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tes similia jura nominandi, utuntur, potiuntur, congaudent, seu uti, potiri et gaudere poterint in futurum, de jure investientes dictum Reverendum Archipresbyterum, ejus vita durante, de praedicto jure nominandi juxta praesentium expeditionem, cum oneribus contentis in supradicto decrelo; reservantes insuper nobis nostrisque successoribus supradictorum Canonicorum institutionem et collationem. In quorum omnium et singulorum fidem, has praesentes Bullas nostra propria manu subscriptas, nostrique soliti sigilli appensione munitas, per infrascriptum nostrae Episcopalis Curiae Avellini et Frequenti Notarium et Actuarium fieri fecimus et mandavimus. Datum in Episcopali Palatio nostro Avellinensi, Anno a Nativitate Domini MDCXXIV, VII Indictionis, die vero VIII mensis Augusti, Pontificatus Sanctissimi in Christo Patris et Domini Nostri, Domini Urbani Divina Providentia Papae VIII Anno II, Praesulatus vero nostri anno XVI Feliciter: Amen. Mutius Episcopus Frequentinus et Avellinensis. Registrato in registro IX, fol. 28 a tergo. D. Martius Trotta Notarius et Actuarius.

Praesens copia extracta est a suo originali in Archivio Collegiatae Ecclesiae Cryptaeminardae existenti, cum quo facta collatione concordat, salvo elc. Abellini die 10 Maii 1840. Joseph Canonicus Pelosi Procancellarius. Adest signum.

Aggravato finalmente il vescovo Cinquino dagli anni, si risolse deporre il peso episcopale nelle mani di Urbano VIII Barberini, pontefice di molta singolarità, e successore di Gregorio XV, Ludovisi, fondatore della Congregazione de Propaganda Fide;

il che avveniva non nel 1626, secondo l' Ughelli, il. De' Franchi ed il Pionati, ma nel 15 dicembre dell'anno precedente, come dagli atti della Romana Cancelleria, e con quelle pensioni e vantaggi che seppe egli dimandare; è fatto così ritorno in Roma, vi compi tosto sua carriera mortale nel di 8 aprile 1627. Septuagenario major, come nota lo stesso Ughelli: il suo cadavere fu posto nella tomba degli avi nella basilica Liberiana.

Oltre ai due germani Curzio e Roberto, ebbe egli una sorella a nome Giulia, la quale impalmatasi al distinto Mario Ferri Orsini non ebbe prole; perciò eresse in Roma il monastero della Purificazione, et haeredem ex asse instituit, ut nobiles virgines ibidem gratis alerentur, come dall'autore medesimo ricavasi.

Ebbe il Cinquino a suoi vicarii generali il mentovato d'Offieri, Angelo de Grazia dottore nell' una e nell'altra legge, e protonotario apostolico, non che Antonio Maricone della diocesi di Nocera, che poi alla morte di Agostino Barbò Ticinese avvenuta nel 20 settembre 1612, gli successe pur da vicario apostolico, nella chiesa arcivescovile di Brindisi. A metropolitani poi ebbe il cardinale Arigonio, eletto come dicemmo nel 1607 e morto in Napoli nel 3 aprile 1616, ed il prefato di Sangro a lui succeduto nel 2 del seguente maggio, sotto del cui governo furono dichiarati patroni della città di Benevento s. Biagio v. e m., s. Donato vescovo di Arezzo e m., s. Domenico, s. Tommaso d'Aquino, s. Ignazio, s. Francesco Saverio, e s. Andrea d'Avellino (1); il che forse

(1) Questo gran santo cotanto invocato contro il morbo apo

avvenne dietro l'estraordinario tremuolo del 30 luglio dell' indicato anno 1627, il quale contristò quasi tutto il regno, conquassò più luoghi della Puglia, atterrando s. Severo, Lesina, Torre-maggiore, s. Paolo e Serra-Capriola, colla morte di circa 17000 persone.

Da ultimo notiamo che il Cinquino facea per arma cinque fasce bianche in campo azzurro.

pletico, e la cui gloriosa salma venerasi nella chiesa di s. Paolo maggiore in Napoli, si crede originario di Avellino, nascendo nel 1521, ed essendo morto nel 1608. E perciò il Mugnos nel TEATRO DELLA NOBILTA' DEL MONDO, pubblicato in Napoli per Novello de Bonis nel 1680, in parlare di lui e della sua spettabilissima famiglia, alla pag. 517, così ebbe a notare : « Avellino famiglia antica nobile » del Regno di Napoli, vogliono che prendesse il Cognome dal » Dominio di Avellino: oggi Principato dell'Illustre Famiglia Carac»ciolo: ma più l'onorò il B. Andrea Avellino Teatino. Spiega per >> armi un montone d' Oro in campo azzurro : non già monte » d'Oro, come altri scrissero. » Quindi gli Avellinesi per comunanza di patria, e per segnalate grazie ottenute dal santo, vollero allogarlo nel numero dei patroni, e lo stesso praticarono ancora gl' illustri principi di Avellino, trascegliendolo a patrono della famiglia e degli stati, come ricavasi dalle leggende sotto le statue antiche: B. ANDREAS AVELLINUS CLERIC. REGULARIUM DOMUS PROTECTOR AC PATRONUS. A confermare maggiormente la divozione de' principi di Avellino verso si gran santo notiamo col citato De' Franchi, che avendo monsignor Tommaso Caracciolo Rossi arcivescovo di Taranto rinvenuta una lettera dello stesso indiritta al suo bisavolo Marino conte di Torella, volle che fosse rinchiusa in un ostensorio ingemmato, e con istrumento vietava una col nipote Francesco Marino principe di Avellino, che gli eredi e successori potessero alienarlo. Finalmente il piissimo marchese di Arneto, Francescantonio Amoretti, ottenuto dai pp. Teatini un osso del costato del santo, dietro capitolare conclusione confermata dal loro generale, ne fe dono al duomo di Avellino, perchè fosse chiuso e conservato in un mezzo busto di argento, che rappresentava l'immagine del santo: busto che poi, con altri del Tesoro, fe parte de' saccheggi del 1799; e perciò altro di minore spesa ne venne lavorato anni or sono, e riposto nella chiesa di s. Francesco Saverio della città medesima.

FINE DEL VOLUME PRIMO.

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Indice generale delle materie contenute nella

presente opera
Introduzione Della città di Avellino e della
sua Cattedra

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Appendice-Versi dell'autore nella solenne ria-
pertura del duomo di Avellino nel 1844
Festa Sacra celebrata in Avellino per solen-
nizzare l'Immacolata Concezione in primo
istante Lettera di Michele Zigarelli ger-
mano dell'autore a Filippo Cirelli

SERIE CRONOLOGICA

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anno 40

42

21

S. Timoteo - anno 499
S. Ormisda pontefice
S. Silverio del pari pontefice-
anno 514

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522

VIII.

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XIII.

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Roberto

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XVI.

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120

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122

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anno

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del-

Fra Natinbene o Natumbene
l'Ordine Agostiniano-anno 1326 133
- anno 1334

Niccolò I

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Fra Raimondo Minorita -anno

1351

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140

Alberto Albertini - anno 1357. 147
Fra Niccolò II dell'Ordine de'
Predicatori -anno 1367.
-anno 1391.

Matteo

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Cicco o Francesco II Palombo

della Congregazione Benedettina
della Ss. Trinità di Cava-an-

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166
169

XXXII.

Battista Bonaventura o Ventura

canonico napolitano-anno 1466. 189

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