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L'ordine della presente relazione è il seguente. Copiosa descrizione della Spagna e brevissima dei regni ad essa appartenenti; entrate e spese, forze di terra e di mare e comandanti delle medesime; relazioni di Filippo II coi diversi potentati; governo dello stato; persone del re, del principe don Filippo suo figliuolo, della infanta Isabella, dell'imperatrice Maria, e dell' arciduca cardinale Alberto d' Austria.

Noi pretermettiamo la parte descrittiva, siccome quella che nulla aggiunge a quanto abbiamo dai precedenti ambasciatori, all' infuori del seguente passo che si riferisce alle recenti vicissitudini del regno d'Aragona, caduto pur allora da' suoi antichi privilegj per la ribellione suscitatavi nel 1591 da Antonio Perez.

Antonio Perez, per nazione aragonese, per patria di Saragoza, quanto un tempo amato e incredibilmente caro al re, altrettanto, per occulti rispetti, caduto in disgrazia e odiato da lui (1), fatto prigione in Madrid e con esquisiti ed atrocissimi modi tormentato per cavarne quello che più bramava Sua Maestà di sapere, con la vivezza del suo ingegno seppe ritrovare ed eseguire il modo di fuggire (2); e subito trasferitosi in Saragoza sua patria, ivi per le aderenze sue e parentadi, per la poca inclinazione de' popoli verso il re, per l'artificio delle sue sagaci invenzioni, e per la forza di una efficace eloquenza, in breve si fece molto numero di fautori, e accrebbe quello degli amici. Il re vedendosi, quando meno se lo pensava, uscito costui dalle mani, e sapendo che la libertà e i privilegj di Saragoza non gli permettevano di valersi della sua suprema autorità, ricorse a quel mezzo che era più efficace degli altri, cioè all' inquisizione; e col fargli

(1) Veggasi nella precedente relazione del Morosini la nota a pag. 327.
(2) Ciò fu nel 1590.

RELAZIONI VENETE,

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opporre molte colpe di errori nella fede, e di eresie, lo fece dimandare dal santo uffizio, sperando di ottenere per questa via quello che per altra non gli saria stato nè facile nè possibile. Fatto Antonio prigione della inquisizione, il moto nella città fu estraordinario, dolendosi ognuno che quello, che con le ordinarie maniere impetrare non si poteva, si tentasse con le indirette di condurre a fine, onde niuno per lo avvenire potersi più stimare sicuro, essere confusi i loro privilegi, annullate le leggi, distrutta la libertà, e sotto specie di religione tentarsi d'introdurre un' assoluta monarchia. Questi concetti esagerati dai fautori di Antonio ebbero possanza di riscaldare ed eccitare gli animi del popolo a levarlo dalla inquisizione, come tumultuariamente fecero; e da un'azione inconsiderata all' altra inducendosi, con l'autorità di esso Antonio e de'suoi parziali, passarono a ragunar genti, provveder armi, far elezioni di capi per sostentar quello che operato avevano, e per sottrarsi anco dalla obbedienza di Sua Maestà. La quale intesi questi movimenti, e stimando che il non ovviare a'principj potesse partorire un dissidio intestino ne' suoi regni, e accendervi quel foco col quale vedeva miseramente ardere i paesi vicini, deliberò con le armi di castigarli, e con ogni studio estinguere le faville di quel nascente incendio. Però elesse a questa impresa don Alonso di Vargas, preponendolo a don Ernando di Toledo, del quale a pieno non si reputava sicuro (1), e gli diede carico di assoldare sei mila fanti c mille cavalli, spargendo voce ch' egli fosse per passare nella Navarra per infestar il regno di Francia da quella parte. E in questo tempo, mentre don Alonso si poneva all' ordine, mostrò voler intendere il successo di Saragoza, le ragioni della città, la pretensione de' magistrati, ora con le informazioni temporeggiando, ora con la speranza addormentando ed allettando. E si crede al sicuro che si sarebbono acquetati quei movimenti se si fossero risoluti quei popoli dar nelle mani di S. M. Antonio Perez con alcuni pochi capi della ribellione, come ne erano da lei istantemente ricercati.

(1 Per le ragioni che vedremo più innanzi.

Ma prevalendo la pertinacia e l' ostinata deliberazione dei parziali di Antonio ai più pacifici e quieti consigli, fu finalmente astretta Sua Maestà, non giovando le trattazioni, venire alla forza; e si scoperse finalmente, quelle genti che la fama avea sparso essere raccolte per esterna espedizione, esser poste insieme e già avvicinate sopra coloro che aveano mostrato aperti indizi di ribellione. I quali però, come è proprio del vulgo ardito senza giudizio, e risoluto senza considerazione, cominciarono sotto capitani inesperti a ridurre insieme un conveniente esercito. Ma usciti in campagna, alla vista sola delle genti e del capitano di S. M., non sostenendo nè anco il primo incontro, si diedero vituperosamente alla fuga; e abbandonando la causa pubblica, che con pazzo ardire intrapesa avevano, pensò ciascuno di provvedere alla propria salute dissipando l'esercito, e poco dipoi anco lasciando la città. Ed è constante opinione che se fossero stati così valorosi e ardenti nel difendersi come animosi e audaci nel ribellarsi, avriano fatto resistenza non mediocre, e per avventura sariano restati superiori, essendo l'esercito de' castigliani composto di gente nuova e collettizia, non ancor fatta coraggiosa per alcuna esperienza militare, non considerabile per il numero, nè da esser temuta per la forza ed attitudine al combattere; tale in somma che, se si levi il capitano, era più tosto alta a confondere e impedir sè medesima, che a vincere e superar l'inimico. Per lo contrario, l'esercito aragonese, maggior di numero, più forte per la qualità e natura de' soldati, e più atto, trattandosi della salute e libertà propria, ad esporsi intrepidamente ad ogni pericolo, e se vi poni uno sperimentato capitano, opportuno non solo a difendere sè stesso, ma anco a vincer gli assalitori, tanto più quanto alla voce della riuscita dell'impresa avria per avventura tirate in sua compagnia molte città di Spagna, non senza qualche speranza di aiuti di Francia, i quali con molta comodità avria potuti prestare quella nazione, avria, dico, potuto, se non uscir vincitore, evitare almeno la rovina del regno, ed ottenere oneste condizioni. Ma nel primo assalto si vide quanto sia più da confidare in un capitano senza eser

cito, che in uno esercito senza capitano; poichè, per la inesperienza dei capi, prima si vide confuso, dissipato e volto in vergognosa fuga l'inimico di Sua Maestà, di quello che si venisse alla prima zuffa; e questo proprio e quasi natural mancamento si dice essere stato accompagnato dal volontario, per essere stati alcuni di quei capi con particolari favori e promesse acquistati da Sua Maestà.

Entrato don Alonso in Saragoza, eseguendo gli ordini del re, tra le schiere armate, fece con fiero e memorando spettacolo i principali capi della ribellione decapitare, castigando gli altri con la diversità delle pene di carcere, di esilio, e di confiscazione di beni. Antonio Perez, origine di tanti mali, dopo la infelice riuscita della battaglia, fuggitosi in Francia, e ricoveratosi appresso la sorella del re di Navarra, fu dichiarato eretico, confiscati i suoi beni, abbruciata la statua (1), e destinato, se in alcun tempo fosse pervenuto nelle mani della giustizia, ad ogni maniera di più duro e atroce supplicio (2). E perchè in questi eccessi e ribellioni era concorso il consenso de' popoli, de' magistrati e della città, ha voluto con pubblica pena S. M. castigar esemplarmente le pubbliche colpe, avendo privato la gran giustizia e molti magistrați della loro autorità, costrettili ad accettare vicerè castigliano a beneplacito di lei, dove prima lo ricevevano a loro soddisfazione e richiesta, esclusi dall' amministrazione del denaro pubblico, levata l'antica consuetudine de' loro fori, e riformatili in maniera, che le deliberazioni non più siano libere dei cittadini, ma di quelli che dipendono assolutamente da S. M.; avendo ancora incominciata la fabbrica di alcune fortezze, e in particolare di una cittadella nel loco dove era situato il palazzo dell' inquisizione; la quale per il sito eminente dominerà tutta Saragoza, con intenzione di tener in freno i popoli, e levar loro ogni ardire di pensar nell' avvenire a cose nuove. E perchè il danaro accumulato da loro per sostenere la propria libertà sia speso nel ridurli in servitù, e s' aggiunga al danno incredibil dispiacere

(1) Vuol dire abbruciato in effigie.

(2) Antonio Perez morì, nel 1611, in Parigi, dove aveva fermato stanza.

e angustia d'animo, ha ordinato che del pubblico e del particolare siano costruite le fabbriche già deliberate; avendo per ciò levato dall' erario di Saragoza 600,000 scudi, e mantenendo in essa tuttavia l'esercito, il quale vivendo senza discrezione, l'ha spogliata di tutti i comodi ed ornamenti, rendendo l'aspetto di lei orrido, deforme e compassionevole; e (quel che il tutto avanza) ha voluto S. M. che gli ordini fatti in pregiudicio delle leggi di quel regno siano confirmati dai fôri e stati riformati da lei, dove fin allora avevano avuto cura dell' osservanza dei privilegj e libertà di quel regno. Tale è stato l'esito infelice e verameute tragico dei movimenti di Saragoza; per i quali quei popoli hanno veduto, col sangue e con la rovina propria, annichilarsi la loro grandezza e libertà; e il re, avendo domato il fasto e l'alterezza de' suoi sudditi, ha assicurato il suo stato da interni movimenti e ottenuto la via di trarre facilmente grandissima quantità d'oro da quei ricchissimi e opulentissimi regni. I quali non è credibile che più sieno per contraddirgli, sia per le forze con le quali li ha circondati, sia per le diffidenze che vi ha seminate; e per i rigorosi esempi che vi ha lasciati, se però la molta quantità de' fuorusciti, che sono de' principali e meglio apparentati e di più seguito, non causasse alcuna mutazione e rivolgimento negli animi dei popoli esacerbati per la perdita della libertà e per la severità usata contra tanti del loro sangue.

Comandanti delle forze di terra e di mare:

Le forze del re cattolico, così da terra come da mare, son comandate da quattro capitani generali, due terrestri e due marittimi: marittimi sono il principe Doria generale del mediterraneo, e don Alonso di Bazan generale dell' oceano ; terrestri, il già duca di Parma e don Alonso di Vargas.

Don Alonso di Bazan generale dell' oceano, benchè per esperienza delle cose marittime non uguale a tanto grado, tuttavia per la nobiltà della famiglia e per i meriti del fratello marchese di Santa Croce, che con tanta laude esercitò quell'importantissimo carico, e dopo la cui morte gli fu destinato successore per la penuria d' uomini di quella professione, è co

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