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Di te biasmar la lingua s' affatica.
E se di grazia ti vo' far mendica,

Convenesi ch' io dica

Lo tuo fallir, d' ogni torto tortoso;
Non però che alla gente sia nascoso,
Ma per farne cruccioso

Chi d' Amor per innanzi si nutrica.
Dal secolo hai partita cortesia,

E, ciò che 'n donna è da pregiar, virtute
In gaia gioventute;

Distrutta hai l' amorosa leggiadria.

Più non vo' discovrir qual donna sia,
Che per le proprietà sue conosciute:
Chi non merta salute,

Non speri mai d' aver sua compagnia.

Questo sonetto si divide in quattro parti; nella prima chiamo la Morte per certi suoi nomi propri; nella seconda parlando a lei, dico la ragione perch' io mi muovo a biasimarla; nella terza la vitupero; nella quarta mi volgo a 60 parlare a indiffinita persona, avvegnachè quanto al mio

C. IX.

intendimento sia diffinita. La seconda parte comincia quivi: Poich hai data; la terza quivi: E se di grazia; la quarta quivi: Chi non merta salute.

A

PPRESSO la morte di questa donna alquanti dì,

avvenne cosa, per la quale mi convenne partire della sopradetta cittade, ed ire verso quelle parti, ov' era la gentil donna ch' era stata mia difesa, avvegnachè 5 non tanto lontano fosse lo termine del mio andare, quanto ella era. E tuttochè io fossi alla compagnia di molti, quanto alla vista, l' andare mi dispiacea sì, che quasi li sospiri non

15. Sen gia, se ne andava.

22. Se alcuna cosa ne dicessi, "If thou dost mention any words that I have said to thee."

26. Per la grandissima parte. This is obscure. The common explanation is that the poet's feelings (Amore) were so disturbed by the news that they destroyed his imaginative power for the time.

27. Ch' Amore mi desse di sè,

"the vision which Love gave me of

himself." Cambiato. This change is obscure, for he was already full of sighs; see line 7.

30. L'altr' ier, "lately," as in Purg., xxiii. 119.

35. Perduto signoria, "as if he had lost his kingdom."

poteano disfogare l' angoscia che il core sentia, però ch' io mi dilungava dalla mia beatitudine. E però lo dolcissimo Signore, 10 il quale mi signoreggiava per la virtù della gentilissima donna,

nella mia immaginazione apparve come peregrino leggermente vestito, e di vili drappi. Egli mi parea sbigottito, e guardava la terra, salvo che tale volta mi parea, che li suoi occhi si volgessero ad uno fiume bello, corrente e chiarissimo, 15 il quale sen gìa lungo questo cammino là ove io era.

A me parve che Amore mi chiamasse, e dicessemi queste parole: Io vengo da quella donna, la quale è stata lunga tua difesa, e so che il suo rivenire non sarà; e però quel core ch' io ti facea avere da lei, io l' ho meco, portolo a donna 20 la quale sarà tua difensione come questa era (e nomollami, sì ch' io la conobbi bene). Ma tuttavia di queste parole, ch' io t'ho ragionate, se alcuna cosa ne dicessi, dilla in modo che per loro non si discernesse lo simulato amore che hai mostrato a questa, e che ti converrà mostrare ad altrui. 25 E, dette queste parole, disparve questa mia immaginazione tutta subitamente, per la grandissima parte, che mi parve ch' Amore mi desse di sè; e quasi cambiato nella vista mia, cavalcai quel giorno pensoso molto, ed accompagnato da molti sospiri. Appresso lo giorno cominciai questo sonetto :

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Cavalcando l' altr' ier per un cammino,
Pensoso dell' andar, che mi sgradia,
Trovai Amor in mezzo della via,
In abito leggier di peregrino.
Nella sembianza mi parea meschino

Come avesse perduto signoria ;
E sospirando pensoso venia,

Per non veder la gente, a capo chino.

42. Allora presi; see note to line 26.

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Quando mi vide, mi chiamò per nome,
E disse: Io vegno di lontana parte,
Ov' era lo tuo cor per mio volere,
E recolo a servir nuovo piacere.
Allora presi di lui si gran parte,

Ch' egli disparve, e non m' accorsi come.

Questo sonetto ha tre parti: nella prima parte dico siccome 45 io trovai Amore, e qual mi parea; nella seconda dico quello ch' egli mi disse, avvegnachè non compiutamente, per tema ch' io avea di non iscovrire lo mio segreto; nella terza dico com' egli mi disparve. La seconda comincia quivi: quando mi vide; la terza quivi: Allora presi.

C. X.

PPRESSO la mia tornata, mi misi a cercare di questa

donna, che lo mio signore m' avea nominata nel cammino de' sospiri. Ed acciocchè il mio parlare sia più breve, dico che in poco tempo la feci mia difesa tanto, 5 che troppa gente ne ragionava oltre alli termini della cortesia ; onde molte fiate mi pesava duramente. E per questa cagione (cioè di questa soverchievole voce, che parea che m' infamasse viziosamente) quella gentilissima, la quale fu distruggitrice di tutti i vizii e regina delle virtù, passando per alcuna parte mi 10 negò il suo dolcissimo salutare, nel quale stava tutta la mia beatitudine. Ed uscendo alquanto del proposito presente, voglio dare ad intendere quello che il suo salutare in me virtuosamente operava.

C. XI.

D

ICO che quando ella apparia da parte alcuna, per la speranza dell' ammirabile salute nullo nemico mi rimanea, anzi mi giungea una fiamma di caritade, la quale mi facea perdonare a chiunque m' avesse offeso: e

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