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C. XXIII.

63. Propinquissima sanguinità. Probably the sister of Dante who

was married to Leone Poggi.

veduto compiere tutti i dolorosi mestieri, che alli corpi de' morti s' usano di fare, mi parea tornare nella mia camera, e quivi mi parea guardare verso il cielo: e sì forte era la mia imaginazione, che, piangendo, cominciai a dire con voce vera: O anima bel55 lissima, com'è beato colui che ti vede! E dicendo queste parole con doloroso singulto di pianto, e chiamando la Morte che venisse a me, una donna giovane e gentile, la quale era lungo il mio letto, credendo che il mio piangere e le mie parole fossero solamente per lo dolore della mia infermità, con 60 grande paura cominciò a piangere. Onde altre donne, che per la camera erano, s'accorsero di me che piangeva per lo pianto che vedeano fare a questa: onde facendo lei partire. da me, la quale era meco di propinquissima sanguinità congiunta, elle si trassero verso me per isvegliarmi, credendo che 65 io sognassi, e diceanmi: Non dormir più, e non ti sconfortare. E parlandomi così, cessò la forte fantasia entro quel punto ch' io volea dire: O Beatrice, benedetta sii tu. E già detto avea: O Beatrice . . . . quando riscuotendomi apersi gli occhi, e vidi ch' io era ingannato; e con tutto ch' io chiamassi questo nome, la mia voce era sì rotta dal singulto del piangere, che queste donne non mi poterono intendere.

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Ed avvegnachè io mi vergognassi molto, tuttavia per alcuno ammonimento d'amore mi rivolsi a loro. E quando mi videro, cominciaro a dire; Questi par morto; e a dir fra loro: procu75 riam di confortarlo. Onde molte parole mi diceano da confortarmi; ed allora mi domandavano di che io avessi avuto paura. Ond' io, essendo alquanto riconfortato, e conosciuto il falso imaginare, risposi loro: Io vi dirò quello c' ho avuto, Allora, cominciandomi dal principio, fino alla fine dissi loro So ciò che veduto avea, tacendo il nome di questa gentilissima. Onde poi, sanato di questa infermità, proposi di dir parole

83. Questa canzone.

See the Introduction for an account of the sym

metry which centres about this poem.

102. Ch' era nel viso mio. This line perhaps wants emendation; or is

the exigence of rhyme to blame?

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di questo che m'era avvenuto, perocchè mi parea che fosse amorosa cosa a udire; e però ne dissi questa canzone:

Donna pietosa e di novella etate,

Adorna assai di gentilezze umane,
Ch' era dov' io chiamava spesso Morte,
Veggendo gli occhi mei pien di pietate,
Ed ascoltando le parole vane,

Si mosse con paura a pianger forte;
Ed altre donne, che si furo accorte
Di me per quella che meco piangía,
Fecer lei partir via,

Ed appressârsi per farmi sentire.
Qual dicea: Non dormire ;

E qual dicea: Perchè sì ti sconforte ?
Allor lasciai la nuova fantasia,

Chiamando il nome della donna mia.
Era la voce mia sì dolorosa,

E rotta si dall' angoscia e dal pianto,
Ch' io solo intesi il nome nel mio core;
E con tutta la vista vergognosa,
Ch' era nel viso mio giunta cotanto,
Mi fece verso lor volgere Amore.
Egli era tale a veder mio colore,
Che facea ragionar di morte altrui :
Deh confortiam costui,

Pregava l' una l' altra umilemente;

F dicevan sovente :

Che vedestù, che tu non hai valore?
E quando un poco confortato fui,
Io dissi: Donne, dicerollo a vui.

119. Vilminte gravati, “has drooped his eyes as one who has no longer courage to live."

131. Di tristizia, "shot fiery arrows of sorrow." Cf. Inf., xxix. 43: Lamenti saettaron me diversi.

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