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Si sa di certo, che l'innamoramento di DANTE con Bice ossia Beatrice, figlia di Folco Porticari, cominciato mentre ambedue erano in età di circa dieci anni, e durato fino alla morte di essa seguita nel 1290, non era sol misterioso, ed allegorico, ma che sotto il nome di Beatrice intender solo si debba la Sapienza, o la Teologia. DANTE stesso nelle sue Opere ha parlato di questo amore in termini così enimmatici, che sembrano spesso gli uni agli altri contrari, e ch'è difficile l'adottarli tutti sì nel senso allegorico, quanto nel letterale ; però egli è indubitato che la Beatrice della Vita nuova non era un allegoria, ma una persona vivente come proveremo in seguito. Il suo Maestro era Brunetto Latino, uomo che potea istruirlo negli studi di ogni maniera, e molto gli giovò l'amicizia, che con lui ebbe Guido Cavalcanti. Amò le arti liberali, e n'è prova l'amicizia di lui avuta con Oderigi, e col celebre Giotto.

Le Opere di DANTE sono le seguenti:

1. La Vita Nuova, ch' è una storia de' giovanili suoi amori con Beatrice, frammischiata a diversi componimenti poetici, cui per essa compose.

2. Il Commento (ossia l'amoroso Convivio) su 14 sue Canzoni, il quale però fu da lui lasciato imperfetto, poichè non comprende, che tre sole Canzoni col loro Commento.

3. Il Libro della Monarchia, che fu da lui scritto in latino, e in esso prese a difendere i dritti Imperiali, e scrisse perciò di essi, e dell' Autorità della Chiesa, come potea aspettarsi da un Ghibellino, che del contrario par

tito riconosceva il suo esiglio, e tutte le sue sventure. In latino ei pure scrisse:

4. I Libri de vulgari Eloquentia, i quali essendo da prima usciti alla luce solo nella lor traduzione italiana, furon creduti supposti a Dante, nè si riconobbero, come Opera di lui, se non quando ne fu pubblicato l'originale latino in Parigi nel 1577.

5. La traduzione in versi italiani de’Salmi Penitenziali, del Simbolo Apostolico, dell' Orazione Domenicale, e di altre simili cose sagre, le quali Poesie troppo diverse dalla Divina Commedia sono state date alla luce dall' Ab. Quadrio l'anno 1752. Delle quali Opere, e di alcune contese, a cui esse hanno data occasione, delle lettere scritte da Dante (1), delle Poesie italiane e latine, e di una Canzone Provenzale, che di lui abbiamo (veggansi le memorie del signor Pelli § 17 c. 18), a cui però è da aggiungere, che le Poesie Sagre, che vanno unite a' Salmi Penitenziali tradotti da Dante, credonsi Opera del celebre Apostolo Zeno, non già di Dante, ma o di Ant. dal Beccaio Ferrarese, o di qualche altro Pocta contemporaneo del

Petrarca.

6. Prima che DANTE fosse mandato in esiglio scrisse i primi sette Canti della sua (dal 1555 Divina chiamata) Commedia in cento Canti, ognuno di 130 a 140 versi, il resto finì nel suo esiglio. Quest'Opera rappresenta nella prima parte della migrazione allegorico-poetica per l' In

(1) Alcune di queste lettere inedite furono recentemente ritrovate, e pubblicate nella Germania.

ferno, il Purgatorio, ed il Paradiso, abbracciando la Terra, il Cielo, e il Tartareo regno, l'umanità ribellante contro Iddio, il peccato variforme, l'eterne pene degli scellerati per ispaventare gli uomini da' peccati. Nel Purgatorio dimostra il pentimento, la tendenza di riconciliazione coll' Ente Supremo, la purificazione per la sincerità, e per l'umiltà; dinota aver bisogno l'intelletto del lume della ragione, e dell' aiuto celeste per esser degno di nuova emancipazione, di trasfigurazione, e dell' eterna beatitudine. Dal Purgatorio salendo con aquiline ali, vola alle superne sedi, ove si spande una sempre più crescente luce, la quale significa l'eccellenza della Teologia, che tanto vince le dottrine umane, quanto ella, vieppiù illuminandoci nella vera cognizione di Dio, è stromento di farci pervenire allo stato d'eterna felicità.

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Sotto diversi velami nascondesi in quest'Opera immortale una somma scienza. Qual Fisico del suo tempo ci descrisse con più lucide ragioni tutti i moti naturali, secondo il luogo, o secondo la forma imperfetti, animati o inanimati a norma delle opinioni astrologiche, e fisiche di que' tempi? Qual corso di stella, qual congiunzione, qual rivoluzione di cielo è stata da lui pretermessa?

È ben vero, che la Divina Commedia abbia non pochi, e non leggeri difetti, essendo talvolta lo stile languido, i versi d'insoffribile durezza, e le rime sforzate, e strane; però una vivacissima fantasia, un ingegno acuto, uno stile a quando in quando sublime, patetico, energico, che solleva, e rapisce, immagini pittoresche, fortissime invettive,

tratti teneri, e appassionati sono un ben abbondante compenso dei difetti, e delle macchie, che in essa s'incontrano.

Moltissimi vi furono in que' tempi, che cercarono di rischiarare Dante, però il frutto delle loro fatiche non era grande. Invece d' illustrare i passi più oscuri, indicare le istorie, che vi si trovano solo accennate, la maggior parte degl' Interpreti gittavano il tempo nel ricercarne le allegorie, e i misteri.

PARERE DI FEDERICO SCHLEGEL

CELEBRE FILOSOFO TEDESCO

INTORNO LE OPERE DI DANTE

✪ SCHLEGEL trattando dell'origine della Poesia Romantica del medio evo, parla di Dante ne' seguenti termini :

« Dante, maestro di una lingua, ch'ei maneggia con » arte profonda in una classica brevità dello stile sapeva » unire in un modo strano nel suo vasto fabbricato di

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visioni, il fantastico della Poesia romantica, e la dura

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D

politica Ghibellina, animata dalla venerazione della gloria

» de' Romani antichi, colla scienza scolastica, e le sue distinzioni, abbracciando tutte le tre regioni del mondo » invisibile non ha trovato veramente un'imitazione generale, formando una via permanente dell' arte po»steriore. Di ciò nondimeno rimane quest'Opera un fe» nomeno caratteristico, straordinario, e maraviglioso, in » cui si manifesta in un modo il più interessante la ten» denza particolare di questa prima epoca scolastico-ro»mantica dell'arte, e della scienza Europea. Gli elementi » i più differenti vi si trovano uniti, e muovonsi non >> sempre isolati sul loro proprio territorio, ma bene spesso » in istrana relazione, ossia in iscambio (per così dire), » delle sfere, e delle parti le une colle altre. L'oggetto, » e l'argomento delle sue Canzoni leggiadre, e romanti» che dinotasi spesso per una vera Scolastica dell'amore, » essendo anche nello stile delineate con un' arte inten»zionata. Le Antitesi logiche, le Tornate e arguzie sono » un leggiadro giuoco della fantasia tanto in lingua, quan»to in versificazione. »>

(Philosophie der Geschichte. T. I. p. 157.)

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