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1 MSS. Capponi, Cod. I, pag. 209-315. Il Moreni cita questa Relazione come stampata dal Cambiagi nel 1775. A me, in Firenze, non è venuto fatto di rinvenire un solo esemplare di tale edizione.

AVVERTIMENTO

La riunione dello stato di Siena a quello di Firenze consentita dalla Spagna nel 1557, e sancita nel 1559 pel trattato di pace universale di Castel Cambrese, innalzando il duca di Firenze al grado di potenza di prim'ordine in Italia, provocò i Veneziani all'invio di un ministro residente presso di lui. Fu deputato a questo carico Vincenzo Fedeli, nobile di second' ordine, ossia dell'ordine dei secretarj, il quale era già stato in Firenze secretario dell' oratore Capello durante l'assedio. Questa legazione del Fedeli fu però bruscamente interrotta in causa di una quistione di precedenza, nella quale la repubblica veneta reputando lesa la propria dignità, richiamò perentoriamente il suo rappresentante. Intorno questo incidente verte l'ultima parte della presente Relazione, la quale abbiamo creduto di dover mantenere nella sua integrità per le nozioni che offre intorno alcune condizioni diplomatiche di quel tempo, e lo scadimento verso il quale la repubblica veneta già cominciava a inclinare.

È questa, come l'oratore nota in principio, la prima Relazione veneta intorno il principato Mediceo, e certamente una delle più curiose ed istruttive intorno le cose della Toscana a quell' epoca, e indispensabile alla piena conoscenza della interna ed esterna politica di Cosimo I, intorno il quale differisce dal Galluzzi e da altri storici in fatti importantissimi.

A questa Relazione vanno uniti nel codice dal quale l'abbiamo tratta, tre documenti, che ci è parso di non dover trascurare, e i quali pubblichiamo in appendice della medesima, richiamandoli nel testo ai luoghi ai quali servono di illustrazione.

Dovendo ovendo io, serenissimo principe', parlare ora delle cose del signor duca di Firenze, dal quale io sono il primo che sia stato e ritornato d'ordine di vostra serenità, mi pare, innanzi ch'io venga ad altri particolari, di dire brevemente come stia ed in quai termini sia posto il dominio che oggidì egli possiede 2.

E dico che gli stati che ora sono posseduti da questo principe sono due, quello di Firenze e quello di Siena, tutti due posti e collocati nella Toscana, anzi della Toscana tutta si fa padrone e signore il duca Cosimo de' Medici; la qual provincia in verità è della Italia una bellissima parte, fabbricata dal Signore Iddio in tanta perfezione di tutte le cose, che non si può desiderar meglio. Questa corre ponente e levante, e da mezzogiorno ha il mare Mediterraneo che la bagna, e da tramontana l'Appennino che la cuopre con l'asprezza dei monti. Dalla parte marittima ha di lunghezza circa duecento miglia, e altrettanto dalla parte del monte: la larghezza è di circa cento miglia nel più stretto dell'Appennino fino al mare; e la circonferenza del tutto vien fatta di circa miglia settecento.

Era doge Girolamo Priuli.

2 Ho lasciato un'ozioso preambolo, nel quale al solito l'oratore protesta della propria insufficienza.

È bagnato tutto questo bellissimo paese da regj fiumi e da belle riviere, ed è da per tutto ripieno di fonti e laghi tutti pieni d'ottimi pesci, di maniera che per la comodità di tante acque le campagne rendono per tutto copia grandissima di tutti i frutti della terra; e la parte dei colli e dei monti è pure tutta fruttifera e vaga e ripiena di tutte le delizie.

Sonvi altresì in molti e diversi luoghi acque di bagni saluberrimi ad ogni infermità, e miniere di ferro, di rame, di piombo, di sali, d'alumi e di vetriolo di non poca importanza.

Le ville, le terre, li castelli, sono da per tutto frequentissimi e pieni di abitatori, e le città principali sono nobilissime e ricchissime, e l'altre molto ben accommodate. É tutta questa bellissima regione ben coltivata e posta sotto felicissimo cielo, sotto aere benigno e temperato, ma sottilissimo; e per questo fa gli uomini ingegnosi, pronti e molto sottili in qualsivoglia cosa, e molto accomodati alla pace, alla guerra, alle arti, alle lettere, alli traffichi, ed all'agricoltura, nella quale pongono grandissima industria; onde nasce una copia infinita di grani, e d'ogni altra sorte di biade, di legumi, di preziosi vini e d'olj perfettissimi, e d'ogn' altra sorte di frutti della terra in somma bontà e perfezione. Ma una ricchezza grande, reputata sopra tutte l'altre maggiore, consiste nell'infinito numero degl'animali d'ogni sorte che si veggono d'ogni intorno; di modo che da per tutto si vede il paese così bello per la vaghezza dei siti, come buono per la fertilità de' campi e d'ogni altra cosa necessaria all'uso umadelle quali se n'accomodano eziandio le genti forastiere.

no,

Questo paese fu già molto più florido, e pieno di popoli tutti liberi, e famosi per li loro memorabili fatti, i

per

quali da loro finalmente si sono distrutti con le parti, per le loro ostinatissime passioni piene di sangue, d'incendj e di rapine, ridotti sotto un principe solo il quale li tiene ora in servitù, privi d'ogni rimedio di sollevamento alcuno.

Ora avendo io fatto questa breve e generale descrizione, come necessaria per la vera intelligenza delle cose che occorrono, io mi ridurrò a dire li particolari dell'uno e dell'altro stato di Firenze e di Siena. E prima dello stato di Firenze parlando:

Dico che questo ha sette buone, ed onorevoli città, fortissime per natura e per arte, e benissimo munite e guardate secondo le occasioni de' tempi; e queste sono Pisa, Volterra, Arezzo, Pistoja, Cortona, Borgo San Sepolcro e Firenze, la quale ha due fortissimi castelli fatti più tosto per freno de'popoli che per difesa di genti forestiere; e in diversi altri luoghi di frontiera vi sono tredici altre fortezze munite e custodite ne'tempi de'bisogni, che sono Empoli, Prato, Livorno, Monte Carlo, San Casciano, San Gimignano, Colle, Montepulciano, Poggibonsi, Brolio, Fivizzano, Scarperia e Castrocaro in Romagna, perciocchè il dominio di Firenze si estende in buona parte di quella provincia, dove il signor duca vuol fare un'altra fortezza d'importanza in un luogo detto Marradi, vicino a Faenza, temendo grandemente che in qualche tempo non abbia a succedere un papa che gli possa esser vicino nemico.

Oltre a tante città e luoghi forti, ha poi ancora il signor duca di Firenze un numero infinito di torri e castelli murati, e popoli di campagna tutti divisi sotto ministri di giustizia in podestarie, vicarie, e capitanati; ma

il

capo principale dello stato è la città di Firenze, dove risiede il principe, dove sta il governo, dove stanno li magistrati, dove è la giustizia per tutti li popoli, dove sono

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