Già eran quasi' ch' atterzate l'ore Allegro mi sembrava Amor, tenendo 1 Già eran quasi, ec. Vuol dire, ch' era l' ora quarta della notte. 2 Allegro mi sembrava, ec. Racconta il suo sogno, e dice come Amore gli apparve con Beatrice nelle braccia dormendo, e leggiermente involta in un drappo. Nell' una delle mani parvegli che Amore tenesse il di lui cuore che ardesse tutto, e che poi svegliasse Madonna che dormia, alla quale desse a pascere detto cuore; e che alla fine sparendo videlo andar con essa verso il cielo. SONETTO II. O voi,' che per la via d' amor passate, S'egli è dolore alcun quanto 'l mio grave, S'io son d'ogni dolore ostello e chiave. Ma Mi pose in vita sì dolce e soave; Ch'io mi sentia dir dietro spesse fiate, SON. II. Questo Sonetto con rima rinterzata, non è che una lamentazione del Poeta sulla lontananza di Beatrice dalla Città. Sonetti, perchè in frappongono, per cui piarsi. Dassi il nome di rinterzati a tai ciasuna terzina tre versi vi si vengono questi come a raddop O voi che, ec. In questi primi sei versi prega quei che son fedeli in amore, a soffrir d' udirlo. 1 Amor, non già, ec. Narra in questa seconda parte, dove Amor lo avea posto. 3 Deh, leggo con l' edizione del Zane, Ven. 1731, altre ediz. leggono, Dio. Così leggiadro questi lo cor.ave? Ora ho perduta1 tutta mia baldanza, In guisa che di dir mi vien dottanza:2 E dentro dallo cor mi struggo, e ploro 3. SONETTO III.. PIANGETE, amanti, poichè piange Amore, Amor' sente a pietà donne chiamare, 1 Ora ho perduta, ec. Dice in questa ciò che ha per duto. 2 Dottanza, timore. 3 Ploro, voce latina, per piango. SON. III. Questo, ed anche il seguente Sonetto, sono in occasione della morte d'una donna di gentile aspetto, e in guiderdone di ciò che alcuna fiata l' avea Dante veduta in compagnia di Beatrice. 4 Piangete, amanti, ec. Sollecita a piangere i fedeli di Amore, perchè anche il Signor loro piange. 'Amor sente, ec. Dice qui la cagione per cui piange Amore. Perchè villana morte in gentil core Udite quanta Amor2 le fece orranza ;3 SONETTO IV. MORTE villana e di pietà nimica: Di dolor madre antica, Giudicio incontrastabile, gravoso, Poich' hai data' materia al cor doglioso, 1 Fuora dell' onore, oltre all' onore. Così legge la citata ediz. del Zane: sovra dello onore, quella del Zatta. 2 Udite, ec. Parla d' alcun onore che Amor fece 3 a questa donna. orranza per onore. gentile, leggiadra. Avvenente, SON. IV. In questo Sonetto rinterzato chiama la Morte per certi suoi nomi proprj. "Poich' hai data, ec. Dice qui la ragione perchè la biasima. Ond' io vado pensoso; Di te biasmar la lingua s' affatica. Lo tuo fallir, d' ogni torto tortoso ;2 Chi d'amor per innanzi si nutrica. E ciò che 'n donna è da pregiar, virtute; Distrutta hai l' amorosa leggiadria. Più non vo' discovrir qual donna sia, Che per le proprietà sue conosciute: Chi non merta salute Non speri mai aver sua compagnía. E se di grazia, ec. Qui la vitupera. 2 Tortoso, voce antica, e val ingiusto. 3 Per farne cruccioso, ec. per rendere adirati contro di te quei che si nutrono d'amore. |