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E specchio de vertù non vede oltraggio,
E viso de vertù claro colore,

E amor de vertù buon servitore,
E dono de vertù dolce lignaggio ;

E loco de vertù è conoscenza,

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E seggio de vertù amor reale
E poder de vertù è sofferenza;

E opera de vertù esser leale,

E braccio de vertù bella acoglienza,

Tutta vertù è rendere ben per male.
Folgore da San Gemignano (1260)

XVI.

ADONNA per virtute

D' Amor la pena m'è gioia, pensando,

Che giusto affanno fa dolce salute,

E sempre vive quel, che muore amando. Questa è la vita, è 'l ben, perch' io vi servo, E perchè vostro orgoglio Amor non parte Dal cuor, ma pur inalza il suo potere. Che 'l mio servir col buon pensier comparte In vostr' onor, per cui disio conservo; E quanto vi contenta m'è in piacere.

Di voi così volere

M'è tanto d'allegrezza, immaginando,
Che sol bontate fa 'l servir valere,
Nel qual diletto ognor vo pur montando.
Guido da Polenta (1290)

XVII.

NGELI, poiche 'l ciel s'averse a quella,

Ch'era luce terrena

(Dite la giù), che 'l Paradiso meno ? Tutta beltà de la Corte si cinse

Di canto, e di splendore

Nel venir suo, e Dio festa ne tenne.
Forza, potenza, ed alto valor pinse
In farle tanto onore;

Che maraviglia a noi grande ne venne.
Ma poi sentita vertù, che mantenne;
A dubitanza lena

Tolse la Donna, che non vide piena.
Allor la magestà chiara ci apparve,
Tanto più, ch'è d'usanza,

Che di sua altezza alquanto comprendemo.
Questo poter' un gran dono ci parve;
Che noi trasse ad amanza 9.

D'esta novella Donna ch' or' avemo,

La qual guardando cognoscer dovemo :
Ch'ella di grazia piena,

Donde certanza più laude raffrena.
Non ti lassiam, com'ell'è fatta, dire
In questo eterno stato

Lauda lo di del suo venir in vita.
Che nul di noi è forte a sofferire
(Sia quanto vuol beato)

Guardar ne' raggi di che ell'è vestita.
Vedesti in terra lei la più compita?
Cosi nel ciel di vergogna non pena,
Chi come Donna la tien per l'abena.

Francesco da Barberino (1290)

XVIII.

giubilo del core

Che fai cantar d'Amore.

Quande giubilo si scalda

Si fa l'uomo cantare,
E la lingua barbaglia,
E non sa che parlare
Dentro non può celare
Tanto è grande il dolzore.

Quando giubilo è acceso

Si fa l'uomo clamare; Lo cor d'Amore è preso Che nol può comportare Stridendo el fa gridare E non vergogna allore. Quando giubilo a preso

Lo cor ennamorato

Le genti l'han en derisio,
Pensando smesurato
De que sente calore.

O giubilo dolce gaudio

Ched entri ne la mente
Lo cor deventa savio
Celar suo convenente,
No po esser sofferente
Che non faccia clamore.

Chi non a costumanza,

Te reputa empazito,
Vedendo svalianza

Com'uom che desvanito

Dentro lo cor ferito

Non se sente de fuore.

B. Jacopone da Todi (1290)

XIX.

ONNA del cielo, gloriosa madre

Del buon Gesù, la cui sacrata morte
Per liberarci da le infernal porte
Tolse l'error del primo nostro padre.
Risguarda amor con saette aspre e quadre
A qual strazio n' adduce ed a qual sorte:
Madre pietosa, a noi cara consorte,
Ritranne dal seguir sue turbe e squadre.
Infondi in me di quel divino amore

Che tira l'alma nostra al primo loco,
Si ch' io disciolga l'amoroso nodo.

Cotal rimedio ha questo aspro furore,

Tal' acqua suole spegner questo fucco,
Come d'asse si trae chiodo con chiodo.
Guillone d'Arezzo (1300)

XX.

U

NA giovine Donna di Tolosa

Bella e gentil, d'onesta leggiadria,
Tanto è diritta e somigliante cosa
Ne' suoi begli occhi de la donna mia.

Che ha fatto dentro al cor desiderosa

L'anima in guisa che da lui si svia

E vanne a lei: ma tanto è paurosa
Che non le dice di qual donna sia.
Quella la mira nel suo dolce sguardo

Nè lo qual face rallegrar ancora
Perchè v'è dentro la sua donna dritta.

Poi torna piena di sospir nel core

Ferita a morte d' un tagliante dardo
Che questa donna nel partir le gitta.

Guido Cavalcanti (1300)

CANZONE IN MORTE DI DANTE ALIGHIERI

DI CINO DA PISTOIA (1310)

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U

per la costa, Amor, de l'alto monte
Drieto a lo stil del vostro ragionare
Or chi potrà montar

Poi che son rotte l'ale d'ogni ingegno?

I' penso che gli è secca quella fonte
Ne la cui acqua si potea specchiare
Ciascun del suo errare

Se ben volesse guardare nel dritto segno.

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