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A CHI LEGGERÀ.

"Ma la parola, che dal cuor non parte, Mai ne' cuori non entra.......

GÖTHE.

Prefazioni, vòlte solo ad accattar benevolenza o a rimpinzare il volume, a me non garbano; ma stimo buono mandar innanzi a ciascun libro la franca parola, che ti schiari un tantino dell'animo di chi scrive e ti metta l'occhio ne' ripostigli del suo pensiero.

Altri da bellezza è condotto a verità, io da verità fui condotto a bellezza; e ora li vedo nella mia mente questi due mirabili aspetti del Valore infinito rimandarsi lume, quasi come due volti soavi, onde ride unica letizia d'amore. Fanciullo vivace, io sentiva dentro me irrequieto desiderio della bellezza

dell'arte ma le retoriche vanità, che paion persona, i pomposi dettami, che il poeta alemanno ben somiglia a vento nebuloso tra le aride foglie, non potevano farmi contento; e io, sdegnando, siccome vano, lo studio di siffatta bellezza, mi gittai bramoso alle severe investigazioni del vero, cer

cando con amore crescente i libri scritturali, i Padri, i filosofi, i poeti teologi, Dante fra tutti, perchè stupendo accoglitore dell'antico senno e del nuovo. Ma in Dante io vagheggiava il pensatore; e l'anima mia era tutta intesa alla dottrina, che s'asconde Sotto il velame degli versi strani: onde il mio primo lavoro dantesco fu d' indole filosofica, e i pochi e brevi discorsi, che qui precedono alle Ragioni supreme, o furono, come il Gregorio VII, frutto di studii sulle ragioni dell' istoria nostra, studii naturalmente raccoltisi al maggior segno del mio meditare, o mi vennero opportuni nell' atto dell'insegnamento, quali il Veltro allegorico e il Satana. Se non che, come più e più prendevo della sconfinata vista del Poema sacro,

Limpido mar di sapienza bella,

mi sorgeva dinanzi ognor più chiara ed aperta la splendida forma dell' arte, quasi nuovo sole, che lentamente dilegua le temperanze de' vapori spessi. Ma questa era quieta visione intellettuale e non anco bellezza viva del cuore, che brilla dell' intima vita di uno scrittore, dentro ricevuta e sentita. Intanto l'amore e il dolore svegliavano e crescevano ogni riposta forza dell' anima mia: ond' io, più giovane e vivo che non fossi stato mai, mi vòlsi di nuovo al Poema sacro e vi scôrsi una seconda non più vista bellezza, come il Poeta, avvalorato dalle Ninfe beate, negli occhi della sua Donna. Allora mi prese

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talento di scrivere l' Evidenza e la Beatrice, studiando a trar fuori dall' intimo della parola il segreto della vita, l'arte dell' affettuoso pensiero, che osservando raccoglie e trasfigura il veduto universo o, ripiegato sopra sè stesso, investiga e talora divina le meraviglie dell' anima e dell' Increato. Chi poi dicesse che, meditando sull' opera altrui, troppo io v'ho posto del mio, non gli vorrò male per questo; ma liberamente gli dirò: che sull' opera altrui (nè potevo fare altrimenti) sempre meditai con amore, che l' amore di necessità genera e crea. Se nell' anima dell'Alighieri fosse davvero ciò ch' io vidi e sentii nella sua parola, uomo non sa ma che monta? Ogni concetto di questo libro fu pensato per solo amore del vero; e tu, onesto lettore, in nome di questo amore comune prendilo in buon grado e, se anco a te paia tale qual fu nel mio desiderio, danne lode a quella sovrana Verità, che in quanto vive e sente e vuole desta un' eco potente, che a lei ne richiama.

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