Quando natura mi chiese a colui; Che volle, donne, accompagnarmi a vui. Ciascuna Stella negli occhi mi piove Della sua Ince, e della sua vertute: Le mie bellezze sono al mondo nove; Queste parole si leggon nel viso D'una Angioletta, che ci è apparita. Ond' io, che per campar la mirai fiso, Da un, ch' io vidi dentro agli occhi sui, IV. K (11) (18) EH nuvoletta, che 'n ombra d' Amore (1) Negli occhi miei di subito apparisti; Abbi pietà del cor, che tu feristi Che spera in te e desiando muore. Tu nuvoletta, in forma più che umana, Col tuo parlar, ch' ancide; Poi con atto di spirito cocente Criasti speme, che 'n parte mi è sana, Deh non guardare, perchè a lei mi fide; Ma drizza gli occhi al gran disio, che m' arde, Sentito han pena dell' altrui dolore. (5) * V. K O non domando, Amore, Fuorchè potere il tuo piacer gradire ; Così t'amo seguire In ciascun tempo, dolce il mio Signore. E sono in ciascun tempo ugual d'amare Quella donna gentile, Che mi mostrasti, Amor, subitamente Un giorno, che m' entrò sì nella mente Veggendo te ne' suoi begli occhi stare; Che dilettare il core - (1) (5) Dappoi non s'è voluto in altra cosa, Fuorchè in quella amorosa Vista, ch' io vidi, rimembrar tutt' ore. Questa membranza, Amor, tanto mi piace; E si l'ho immaginata, Ch' io veggio sempre quel' ch' io vidi allora ; Ma dir non lo porria; tanto m'accora, Che sol mi s'è posata Entro alla mente, però mi do pace, Che 'l verace colore Chiarir non si porria per mie parole: Amor (come si vole) Dil tu per me, là u'io son servitore. Ben deggio sempre, Amore, Rendere a te onor, poichè desire Mi desti ad ubbidire A quella donna, ch'è di tal valore. (15) (25) * VI. ONNE, io non so di che mi preghi Amore, (1) Ched ei m' ancide e la morte m'è dura; E di sentirlo meno ho più paura: Nel mezzo della mia mente risplende (4) Un lume da' begli occhi, ond' io son vago, Che l'anima contenta; Vero è, ch' ad or ad or d'ivi discende Una saetta; che m'asciuga un lago Dal cor pria che sia spenta. Ciò face Amor, qual volta mi rammenta La dolce mano e quella fede pura ; Che dovria la mia vita far sicura. VII. OI, che sapete ragionar d' Amore, [(1) Udite la Ballata mia pietosa, Che parla d' una donna disdegnosa, La qual m' ha tolto il cor per suo valore. Tanto disdegna qualunque la mira, (5) Che fa chinare gli occhi per paura; Che d' intorno da' suoi sempre si gira D'ogni crudelitate una pintura; Ma dentro portan la dolce figura, Ch' all' anima gentil fa dir: Mercede; Si vertuosa, che quando si vede, Par ch'ella dica: Io non sarò umile Verso d' alcun, che negli occhi mi guardi; Io non spero, che mai per la pietate Degnasse di guardare un poco altrui; Perocchè i miei desiri avrau vertute Contra il disdegno, che mi dà Amore. (13) (21) |