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alligate, perchè non si è ritrovato mai chi si voglia esporre alli certi pericoli che si corrono, non mi essendo ritornato alcuno di quelli che mi sogliono servire per la via di Ravenna.

Jeri i nemici seguitarono a bombardar San Miniato ed hanno tirato da colpi cento cinquanta di cannone, senza alcun frutto; anzi, per quanto s'intende da alcuni venuti dal campo, si sono rotti due belli cannoni loro, ed ogni ora si diminuisce in loro la speranza di potere sforzar questa città, ed è volgar fama che desiderano accordo, e che patiscono grandemente di strami e di vettovaglie; ed anche jeri la cavalleria di questi signori ruppe loro la strada di quelle verso Arezzo, e preser loro da quattrocento some.

Non sono senza sospetto che la serenità vostra si voglia accordare con Cesare, e sebbene io non manco del debito ufficio, pur tanti sono gli avvisi di ciò da ogni parte, che si stanno alquanto sospesi ; e come io mi affaticava che quelli non si accordassero, nè tentassero cosa alcuna senza intelligenza della sublimità vostra, affermando loro che l'autorità comune saria maggiore e ne seguiria comune e miglior frutto, così ora loro fanno meco, e dimostrano desiderare che così faccia la serenità vostra, massimamente potendo quella rendersi certa questo stato non pensare se non alla conservazione del presente governo, ed essere dispostissimo ad esporre non meno le vite proprie di quello che faccia le facoltà; e vedendosi quasi nelle mani una certissima e gloriosissima vittoria, della quale non vi è alcuno che mostri dubitazione, ognora mi replicano che vorrebbero che la sublimità vostra ne fosse partecipe, e che ogni piccolo ajuto suo, ogni sua dimostrazione, sarebbe senza dubbio ca

gione che non si perdesse tanta occasione con perpetua ed immortale loro obbligazione a questa repubblica. Altro non mi occorre, se non umilissimamente raccomandarmi alla grazia della serenità vostra.

Di Firenze all' ultimo d' Ottobre 1529.

LETTERA LXI.

CARLO CAPELLO

SERENISSIMO PRINCIPE

Da poi l'ultime mie dell' ultimo del passato, non ho altro che dire se non che i nemici non hanno più tirato alla terra, si giudica perchè non facevano frutto, ma ben continuamente sono stati e massimamente oggi in grandissime scaramuccie, e sempre con loro perdita.

Jeri entrò la signoria nuova con opinione di ognuno che abbia a procedere severissimamente contro quelli che si sono dimostrati contrarj al presente governo: e già questa mattina, per l'autorità delle sei fave', hanno deposti li signori otto di guardia e balia, perchè non usavano quella diligenza e quella severità nelli processi e condanne che pare a questa città che si ricerchi, e ne hanno creati de' nuovi con autorità che quattro di loro ridotti possano dare espedizione ad ogni causa.

La guerra che si fà è a morte, e quanti si prendono de' lanzi e spagnuoli, tutti si ammazzano, perchè il simile fanno quelli di questi. La città non manca di ogni diligenza e di tutte quelle operazioni che si convengono, e non ha in parte alcuna faccia di timore. Alla grazia della serenità vostra umilissimamente mi raccomando.

Di Firenze li 2 di Novembre 1529.

CARLO CAPELLO.

Vedi a pag. 61.

LETTERA LXII.

SERENISSIMO PRINCIPE

Di poi le ultime mie dei 3, i nemici sempre più hanno intermesso e di tirare alla terra e di venire alle scaramucce, perchè perchè non facevano alcun frutto e sempre se ne ritornavano con non piccolo danno loro, di modo che già due giorni non si sono dimostrati nè hanno tratto colpo alcuno di artiglieria. All' incontro la città continuamente acquista animo e più si assicura, ed ogni giorno ne escono e cavalli e fanti da varie bande per impedire a quelli le vettovaglie, e ritornano sempre con preda e con prigioni; ed oggi terzo giorno li cavalli leggieri di questi signori nella strada di Val di Pesa, hanno rotto da dugento cavalli spagnuoli, delli quali ne hanno condotti ad Empoli da cento ed altrettanti prigioni. Il giorno stesso la gente d'armi che era in Pisa, tra la Torre di San Romano e le Capanne, ha fugato una grossa cavalcata di nemici e levatole un grande bottino e molta vettovaglia, con più di cavalli settanta da guerra, e ciò è stato molto a proposito, perchè si diminuisce la cavalleria del nemico e quella della città si fa maggiore. Questi signori non omettono occasione alcuna di accrescere le compagnie ove possono aver cavalli da guerra, nè mancano d'ogni altra provvisione che sia atta ad accrescere le forze loro.

Jeri ebbero lettere dall' oratore loro presso la serenità vostra dei 30 del passato, nelle quali dà loro qualche speranza che quella non sia per mancar loro di qualche soccorso, e si sono maravigliati che io non abbia avute lettere da lei in conformità; ed il signor gonfaloniere e tutti questi signori sempre mi replicano ch'io

faccia intendere alla serenità vostra la facilità del superar questo esercito con ogni piccolo soccorso, ed il beneficio che ne seguiria non solamente universale d'Italia ma particolare della serenità vostra, rendendosi quella perpetuamente le forze di questa repubblica obbligate. Io non mancherò sempre d' intertenermi con tutti quegli ufficj che mi parranno convenirsi alla dignità e beneficio della serenità vostra.

Oggi terzo giorno, questi signori hanno fatto pubblicamente chiamare tutti li fuorusciti di questa città, tra li quali vi è Jacopo Salviati, che fra sei giorni abbiano a comparire dinanzi alla signoria e stare al giudizio di quella, altrimenti passato il detto termine si intenderanno ribelli e li loro beni confiscati. Questi giovani non hanno potuto contenersi, ed hanno abbruciato il palazzo di detto Salviati un miglio fuor della terra e quel dei Medici a Careggi, edifizj bellissimi, e se non fossero state le provvisioni della signoria avrebbero arso tutti gli altri de' Medici ed aderenti, benchè secondo il comun desiderio la dilazione non li assicura.

Ed alla grazia ec.

Di Firenze li 9 di Novembre 1529.

CARLO CAPELLO

P. S. Tenute sino a questa mattina de' 10. I nemici questa notte alle sei ore hanno assalito la terra da tutta quella parte che è da San Niccolò fino a San Friano, con scale e con grandissimo impeto, il quale però fu subito represso dalle vigilanti e gagliarde guardie, e la città in un momento fu tutta in armi, e ciascuno alli luoghi suoi senza alcun rumore, sebbene era pioggia grande e l'aere scurissimo; i nemici furono forzati a ritirarsi con loro

vergogna, nè si sà ancora il danno loro, ma si giudica ne siano morti assai dall' artiglieria.

LETTERA LXIII.

SERENISSIMO PRINCIPE

Da poi le ultime mie dei 10, jeri sera ritornò a questi signori Francesco Nasi dagli oratori loro da Bologna. Riporta, Cesare ed il pontefice perseverare in voler vedere il fine di questa impresa, e che li detti oratori stavano con sommo desiderio che il clarissimo Contarini, oratore della celsitudine vostra presso il pontefice, avesse risposta da quella. Questi signori sempre si fanno di maggiore animo, nè più pensano a composizione alcuna; ma attendono con ogni diligenza a tutte quelle provvisioni che convengono alla conservazione di questa città, non facendo stima alcuna de' danni che patiscono, nè della grandissima spesa che fanno, essendo disposti e pronti, sempre che Cesare mandasse nuove genti in soccorso di questo esercito, eziandio essi condurne da ogni banda che ponno, e non dubitano di certissima vittoria, massimamente quando siano certi di non essere abbandonati dalla celsitudine vostra; ed io mi sforzo continuamente con ogni studio mio di levar loro di ciò ogni dubitazione.

I nemici stanno nei soliti alloggiamenti, nè hanno fatto movimento alcuno di nuovo. Jeri sera il principe con il signor don Ferrante Gonzaga, accompagnati da cinquecento cavalli, sono partiti dal campo, e come per più incontri s' intende, vanno a ritrovar Cesare.

Il Ferrucci commissario di questi signori a Empoli, ha ripreso San Miniato al Tedesco, come la serenità vostra vedrà per l'esempio di lettere sue delli 10, date in Empoli, alle quali è aggiunta la copia di un capitolo di

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