In gio' si rinnovelli Da grandi e da zitelli, Poichè lo tempo vene Siccome si convene, Vostra altezza presiata, Che sete angelicata criatura. Angelica sembranza In voi, donna, riposa : Fu la mia disianza! (19) Vostra cera gioiosa, Poichè passa e avanza Natura e costumanza Bene è mirabil cosa: Fra lor le donne Dea Vi chiaman, come sete; E chi porria pensare Oltr' a natura umana oltr' a natura ? Vostra fina piacenza * II. 23 nė misura. OICHÈ saziar non posso gli occhi miei (32) (1) Di guardare a madonna il suo bel viso, Ch'io diverrò beato, lei guardando. A guisa d'Angel, che di sua natura, (5) Diven beato, sol vedendo Iddio; Così essendo umana criatura Guardando la figura Di questa donna, che tene il cor mio, Porria beato divenir quì io; Tant'è la sua vertù, che spande e porge, Se non chi lei onora desiando. I * III. O mi son pargoletta bella e nova: Io fui del cielo, e tornerovvi ancora ; Che non gli fu in piacere alcun disdetto, (1) (4) |