Dell' infanta (1), età, condizioni ec.; grassa, più graziosa che bella, poco atta a generare (2). I ministri e la corte tutta malissimo affetta verso la Re pubblica. Gli spagnuoli hanno voluta la pace con Francia per tirarvi ed introdurvi la guerra intestina cessando la forestiera ; però fomentano i pensieri del re e di madama di Monsò (3) nella successione. I francesi l'hanno voluta per respirare e ristorarsi dai danni patiti nella guerra, e per ricuperare le fortezze perdute. Pronostica che i francesi siano per rompere. La regina d'Inghilterra è il più potente nemico che abbiano gli spaguuoli oggidì. Narra di nuovo il successo di Cadice e la confusione in che era tutta Spagna; e come l'armata dell' Adelantado fu dispersa con perdita di 35,000 persone e di tanti milioni spesi. Narra tutti i danni inferiti in tempo suo dall'armata inglese alla nazione spagnuola. Qui fa una relazione quasi intiera delle cose d'Inghilterra; delle difficoltà di quell'impresa, e d'Irlanda; che bisogneriano tre vittorie, una in mare, l'altra allo sbarco, la terza fra terra. Intelligenza de' spagnuoli in Irlanda, dove adesso la regina concede ai cattolici la messa; permissione data per non li disperare. Fortezze tenute dagl' inglesi in Fiandra. Mette dubbia la riuscita di pace (4). Dice che la regina potria mettere in mare circa 150 vascelli; che nell' espedizione dell' armata la regina sta presente alla rassegna de' soldati e marinari, ai quali dà un vestito e uno scudo per ciascuno, e il resto si paga nel ritorno col ritratto delle prede. Che la navigazione in Italia di inglesi, fiamminghi e danzicani con frumenti è spiaciuta agli (1) Isabella, la sposa dell' arciduca Alberto, investita dei Paesi Bassi. (2) Sapevan di gran cose questi ambasciatori, giacchè veramente l' infanta Isabella non ebbe figli. (3) Enrico IV non aveva figliuoli, nè sperava di averne da Margherita di Valois sua moglie; il perchè iniziata la causa del divorzio, era deliberato di sposare Gabriella d'Etrées, sua favorita e già creata da lui marchesa di Monceaux. La Spagna speculava su questo fatto nella speranza di vederne scaturire nuove discordie. Ma venuta a morte Gabriella nel susseguente anno 1599, e passato Enrico a seconde nozze con Maria de' Medici nel 1600, la successione rimase assicurata in modo regolare. (4) Non fu in fatti conclusa la pace tra la Spagna e l'Inghilterra che nel 1603, dopo la morte di Elisabetta accaduta il 3 aprile di detto anno. spagnuoli, ma hanno temuto di opporvisi per non si concitar l'odio universale; e alla fine anche in Spagna alcune volte si sono valuti di questi frumenti. Con il Turco professa inimicizia per la religione e per le entrate che trae da' beni ecclesiastici e grazie del papa per quella guerra. Può patir invasioni in Spagna, in Africa, e in Sicilia; qui l'assicurano le fortezze e le armi; in Africa il Seriffo, al quale non mette conto che il Turco si faccia maggiore in quelle parti; la Spagna è lontana e importuosa, e se bene il Turco venisse chiamato da' Mori, essi sono disuniti, divisi, vili. Ma in mare non può il re affrontare con la sua armata sola la nemica. Col Seriffo ha amicizia, ma dubita che s'intenda con Inghilterra. Ha esso Seriffo cinque figliuoli fra' quali ha repartito lo stato, e resteranno tanti regoli divisi, deboli e facili a soggiogare. Discorre in materia de' nostri interessi comuni con Spagna, e sono quelli che andavano intorno al tempo della guerra e della pace col Turco. Interessi resi pochi con discorsi lunghi (1). Vogliono la Signoria magra; ed è pericolo che, oltre l'ordinaria tardanza, a bello studio lascino che abbia qualche gran danno prima che aiutarla, acciò cada loro in mano. Si moveranno più per Corfù che per Candia. Aiuti difensivi più tosto che offensivi, contra il bisogno della Repubblica. Non vogliono veder accrescere la Signoria di forze, come nè anco il papa. Tutti mal affetti. Quando del 1570 si ruppe la guerra, sospetta che spagnuoli fomentassero la rottura per diversione. Il re non esorterà mai l'imperatore a lega per non si mettere in obbligo d'aiutarlo, conoscendo la sua debolezza. Descrive il successo alla casa (2) e le soddisfazioni avute; le quali sariano state maggiori, se qui non si avesse dall' am 1 Pare che voglia dire che gli spagnuoli eran larghi in parole e stretti in fatti. 2) Pare che il discorso si riferisca a un insulto fatto alla residenza dell' ambasciatore veneto, forse per sospetto che durante la lotta tra Francia e Spagna, che poi si compose colla pace di Vervins del 2 maggio 1598, la Repubblica inclinasse più alla parte di Enrico IV che di Filippo II. Di un insulto di egual natura fatto alla casa dell'ambasciatore di Francia parla Francesco Soranzo nella sua Relazione di Spagna del 1602 (Collezione Barozzi e Berchet Serie 1, vol. I, pag. 183). basciator cattolico saputo tutto, penetrato e scritto; ed ha avuto esso Nani modo di penetrar in ogni cosa, veder le lettere scritte cc.; che da sè solo ha raddrizzato il buon negozio› che è riuscito; che in fine fu aiutato alquanto dall' efficace. offizio fatto in collegio con l'ambasciator cattolico dal procurator Donato. Fra gli onori ricevuti mette in fine quello che gli è stato fatto da Sua Serenità di mandargli per successore...... (1). Parla del suo segretario e della grazia che supplicava, e l'ha ottenuta. Di sè e del presente (2) non molto. (4) Il Soranzo sopradetto. (2) Cioè del regalo fattogli dal re, del quale solevano gli ambasciatori supplicare dal senato la concessione. APR 5- 1915 FINE DEL TOMO V DELLA SERIE I. |