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RELAZIONE

DELLA

CORTE DI SAVOIA

DI

ANDREA BOLDU

LETTA IN PREGADI

IL 12 DECEMBRE DEL 1561. 1

MSS. Capponi, cod. I, pag. 316-402. Ivi la Relazione è posta erroneamente sotto il nome di Giovanni Corraro, intorno che leggasi l'avvertimento seguente.

AVVERTIMENTO

È stato lungamente controverso l'autore della presente Relazione. Sul finire del secolo passato il conte Ghiliossi piemontese desiderò di averne il giudizio dell' eruditissimo barone Vernazza, già bibliotecario della pubblica libreria di Torino, il quale in ossequio del medesimo scrisse la dissertazione che segue; la quale comunicataci dalla cortesia del chiarissimo signor cavaliere Luigi Cibrario, stimiamo dover tornare gradita ai nostri lettori, come quella che copiosamente rettifica le controverse opinioni.

Questa Relazione così come corre generalmente sotto il nome di Giovanni Corraro, così fu generalmente creduta sua, e fra gli altri anche da Pietro Gioffredo nell' inedita Storia delle Alpi marittime che sta negli archivi di corte. '

Ma Papirio Massone, che scriveva nel 1593, l' attribuisce ad un altro autore . Ecco le sue parole prese dall'elogio di Emmanuel Filiberto: Hactenus ex relatione Bertuzii Valerii quam domun reversus in senatu veneto fecit cum apud Philibertum legatus illius reipubblicae fuisset, cujus sunt etiam ea quae sequntur... Hacc Bertuzius ec. Veramente le particolarità ch'ei racconta sono letteralmente nella relazione che discorriamo. Quanto poi all'autore, convien dire che il Massone la vedesse imperfetta, altrimenti avrebbe nelle prime pagine veduto che non potea mai dirsi del Valiero da questo passo: Io non so che dal 1497 fino a questo punto sia stato a tal corte ambasciatore di vostra serenità altri che io, siccome allora fu un messer Bertuccio Valiero 3.

Ora fatta di pubblica ragione dalla regia deputazione piemontese sugli studj di storia patria. Anche il Litta affidato alla comune opinione appone questa Relazione al Corraro. N. dell'Edit.

2 Elogia ser. Sabaudiae ducum. Parisiis, 1619 pag. 120. 3 Nella biblioteca del barone Giorgio Gugl. di Hoendorf comandante le guardie a cavallo del principe Eugenio, trovavasi una relazione fatta alla signoria di Venezia da messer Bertuccio Valieri ritornato ambasciatore dal duca

Alla morte di Filippo duca di Savoja occorsa in Lemeris nel novembre del 1497, succedette Filiberto suo figliuolo, il quale dichiarossi del partito del re di Francia. A Filiberto succedette il fratello Carlo, il quale entrò nella lega di Cambrai, e per queste principali cagioni cessarono le ambascerie della repubblica veneta ai sovrani di Savoja.

Ambasciadori veneti nel nostro paese furono veramente nel 1538 Niccolò Tiepolo e Marco Antonio Cornaro 2, ed il primo di loro scrisse una relazione che è stampata anonima nel Tesoro politico, e nel Dumont ha il nome del Tiepolo 3; ma questa è Relazione dell'abboccamento di Nizza tra Paolo III, Carlo V e Francesco I e della tregua seguitane, onde quei due ambasciadori erano deputati al convento di Nizza e non al duca di Savoja.

Posto pertanto che tra il Valiero e l'autore di questa scrittura non venisse alcuno ambasciador veneto alla corte di Savoja, non so intendere il Guicciardini 4, il quale narra che morto il re di Francia Carlo VIII e succedutogli Lodovico XII, dai Veneziani fu mandato subito a lui un segretario che avevano appresso al duca di Savoja. Il certo è che Pietro Bembo nella istoria veneziana 5 parla di tre ambasciadori del senato veneto al re Lodovico; di quel segretario non dice parola.

Or vediamo se quest' opera non potendo essere di Bertuccio Valiero, come credette il Massone, sia del Corraro come credettero gli altri. Giovanni Corraro ben venne ambasciadore alla corte di Savoja; ma egli non fu eletto se non ai 3 di maggio 1563, siccome consta dai registri pubblici di Venezia esaminati per favorirmni dal signore abate Jacopo Morelli, e questa relazione che abiam tra le mani fu dettata sul finire dell'anno 1561.

di Savoja. Credesi copiato da quel codice un esemplare che ha in Torino il signor Marchese Gioachino Adalberto Pallavicino delle Frabose, gentiluomo di camera di S. M.,al qual fu mandato dal signor march. Vivulda quando stava in Olanda. In tal esemplare mancano le soprascritte parole siccome allora fu un messer Bertucci Valiero. (Bibl. Hoendorfiana à la Haye 1720 p. 3. p. 271.) ■ Conti del tesoro g. n. 150; Guichenon dice in Chambery.

2 Paruta L. IV, Morosini L. V.

3 T. IV. p. 2. 172.

4 St. d'Italia lib. IV. in principio.

5 T. I. p. 190. Venezia ed. Zatta.

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Le prove

passi.

della mia asserzione si deducono dai cinque seguenti

1.o Il relatore parla del porto di Villafranca: « Fa però esso << porto con un lato suo un promontorio verso levante domandato San-Sospir, dove appunto furono quelle fuste l'anno passato « quando fecero tanti prigioni. » Questo anno passato fu certamente l'anno 1560. Ecco le circostanze del fatto esposte dal Guichenon' Durant le séjour que le seigneur duc fit à Nice le rénégat Ochiali, fameux corsaire calabrois, parut au camp de Saint-Souspir avec trois vaisseaux, trois galiotes et quelques fustes; la cour se trouva ce jour-ld à Villefranche. Le duc fit mettre deux couleuvrines sur le bord de la mer croyant d'empecher ces barbares de prendre terre ou du moins de les arrêter pour quelque tems en attendant du secours de Nice. On ne put mettre sur pied que 500 arquebusiers; mais dès que les Turcs les abordérent laplupart se mit en fuite... Le duc y perdit quarante soldats et trente gentils-hommes... Son Altesse rachepta les prisonniers pour 12. écus. Il soggiorno di Emmanuel Filiberto e della consorte in Nizza fu da gennajo a novembre 1560, come il Pingone lor contemporaneo lasciò scritto e nella vita sua propria e nell' Augusta Taurinorum ec.

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2. Descrivendo le provincie soggette ad Emmanuel Filiberto dice: « I Francesi tengono le fortezze di Torino, Pinerolo, Villanova d'Asti, Chieri, e Chivasso, e di queste non par le terre sole ma una porzione di paese intorno, con obbligo al signor duca di cavar dal paese suo sacchi trenta mila di frumento all'anno per il « vivere delle dette fortezze al prezzo che vale comunemente, e ciò per tutti i tre anni che finiscono questo aprile prossimo; nel qual termine fu costituito il tempo ai Francesi di restituire al signor duca le dette cinque fortezze. »

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3° Discorre della duchessa. « Poi le dissi il contento che aveva la serenità vostra della certezza della gravidanza sua, poi« chè ella era così prossima al parto. »

4. Narra il fatto di una orazione recitata nel prossimo luglio in Caselette alla presenza di Emmanuel Filiberto.

La restituzione delle fortezze era stata pattuita in Castel Cam

Hist. Généalog. p. 679.

brese. Le parole del trattato dei tre di aprile 1559 sono queste ': Le dit temps de trois ans echeu en laissera sa dite M. T. C. la possession libre au dit sieur de Savoje pour en jouir ainsi que de ses autres terres. I tre anni finivano l'11 aprile 1562. La natività di Carlo Emmanuele I fu nel dì 22 di gennajo 1562; onde si fa manifesto che la relazione dovette essere scritta sul finire del 1551, in tempo prossimo al parto della duchessa, e prossimo egualmente a luglio quando fu recitata la orazione in Casclette, e ad aprile quando scadeva ai Francesi il termine di restituir le fortezze.

5.° Venti mesi durò la legazione di questo ministro, siccome egli afferma; ed egli parti dal Piemonte dopo che vi era arrivato il suo successore. Questi non è nominato da lui; ma pei suddetti registri pubblici di Venezia sappiamo che fu Sigismondo Cavalli eletto addì 11 di agosto 1561. Al Cavalli succedette Giovanni Corraro, eletto, come si è detto di sopra, in maggio 1563. Ed è credibile che il Corraro a cui fu dato il successore a' 22 di settembre 1565, dalla corte di Torino andasse a quella di Francia; poichè nel codice MS. L. VI. 26 della pubblica libreria, fol. 121-136, si legge la relazione da lui fatta di quel regno, riferita in senato li 13 di maggio 1568. Or supponendo che il Cavalli eletto in agosto giungesse in Piemonte verso la metà di ottobre 1561, i venti mesi predetti erano cominciati intorno a marzo 1560, circa il qual tempo confluebant, come scrive il Tonso ad Emm. Philib. undique, præsertim tota Italia insignes viri, summae nobilitatis magnacque potentiae, et adventum in Sab. pristinumque statum receptum gratulabantur.

Per le cose disputate finora è manifesto che la Relazione presente non è nè del Valicro nè del Corraro, e che essa fu composta sul fine del 1561. Ora dico non poter essere d'altri che di Andrea Boldů.

Quando Emmanuel Filiberto ne venne a Nizza, che fu uell' autunno del 1559, i Veneziani deputarono un ambasciatore che venisse a congratularsi con lui della ricuperazione dello stato; chi fosse questo personaggio, il Tonso (pag. 143) e il Demonpleinchamp 3

Dumont t. V. p. I. pag. 34.

De vita Emm. Philib. Tor. 1596 in fol. p. 137.

3 Hist. d'Emm. Ph. Amsterd. 1694 p. 175.

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