66 DANTE DA MAIANO A DANTE ALIGHIERI PER RISPOSTA. I ciò, che stato sei dimandatore Al tuo mistier (1) così son parlatore: Se van ti trovi e fermo della mente, Io qual ti fa favoleggiar loquendo: E se gravato sei d'infertà (3) rea. Sol c'hai farnelicato, sappie (4) intendo. Cosi riscritto el meo parer ti rendo: Nė cangio mai d'esta sentenza mea, C VOI, che per la via d' Amor passate, E prego sol, ch' a udir mi soffrïate; S'io son d'ogni dolore ostello e chiave. Amor, non già per mia poca bontate, Mi pose in vita si dolce e soave, Dio! per qual dignitate Cosi leggiadro questi lo cor have? Ora ho perduta tutta mia baldanza, Che si movea d'amoroso tesoro : Ond' io pover dimoro In guisa, che di dir mi vien dottanza: (1) Si che, volendo far come coloro, Che per vergogna celan lor mancanza " Di fuor mostro allegranza, E dentro dallo cor mi struggo e ploro. III. IANGETE, amanti, poi che piange Amore (1) Amor sente a pietà donne chiamare, (2) Perchè villana morte in gentil core Ha messo il suo crudele adoperare, Udite, quánto Amor le fece orranza: (4) Ch'i' 'l vidi lamentare in forma vera E poi riguarda in vêr lo ciel sovente, * IV. K DORTE villana, e di pietà nimica, Di dolor madre antica, Giudizio incontrastabile, gravoso, Poi c'hai data materia al cor doglioso, Ond' io vado pensoso: Di te biasmar la lingua s' affatica: E se di grazia ti vuoi far mendica, (1) Lo tuo fallir, d' ogni torto tortoso, (2) Ma per farne cruccioso Chi d'amor per innanzi si nutrica. Dal secolo hai partita cortesia, (3) E ciò che 'n donna è da pregiar virtute: Distrutta hai l'amorosa leggiadria. Più non vo' discovrir qual donna sia, Non speri mai aver sua compagnia. (4) * V. KR AVALCANDO l'altr' ier per un cammino, Pensoso dell' andar, che mi sgradia, Nella sembianza mi parea meschino, (1) Per non veder la gente, a capo chino. Quando mi vide, mi chiamò per nome, E recolo a servir novo piacere. (2) Ch' egli disparve, e non m'accorsi come. * VI. K ALLATA, i' vo' che tu ritruovi Amore, Tu vai, Ballata, si cortesemente, Che sanza compagnia Dovresti avere in tutte parti ardire; Che forse non è buon sanza lui gire; Con dolce suono, quando se' con lui, Appresso ch' avrai chiesta pietate: Sed egli ha scusa, che la m' intendiate. |