Non percossa dal Sol molti e molt' anni; Mi piacquen si, ch'i'l'ho dinanzi agli occhi Verso 5. Non mai percossa dal Sole in molti e molti anni.-5. Piacquen. Piacquero. 6. Ed avrò. E l' avrò, civè dinanzi agli occhi. Ov'io sia. Do vunque, in qualunque luogo, io sia. In poggio o'n riva. In monte o in piano: e anche questo vuol dire, in qualunque luogo. Allor saranno i miei pensieri a riva, Che foglia verde non si trovi in lauro: Versi 1-2. Allora avrò finito di pensare a lei, o vero allora sarò venuto a capo del mio desiderio, quando non si trovi più foglia verde in sui lauri. -5. Cioè quando il mio desiderio sarà stato appagato, ovvero quando io avrò finito di amar colei.-4. Ghiacciar. Ag ghiacciarsi. 6. Quanti anni consenti- Ma perchè volą il tempo e fuggon gli anni, Versi 1-6. Ma poichè non posso viver tanto, almeno andrò sempre amando e seguitando colei finch' io Non fur giammai veduti si begli occhi Ch' Amor conduce a piè del duro lauro, 'Verso 2. Ne' prim' anni. Al tempo antico. 5 Che. I quali occhi. Come'l Sol neve. Come il Sole strugge la neve. 4-5. Dal che nasce un fume di lagrime, che da Amore è condotto a' piedi della spietata Laura.- 6. I rami di diamante, cioè candidissimi e preziosi, significano le membra di Laura; le chiome d'oro, i capelli. I' temo di cangiar pria volto e chiome, Che, s'al contar non erro, oggi ha sett' anni La notte e 'l giorno, al caldo ed alla neve. Verso 1. Cangiar volto e chiome. Invecchiare.-2. Che. Dipende dal pria del verso innanzi.-3. L'idolo mio, il quale è fatto di un lauro vivo, cioè il quale non è inanimato come gli altri idoli, ma è una donna viva, di nome Dentro pur foco, e for candida neve, Verso 1. Io, tutto fuoco dentro, e candida neve fuori, cioè scolorito e pallido. 2. Non con altri pensieri che questi che ho adesso, ma ben con altre chiome, cioè colle chiome alterate per la età.-3. Per ogni riva. Per ogni dove. -4. Pietà venir negli occhi. Piangere L'auro e i topazj al Sol sopra la neve Versi 1-3. Le bionde chiome di Laura presso a quegli occhi che mi conducono a morte immatura, vin cono in splendore e in bellezza l'oro e i topazj posti al Sole sopra la neve. SONETTO XVIII. Laura, morendo, avrà certamente il seggio più alto della gloria del Cielo. Quest' anima gentil, che si diparte, Anzi tempo chiamata all' altra vita, Poich' a mirar sua bellezza infinita L' anime degne intorno a lei fien sparte. Ciascuna delle tre saria men bella, Ma se vola più alto, assai mi fido, Verso 1. Si diparte. Parte da que- masse. Prendesse a soggiornare. Dimo rasse. Sotto 'l quarto nido. Sotto la casa del Sole, cioè tra Marte e Venere. -10. Delle tre. Delle tre stelle o pia neti che stanno di sotto al Sole e più vicino a noi, cioè Venere, Mercurio e la Luna. Men bella. Dell'anima di Laura.-4. La fama e 'l grido. Di bellezza.-12. Nel cerchio di Marte, pianeta fiero e maligno, certamente ella non vorrà staré.-15-14. Ma se vola più su del cielo di Marte, ho per fermo che ella vincerà di splendore il pianeta di Giove e tutte le altre stelle, cioè tutte le fisse. SONETTO XIX. Non attende pace, nè disinganno del suo amore, se non che dalla morte. Quanto più m' avvicino al giorno estremo, Che ne fe vaneggiar si lungamente, Per le cose dubbiose altri s' avanza; Verso 2. Che presto termina le mi- 4. E il mio sperare di lui, cioè del tempo, essere ingannevole e privo di effet to.-6-7. Il duro e greve Terreno incarco. Il mio corpo. Fresca. Recente. Non ancora indurata.-9. Con lui. Col mio corpo. -10. Ne fe. Ci fece. -12. Si. Così. Come sovente. Quanto sovente. 13. Gli uomini camminano allo scuro e nella incertezza. 14. Come spesso. Quanto spesso. Indarno. Senza cagione. Per cagioni vane. O vero, senza profitto. SONETTO XX. Laura inferma gli apparisce in sogno, e lo assicura ch' ella ancor vive. Già fiammeggiava l' amorosa stella Per l' oriente, e l'altra, che Giunone Suol far gelosa, nel settentrione Discinta e scalza, e desto avea 'l carbone; Che per usanza a lagrimar gli appella: Veder questi occhi Verso. L'amorosa stella. Il pianeta di Venere. La diana. -2-3. E l'altra, che Giunone Suol far gelosa. Calisto, cioè l'orsa maggiore. E l'altra vuol dire e quell' altra stella. 5. Era. Erasi. 6. Discinta e scalza. Mezzovestita. E desto avea 'l carbone. E avea suscitato il fuoco. 7-8. E sopravveniva con dolor degli amanti quell' ora che suol chiamarli a lagrimare, o perchè gli sveglia dal sonno, e però dalla dimenticanza dei loro mali, o perchè gli sforza a partirsi dalle persone amate.-9. Mia speme. Laura. Condotta al verde. Ridotta presso all'estremo per la malattia.-10-14. Mi si appresentò all'animo, non per la so lita via, cioè non per la via degli occhi, che il sonno teneva chiusi e il dolore bagnati di pianto, ma per via della immaginativa. 12. Cangiata. Mutata Laura per la infermità. Da quel di pria. Dall'esser di prima.-15. E parea dir. E parevami che mi dicesse. Perchè tuo valor perde? Perchè il tuo coraggio va perdendo della sua forza, langue, cade, si scema? Perde può anche esser detto qui poeticamente in luogo di perdi. — 14. Ancora non ti si toglie, cioè non ti è negato, di ve der questi occhi. Cioè, io non sono an cora moria. SONETTO XXI. Raffigura la sua Donna ad un lauro, e prega Apollo a difenderlo dalle tempeste. Apollo, s' ancor vive il bel desio Che t'infiammava alle tessaliche onde, E se non hai l'amate chiome bionde, E Che dura quanto 'l tuo viso s' asconde, Che ti sostenne nella vita acerba, Di queste impression l'aere disgombra. Vive solitario, e si allontana da tutti, ma ha sempre Amore in sua compagnia. Solo e pensoso i più deserti campi Vo misurando a passi tardi e lenti; Cercar non so, ch' Amor non venga sempre Versi 4-2. I più deserti campi Vo misurando. Vo camminando per li 1 campi più deserti. -3-4. E tengo gli occhi intenti per fuggire ogni luogo se |