lettera della Festa celebrata nella descritta Cattedrale di Avellino il di 14 Gennajo 1855, di conseguenza all'altra celebrata in Roma negli 8 del precedente dicembre, per la promulgazione del domma dell'Immacolato Concepimento di Maria SS., e posteriormente pure in Napoli dal nostro augusto Sovrano (D. Ġ.): la qual narrazione è stata per noi tolta dalla RACCOLTA D'IMPRESSIONI PER MICHELE ZIGARELLI nestro germano, pag. 45, Avellino, dalla tipografia dell'Intendenza, 1833. E ciò come per serbare ai posteri la memoria di un tanto religioso avvenimento tra noi.

ni, e si videro tutti i ceti della civil comunanza, secondo la pietà, la fortuna e gli agi, largamente contribuire.

Precede alla festa solenne novenario nella cattedrale, riccamente ed ingegnosamente decorata, ed ove serbasi la bella e miracolosa Immagine di Nostra Donna della Concezione. In ogni giorno vespri con scelta musica, ed orazioni panegiriche tenute da nove sacri oratori, ed a sera benedizione col Santissimo.

Intanto il di della festa giungeva; ma il più acuto rovajo, mio pregiatissimo D. Filippo, lo spirito della più fiera procella minacciava tener chiusa la gente, come suole allorchè soffia torbido aquilone. Pur non di manco da ogni via, da ogni sentiero, da ogni banda, sbucavano a torme i terrazzani della Provincia da' variopinti colori, dalla scarpa pesante, gente diversa d'indole e di costumi e per forza di religione divenendo una sola famiglia.

Il sole alfine velato appariva sull'orizzonte, e già le case pavesavansi tutte di coltri, di serici veli e d'altrettali adornamenti. L'onda popolare rigurgitava nell' alveo della bella e spaziosa strada de' Pioppi, e sulla via, sugli innumeri balconi e finestre delle circostanti case, in mille pittoreschi gruppi aggruppavasi in atto di rispettosa aspettazione. Già le salve militari e il suono delle campane l'anima preparano a dolci commozioni,ed il raccoglimento cristiano impera su i sensi, li rapisce e li astringe a profonda venerazione. Oh! quale dolce spettacolo era l'ondeggiamento di tante teste! e l' agitar delle labbra solamente appalesava l'unico pensiero.

Cessò ad un tratto il mormorio dell'onda, e la sua voragine spalanca vasi innanzi alla reale truppa della Guarnigione schierata in due ale.

La processione procedeva come segue:

Un distaccamento dell' 11.° Cacciatori comandato da un uffiziale. La banda musicale dell' Orfanotrofio Loffredo di Monteforte. Le confraternite e la nobile arciconfraternita del SS. Sagramento agl' Infermi. I frati Cappuccini. I Parrochi. Il Clero. Oltre a 30 distinte donzelle bianco vestite e portanti al collo, sospesa a nastro cilestre, l'immagine della Vergine, che, dirette dalle proprie istitutrici le Figlie della Carità, cantavano accompagnate dalla banda municipale un inno alla Vergine, appositamente scritto dall' egregio comune amico sig. Pirro Giovanni de Luca e messo in musica dal maestro Gio. Battista Vespoli. Quindi il Capitolo in ricchi festivi paludamenti, fiancheggiato dagli alunni delle Scuole Pie della Provincia con torce accese, ed avendo alla testa, in abiti pontificali, monsignor Michele Adinolfi, già vicario capitolare della nostra diocesi, oggi vescovo di Nusco, e l'abate Ordinario di Montevergine D. Gioacchino Cessari. Indi la statua della Vergine Immacolata sotto di ricco baldacchino, circondata da mille doppieri e da un plutone delle Reali Guardie d' Onore.

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