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dicare che almeno in parte sia vero, perchè pure dal campo s'intende che il principe ha inviato a quella volta tre colonelli di fanti e trecento cavalli. Di quanto succederà ne darò avviso alla serenità vostra.

Di Firenze li 20 luglio 1530 a ore quattro di notte.

CARLO CAPELLO

P. S. Tenute fino a' 23 di sera, non avendo il messo ardito di partirsi per la grande diligenza e infinite guardie che fanno quelli di fuori, che spogliano e fanno prigione ognuno che esce dalla città. Non vi è di più cosa alcuna, nè altro si è inteso del Ferucci; ma come dissi la città continuamente con maggior animo si apparecchia per uscire e combattere. Io non manco d'ogni diligenza per trovar messo che voglia porsi al pericolo, e subito che l' avrò lo spedirò con quanto di più

vi sarà.

Spacciate per messo a posta a 24 da mattina, e per via di Pisa.

LETTERA XC.

SERENISSIMO PRINCIPE

Da poi le lettere mie dei 24 del passato, tanta è stata la confusione delle cose di questa città, che sebbene con la diligenza usata io avessi trovato messo, le lettere sarebbero state senza alcuna risoluzione; perchè essendosi già del tutto la città disposta ed apparecchiata ad uscire per combattere, fatte le rassegne di otto mila

L'avvanzarsi del Ferucci oltre Pisa non era vero. Ivi lo colse una febbre, fatale per il ritardo che gli accagionò, onde ebbero agio gli imperiali di disporre le cose loro in modo che partorissero l'effetto del quale or ora siamo per essere testimonj.

della milizia e di sei mila duecento settanta soldati pagati numerati, posti in ordine pezzi ventidue d'artiglie ria da campo, dato il sacramento a tutti li capitani e l'ultimo giorno del mese, dopo una lunga processione a piedi nudi, comunicatisi il gonfaloniere i magistrati e buona parte della città, e fattosi eziandio da molti testamento ed ordinate le cose loro, essendo il seguente giorno andato e ritornato dal principe Bernardo da Castiglione uno dei Dieci senza alcuna speranza di convenzione conforme al desiderio loro, avendo questi siguori ai 2 inteso da più vie il principe con la più valorosa parte delle genti essersene andato ad incontrare il Feruccio, si che nulla più intermettevasi alla sortita, furono dalli signori capitani Malatesta e Colonna '(li quali avevano l'intenzione di molti de'grandi, della maggior parte della città, e della maggior parte delle genti da guerra ) non solamente ritenuti di uscire, ma ancora impediti che non mandassero fanti due mila al Montale, quattro miglia di qua da Pistoja in soccorso del Feruccio, come la serenità vostra vedrà per le prime di quattro scritture incluse mandate da essi capitani alla signoria. Onde a' 3 di sera alterata la città, e dalla indurata e sempre più pertinace opinione di quelli del governo di combattere concitata, parlandosi e privatamente e pubblicamente non bene di essi capitani, ma di punirli e di levarseli dinanzi, stettero tutta quella notte e l'una e l'altra parte in armi con grandissime

Dice il Varchi nell' X1.° che il Colonna adontato della preferenza dai Fiorentini accordata nel comando delle armi al Malatesta, per convincerli dell' error loro, ed in uno desideroso che il tradimento scornasse il suo rivale, si dette in questi tempi a secondarlo in tutte le cose.

a Argomento che fossero le due lettere dei capitani del 2 e del 3 agosto recate dal Varchi nel fine dell' Xi.

guardie, con evidente e presente pericolo che venuti tra loro alle mani, entrativi quelli di fuori, ne seguisse l'ultima rovina della città. Ma venuta la seguente mattina dei 4 nuova del fatto d'arme del Feruccio e della morte del principe, la città dalla speranza che la vittoria fosse dalla parte sua, e che il Feruccio si fosse salvato, rimesse alquanto le minaccie contro li capitani; ed essi per la morte del principe, con il quale pubblicamente si diceva che erano convenuti, permisero che la milizia e buona parte delli soldati l'istesso giorno uscissero di quà e di là d'Arno, non però che combattessero le trincee ed opere di quelli di fuori, ma che solamente tentassero che si movessero ', i quali non uscirono mai da alcuna parte, perchè, come da poi s' intese, avevano ordine dal principe, per non essere restati in tutto da quattro mila, di non uscire, anzi in caso di difficoltà di ridursi insieme tutti nel forte della piazza di esso principe, abbandonando il Sassetto, Rusciano, Giramonte, il Gallo e gli altri luoghi forti!

A'5 poi li capitani mandarono la terza scrittura, non come le due prime imperiosa, ed ottenuto come nella seconda avevano richiesto, a' 6 di sera mandarono due loro uomini a don Ferrante 3, li quali ritornaron a'7 con la risoluzione contenuta nella quarta scrittura, la quale essi capitani, agli 8, mandarono alla signoria 4. Ma

Le quali operazioni il Varchi chiama balocchi usati dal Malatesta per intertenere gli animi e guadagnar tempo.

2 Non è nel Varchi: ma come appare da quel che segue, era una nuova istanza per ispedire negoziatori al campo imperiale, la quale ( avutasi a quell'ora notizia della rotta del Feruccio) fu consentita.

3 Succeduto al principe d'Oranges nel comando dell'esercito.

4 È la terza scrittura dei capitani riportata dal Varchí, per la quale offrono seguitando il governo nella opinione di combattere, la loro demissione.

perseverando pur quella, nonostante che fosse verificata la rotta e morte del Feruccio ( la quale seguì a' 3 nella montagna di Pistoja a Cavinana ) nel proposito di combattere, ed avendo a questo fine dato di nuovo sacramento ai capi delle compagnie de' fanti di serbar fede al palazzo, e confermato loro lo stipendio in vita e promessi secondo i meriti gran premj, e tumultuandosi nella città per essersi circa dugento giovani della milizia ridotti di là d'Arno in favore del signor Malatesta, delli quali si ragionava sei giorni innanzi che cento venti sarebbero dal governo ritenuti e si dubitava della loro salute, nella pratica e nel consiglio degli Ottanta privarono il signor Malatesta del grado di capitano e gli mandarono la licenza in scrittura, che è a queste alligata '. La quale appresentatagli da messer Andreol Niccolini commissario, fu questi da esso capitano di tre pugnalate ferito a morte ; il quale nell' istesso tempo fatto intendere al commissario pontificio che si ritrovasse in ordine con le genti per entrare, mandò a prendere e rompere e tenere a sua discrezione la porta di San Pier Gattolini. Il qual caso inteso dalla signoria, essendo già il gonfaloniere armato per montare a cavallo per correre la città e confortare i soldati all' obbedienza sua, fu da molti cittadini dissuaso, e ragionevolmente; perchè sebbene la milizia aveva preso li ponti e sbarratili, e condottavi l'artiglieria, all' incontro li soldati per la maggior parte tenevano dal capitano, e di qua e di là d'Arno erano in battaglia; di modo che non solamente da ogni piccol

Questa pure si legge nel Varchi.

E dice il Nardi che villanamente accomiatando quelli che accompagnavano il Niccolini, disse loro: andate, e dite ai vostri signori che e'faranno a dispetto loro accordo col papa.

principio, ma eziandio dall' apparenza sola del gonfaloniere ne conveniva seguire crudelissima battaglia nella città con l'ultimo eccidio di quella, spettacolo già quasi certo e pure a pensarlo miserabile e spaventevole. Nondimeno nello spazio di due ore si vide quanto valgano gli arditi fatti ', e quanto sia mutabile e fallace lo stato popolare; perciocchè quella sera istessa il consiglio degli Ottanta creò di nuovo solo commissario a Malatesta Zanobi Bartolini, il quale, a' 5, con gli altri commissarj per sospetto avevano deposto; e di subito la maggior parte della milizia e quasi tutta la città abbandonati li gonfaloni si ritirarono alle loro case. E sebbene fu loro comandato dal palazzo, che secondo l'usato convenissero ad essi gonfaloni per guardia della terra, non vollero, ovvero non ardirono di farlo; anzi come in fino a quel giorno andavano la notte per la terra le guardie della milizia, nè alcun soldato ardiva di allontanarsi dagli alberghi e dalle guardie sue, così da poi vi vanno le guardie dei Perugini e dei Corsi, nè alcuno della città ardisce uscir di casa; e per dire insomma ogni cosa, il tutto dal signor Malatesta è governato, nè altrimenti fanno li signori se non come è ordinato da lui, e dapoi sempre il palazzo si è tenuto serrato.

Il giorno seguente fu pubblicamente dalla signoria data licenza ad ognuno di deporre le armi e di andare ad attendere alle botteghe e case loro.

A' 10, così richiesta e protestata con minaccie la signoria dalli giovani convenuti di là d'Arno, fece rilasciare settantacinque gentiluomini de' primi e de' più nobili della città, che già più mesi erano ritenuti in prigione in varj luoghi.

Allude all'operato del Malatesta.

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