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I. Unità che viene all' istoria dall' unico

reggimento di Dio.

"O fratel mio, ciascuna è cittadina
D'una vera città

Purg., XIII.

Bellissimo e principale di tutti i concetti di filosofia della storia, che la luce del Cristianesimo abbia fatto nascere nelle menti illuminate da lei, è certamente quello di una divina città, ordinatissima e concordissima comunanza, in cui le umane genti di tutti i tempi in sublime unità di operazioni e di affetti si congiungono a quelle prime creature, che son cima del mondo.' Posta l'unità di un Dio provvidente e l'unità dell'umana specie, anzi di tutti gli spiriti creati nel Vero e nel Bene infinito, e' ne deriva spontanea la magna idea di una eccellente città, sciolta da ogni legame di spazio e di 1 Parad., XXIX.

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tempo e stretta nell'amorosa imitazione di unica Mente, che sia norma suprema di giustizia e insieme dolcezza di premio ineffabile. I Pagani, che l'unità di una Provvidenza non seppero porre neppure in cielo, ma le discordie della terra vi trassero con mirabile contradizione, e che l'umanità sparpagliarono in lor pensiero secondo che l'odio divisore e disperditore insegnava, non potettero avere nè anco una lontana immagine della sovrana città, di cui parlo. Primo ad annunziarla fu l'Apostolo delle genti nella sua Epistola agli Ebrei; ma quegli che ne fece sublime fondamento alla nuova filosofia della storia, è Agostino in quel suo divino lavoro, che da lei piglia nome. Ivi l'Affricano acutissimo ne investiga il più riposto principio e lo splendido procedimento e l'altissimo fine. E' ficca lo sguardo aquilino dell'intelletto negli abissi dell'umana natura e de' caduti seguaci di Lucifero, poi lo solleva alle supreme altezze degli Angeli eletti e di Dio; e mentre laggiù vede tenebre e cupidità smisurata, lassù vede luce e amore senza confine; ma come dal più fitto delle tenebre non si va d'un tratto a piena e vivissima luce, così in questo temporale pellegrinaggio dell' umana gente rifatta sana dal Cristo, eʼravvisa, per così dire, il mattino che annunzia la meridiana luce del giorno eterno. E poichè la città pagana fu tenebrosa città andata innanzi a questa città di luce, per far pieno il suo bellissimo trattato egli chiama testimoni le antichissime tradizioni e le istorie a dimostrare che quell'antica città fu giustamente riprovata

'Le sentenze in bella copia recate da Giustino il filosofo nel suo De Monarchia non contrastano a ciò ch'io dico; perchè altro è la prepotenza di Giove e altro la sapiente onnipotenza dell' Iddio cristiano. Eppoi, dal concetto di un reggitore unico a quello di una perenne e congiuntissima famigliarità di tutti gli spiriti in Dio v' ha un gran tratto.

da Dio, e che nel consiglio di lui, potente a tornare il male in bene e le tenebre in luce, fu preparazione alla nuova. Questo era da dire, perchè meglio s' intenda il concetto dantesco dei tre regni, concetto raccoglitore di tutte le parti del poema e che le stringe fra loro in fortissimo vincolo di potente unità. Cotal concetto infatti dalla mente di Agostino fu raggiato, quasi direi, come in ispecchio, nella mente di Dante: avvegnachè il primo regno risponda alla città pagana che Agostino opponevȧ a quella di Dio; il secondo a quella parte della città divina che, a detto di Agostino, pellegrinando in terra, si ricrea degli albóri di un'immortale speranza;1 il terzo infine all'altra parte della divina città, che già gode nel cielo della perfetta luce di Dio. E che veramente il secondo e il terzo regno non sieno due città, si due parti di una grande città, che sola è vera, lo dice lo stesso Dante, allorchè a sè medesimo, che domandava le anime del secondo girone del Purgatorio, se fosse tra loro alcun Latino, fa rispondere:

O fratel mio, ciascuna è cittadina

D'una vera città; ma tu vuoi dire
Che vivesse in Italia peregrina.

Ricca sentenza che, ben pensata, då frutto di nuova e bella considerazione. La cittadinanza in essa è contrapposta al pellegrinaggio, e vi si fa intendere che solo quanto a quest'ultimo può farsi nell' umana compagnia discrezione di luogo o di tempo. Or come le singolari

« La Commedia è la storia dell'umanità. Nell' Inferno avvi la prima epoca da Adamo a Cristo.... Nel Purgatorio vi è delineata la nuova êra dopo la rivelazione della Beatrice dantesca o della scienza sacra.... » G. B. Cereseto, Della epopea in Italia considerata in relazione colla storia della civiltà, pag. 48.

cittadinanze civili hanno riguardo alla potestà che le congiunge e le regge, chè altrimenti non sarebbero ; così la universa cittadinanza spirituale si riferisce necessariamente all' unica potestà di Dio, reggitore supremo di tutti gli spiriti. Il pellegrinaggio invece pone l'arbitrio di chi pellegrina, secondo il quale ogni nazione pellegrinante quaggiù verso l'altezza remota della sua perfezione muovesi in quella guisa che meglio si addice all'indole ed a'costumi di lei. Di che viene a conchiudersi, che mentre l'umana specie varia di sembianze e di modi di civiltà nelle varie nazioni ond'è composta, la immutabile provvidenza di Dio nell'unità di un reggimento e di una comunanza invisibile la raccoglie e l'aduna; sì che la varietà dell' umano operare nell' uno del divino volere metta fior di bellezza ineffabile, eterna.

2. Gesù Cristo principio di altissima distinzione

e di accoglimento nella umana istoria.

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Come nel quarto giorno della creazione questo lume visibile che diciamo sole, alla voce di Dio fecesi a distinguere il tempo della vita materiale; così in sul bel mezzo dell' umana istoria, onde quel giorno fu già tolto a figura, il figlio di Dio, sole invisibile di sapienza, ricreando l'umano spirito, parti il tempo della vita spirituale di lui in due grandi stagioni: si che, a simiglianza del di e della notte, che si distinguono fra loro secondo il mostrarsi o il nascondersi del sole, l'umana

1 Vedi l'Ettaplo di Giovanni Pico Mirandolano, lib. VII, cap. 4.

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