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questi poeti volgari; chè dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino, secondo alcuna proporzione. E segno che sia picciol tempo è, che, se volemo cercare in 25 lingua d'oco e in lingua di sì, noi non troviamo cose dette

anzi lo presente tempo per centocinquanta anni. E la cagione, per che alquanti grossi ebbero fama di saper dire, è che quasi furono i primi, che dissero in lingua di sì. E lo primo, che cominciò a dire siccome poeta volgare, si mosse però che 30 volle fare intendere le sue parole a donna, alla quale era malagevole ad intendere i versi latini. E questo è contro a coloro, che rimano sopra altra materia che amorosa; conciossiacosachè cotal modo di parlare fosse dal principio trovato per dire d' Amore.

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Onde, conciossiacosachè a' poeti sia conceduta maggior licenza di parlare che alli prosaici dicitori, e questi dicitori per rima non sieno altro che poeti volgari, è degno e ragionevole, che a loro sia maggior licenza largita di parlare, che agli altri parlatori volgari: onde, se alcuna figura o colore 40 rettorico è conceduto alli poeti, conceduto è a' rimatori. Dunque se noi vedemo, che li poeti hanno parlato alle cose inanimate come se avessero senso e ragione, e fattole parlare insieme; e non solamente cose vere, ma cose non vere (cioè che detto hanno, di cose le quali non sono, che parlano, e 45 detto che molti accidenti parlano, siccome fossero sostanze

ed uomini); degno è lo dicitore per rima fare lo simigliante, ma non senza ragione alcuna, ma con ragione, la quale poscia sia possibile d' aprire per prosa. Che li poeti abbiano così parlato, come detto è, appare per Virgilio; il quale dice che 50 Giuno, cioè una Dea nemica dei Troiani, parlò ad Eolo signore delli venti, quivi nel primo dell' Eneida:

Eole, namque tibi etc.,

71. Persona grossa, "lest some of the common sort be moved by jeering thereat" (Rossetti), but it may mean a person of importance in the eyes of the public; cf. line 27, alquanti grossi. In the dolce stil nuovo the words follow the sense, and Dante and his friends are ready to give a meaning to any allegorical or fantastic expression they use, whereas in the poetry of their rivals there are many rhetorical flourishes which will not bear scrutiny.

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e che questo signore le rispose quivi :

Tuus, o regina, quid optes

Explorare labor; mihi jussa capessere fas est.

Per questo medesimo poeta parla la cosa, che non è animata, alla cosa animata nel terzo dell' Eneida, quivi :

Dardanide duri etc.

Per Lucano parla la cosa animata alla cosa inanimata, quivi :
Multum, Roma, tamen debes civilibus armis.

Per Orazio parla l' uomo alla sua scienza medesima, siccome
ad altra persona; e non solamente sono parole d' Orazio, ma
dicele quasi recitando le parole del buono Omero, quivi
nella sua Poetria:

Dic mihi, Musa, virum etc.

Per Ovidio parla Amore, come se fosse persona umana, nel principio del libro che ha nome Rimedio d' Amore, quivi : Bella mihi, video, bella parantur, ait.

E per questo puote essere manifesto a chi dubita in alcuna 70 parte di questo mio libello.

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E acciocchè non ne pigli alcuna baldanza persona grossa, dico che nè li poeti parlavano così senza ragione, nè que' che rimano deono parlare così, non avendo alcuno ragionamento in loro di quello che dicono; perocchè grande vergogna sarebbe a colui, che rimasse cosa sotto veste di figura o di colore rettorico, e poscia domandato non sapesse dinudare le sue parole da cotal vesta, in guisa ch' avessero verace intendimento. E questo mio primo amico ed io ne sapemo bene di quelli che così rimano stoltamente.

C. XXVI.

19. Ripigliare lo stile della sua loda. The last chapter, c. xxv., contained a digression; he now returns to the purpose which he set forth in c. xviii. 40.

C. XXVI.

UESTA gentilissima donna, di cui ragionato è nelle precedenti parole, venne in tanta grazia delle genti, che quando passava per via, le persone correano per vederla ; onde mirabile letizia me ne giungea. E quando ella 5 fosse presso ad alcuno, tanta onestà venía nel core di quello, ch' egli non ardía di levare gli occhi, nè di rispondere al suo saluto; e di questo molti, siccome esperti, mi potrebbero testimoniare a chi nol credesse. Ella coronata e vestita d'umiltà s' andava, nulla gloria mostrando di ciò ch' ella vedeva ed udiva. Dicevano molti, poichè passata era: Questa non è femmina, anzi è uno de' bellissimi angeli del cielo. Ed altri dicevano: Questa è una meraviglia; che benedetto sia lo Signore che sì mirabilmente sa operare! Io dico ch' ella si mostrava si gentile e sì piena di tutti i piaceri, che quelli 15 che la miravano comprendevano in loro una dolcezza onesta,

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e soave tanto che ridire non la sapevano; nè alcuno era lo quale potesse mirar lei, che nel principio non gli convenisse sospirare. Queste e più mirabili cose da lei procedeano virtuosamente. Ond' io pensando a ciò, volendo ripigliare lo stile della sua loda, proposi di dire parole, nelle quali dessi ad intendere delle sue mirabili ed eccellenti operazioni; acciocchè non pure coloro che la poteano sensibilmente vedere, ma gli altri sapessino di lei quello che le parole ne possono fare intendere. Allora dissi questo sonetto:

Tanto gentile e tanto onesta pare

La donna mia, quand' ella altrui saluta,
Ch' ogni lingua divien tremando muta,
E gli occhi non l' ardiscon di guardare.
Ella sen va, sentendosi laudare,

Benignamente d' umiltà vestuta;

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