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Gioberti, la soavità e la varietà musicale della verseggiatura dantesca, e i pellegrini concetti, che l'armonioso plettro del cantore di Casella può destare negli studiosi dell'arte principe? E appunto il musico Casella (compositore di musica e cantore di tal finezza di canto, che a Dante parea quetar tutte sue voglie) fu dall'Allighieri reso immortale nella Commedia (Purg., 11. 105 e segg.). Ma più che cercare in Dante le lodi alla Musica, o le forme e similitudini che ei ne seppe trarre (1) (e ne potrebbe uscire lavoro non senza importanza pei raffronti), noto l'ispirazione che dalla D. Commedia trassero per le loro composizioni alcuni maestri di Musica. La sera (Purg., viii, 1-6) fu musicata dallo Schumann; la Pia de Tolomei (Purg., v, dal v. 130 al 136, tranne il 132) dal Marchetti. Scrisse il Mariotti (2): Il Rossini reputava insuperabile l'armonia Dantesca; talchè in una lettera al suo amico Pedroni di Milano scrisse così: Houdito che a Donizzetti è venuta la melanconia di mettere in musica un canto di Dante (3)! Mi pare questo troppo orgoglio. In una impresa simile credo che non riuscirebbe nemmeno il Padre Eterno, ammesso che questi fosse maestro di musica. Vero è che il Rossini stesso mise poi in musica il racconto di Francesca (4); ma ciò dimostra la fatale gara dei sublimi ingegni. ›

Il Nelli e l'Arteaga affermano che il discorso di Ugolino fu pur musicato da Vincenzo Galilei, padre del gran Galileo; e altrettanto fecero Niccolò Zingarelli e il perugino Francesco Morlacchi (5).

Bisogna proprio dire col Vogeltein, che Dante è il poeta non solo dell'Italia, ma di tutto il genere umano. Consolantissima cosa che sempre a buon diritto si potessero soggiungere queste altre parole del grande artista, di Dante innamoratissimo : ◄ Chi studia nella Divina Commedia, e non fa progresso nella rettitudine della mente, non l' ha studiato mai daddovero.

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(1) Cf, Purg., vIII, 1-18; Ix, 140-1; xxvIII, 40-1; xxix, 1; Par., vIII, 17; x, 70-76 e 146-8; x11, 6-9; xvi11, 73-81; xx111, 97-109; xxviii, 1-3, e altrove. (2) Dante e la statistica delle lingue, Firenze, 1880, pag. 20.

(3) Le parole d'Ugolino (In/. xxxiii, 1-84.

(4) Ins., v, 127-138.

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Dante e le Belle Arti è un

(5) Cf. Ferrazzi, Man. Dant, 11, 309-319. dotto ed elegante discorso di Carlo Vassallo. Asti, 1883.

APPENDICE XIII.

SPECCHIO CRONOLOGICO

DE FATTI CHE AVVENNERO TRA IL 1265 E IL 1321

E CHE NELLE Opere di Dante TROVANO RISCONTRO E CONFERMA (1).

1265. Dante nacque in Firenze (2); è incerto i! giorno della nascita; ma essa avvenne nella costellazione de'Gemini ( tra il 21 Maggio e il 20 Giugno secondo il Calendario Gregoriano). Nel suo mistico viaggio giunto il Poeta nel Cielo delle stelle fisse pel segno de' Gemini, rivolto a loro dice:

O gloriose Stelle, o lume pregno

Di gran virtù, dal quale io riconosco

Tutto, qual che si sia, lo mio ingegno (3);

Con voi nasceva, e s'ascondeva vosco
Quegli ch'è padre d'ogni mortal vita,

Quand' io sentii da prima l'aer tosco,

Par., XXII, 112 e segg.

(1) Per i nomi proprj, che m'accade di citare in questa Appendice, si veggano le notizie nel mio DIZIONARIO DANTESCO.

(2) Veggasi l'Appendice: ALBERO GENEALOGICO. Nell' Inf. XXIII, 94:

I' fui nato e cresciuto

Sovra il bel fiume d'Arno alla gran villa.

Cf. XV, 58; XXXIII, 13; Purg. VI, 127; Par, IX, 127; XXV, 5; XXXI, 39, e altrove; Conv., I, 3. E Vulg. El., I, 6: Sarnum bibimus ante dentes.... Ad voluptatem nostram, sive nostrae sensualitatis quietem, in terris amoenior locus qram Florentia non existit.... Florentia, unde sum oriundus et civis.

(3) Dell'opinione di Dante sulle influenze celesti, veggasi nel DIZIONARIO DANTESCO quanto raccolsi e ragionai alle voci CIELI (E, I, II, III, IV), EDUCAZIONE, LIBERO ARBITRIO.

E l'opinione di Dante sulla ricevuta influenza da quella Costellazione nel suo nascimento, è confermata dalle parole dettegli da Brunetto:

Se tu segui tua Stella,

Non puoi fallire a glorioso porto,
Se ben m'accorsi nella vita bella,

Inf., XV, 55-7 (cf. XXVI, 23-4).

Fu battezzato nel battistero di San Giovanni (il suo bel San Giovanni, Inf., XIX, 17), fonte del suo battesimo, Par., XXV, 8; e gli fu imposto il nome di Dante (1).

1266. Avuta la Provenza come dote della moglie (Purg., XX, 61), che era una delle tre figlie di Raimondo Berlinghieri (Par., VI, 130-135), Carlo d' Angiò, fratello di S. Luigi re di Francia, venne in Italia Purg., XX, 67); e il 26 Febrajo là la battaglia di Ceperano, presso Benevento, nella quale, per la defezione dei Pugliesi, Manfredi figlio di Federico II (2) è vinto e morto (Inf., XXVIII, 13-17; Purg. III, 103 e segg.); onde Carlo divenne re di Puglia e di Sicilia.

NON MORIBUS.

(1) Veggasi l'intestazione delle sue Epistole, ove quasi sempre si dice DANTES ALLAGHERIUS FLORENTINUS; in quella ai Cardinali Italici, DANTES ALLAGHERIUS DE FLORENTIA: in quella a Cangrande, DANTES ALLAGHERIUS FLORENTINUS NATIONE, E Dante to appella Beatrice, Purg. XXX, 55 (cf. Epist. IX, 4). In un Documento, che citerò più innanzi (sotto l'anno 1306), è detto Dantinus. Come Dante fece di certi nomi, volendone trarre un certo significato, quasi oroscopo (cf. Vit. N., §. XXIV, Par., XII, 67-70 e 79-81), così da altri « sul nome di Dante, nota il D'Ancona (Vit. N., pag. 13), furono fatti giuochi ingegnosi: vedi il Boccaccio e il Buti: e MUCCHIO DA LUCCA: O spirito gentile, o vero dante A noi mortali il frutto della vita; BANDINO D'Arezzo: Quum Dantes per ethymologiam dicatur quasi dans Theos, idest Dei notitiam: e GIOVANNI DA SERRAVALLE, traduttore in latino della Div. Commedia: Licet Dantes possit variis modis inter· terpretari.... sufficiat dicere, quod Dantes dicitur dans se ad aliqua: iste auctor Dantes dedit se in inventute omnibus artibus liberalibus.

(2) « Illustres heroes Federicus Caesar, et bene genitus ejus Manfredus, nobilitatem ac rectitudinem suae formae pandentes, donec fortuna permansit, humana secuti sunt, brutalia dedignantes: propter quod corde nobiles, atque gratiarum dotati (cioè gli ingegni illastri ), inhaerere tantorum Principum majestati conati sunt; ita quod eorum tempore quicquid excellen tes Latinorum enitebantur, primitus in tantorum Coronatorum aula prodibat. Vulg. El., I, 12.

Per la sconfitta e morte di Manfredi, i Guelfi, cacciati due volte dai Ghibellini, tornano per la seconda volta in Firenze, e i Ghibellini se ne vanno: Inf., X, 46 e segg.

-Catalano de' Malavolti, e Loderingo degli Andali, Bolognesi, quegli di parte ghibellina, questi di guelfa, eletti Podestà di Firenze, comprati dai Guelfi, si danno a perseguitare i Ghibellini, ardendo le case loro, segnatamente quelle degli Uberti, ch' erano nel Gardingo, nome d'una contrada presso Palazzo Vecchio: Inf., XXIII, 103 e segg. Di tal partito si fece fautore Gianni del Soldanier (Inf. XXXII, 121), prima ghibellino, indi passato ai Guelfi. Dai successivi perdoni, concessi ai Ghibellini, furono sempre esclusi gli Uberti in odio a Farinata per il fatto di Montaperti; Inf., X, 82.87.

Tra il Maggio e il Giugno nasce BEATRICE. Cf §. 2; Purg., XXX, 124 e segg.

Vit. N.,

1268. 23 Agosto. Battaglia di Tagliacozzo, ove è preso Corradino, da Carlo I d'Angiò due mesi appresso mandato al patibolo: Inf. XXVIII, 17; Purg., XX, 68.

1269. Giugno. I Senesi e gli altri Ghibellini guidati da Provenzan Salvani (Purg., XI, 121) e dal Conte Guido Novello, sono sconfitti dai Guelfi fiorentini presso Colle in Valdelsa: Purg., XIII, 115 e segg.

1270. Nasce Cino da Pistoja, illustre poeta, del quale Dante si chiama amico, e cui indirizzò un' Epistola, intitolaia Exulanti Pistoriensi: Epist. IV.

Guido di Monforte, in una chiesa di Viterbo, uccide Arrigo, figliuolo di Riccardo di Cornovaglia; Inf., XII, 120.

1272. Morte di Arrigo III, re d' Inghilterra: Purg., VII, 130132; Par. XIX, 122.

1273. Rodolfo d'Asburgo viene eletto Imperatore: Purg., VII, 94-96, Conv. IV, 3 (1).

(1) È notabile il punto qui allegato del Convito: « Federico di Soave, ultimo Imperatore e Re de' Romani ( ultimo, dico, per rispetto al tempo presente, non ostante che Ridolfo e Adolfo e Alberto poi eletti sieno appresso la sua morte e de' suoi discendenti)... Anche nel Poema chiamò Federico ultima Po-sanza (Par. III, 120); ma certo, non tanto rispetto alla Casa degli Hohenstauffen, quanto per la dignità dell' Impero, nota il Giuliani, esercitata efficacemente.

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