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E se con tutti vo' fare accordanza, Convenemi chiamar la mia nemica, Madonna la Pietà, che mi difenda.

SONETTO VII.

Con l'altre donne mia vista gabbate,
E non pensate, donna', onde si mova,
Ch' io vi rassembri sì figura nova
Quando riguardo la vostra beltate.

Se lo sapeste, non porría pietate
Tener più contro a me l' usata prova ;
Che quando Amor sì presso a voi mi trova,
Prende baldanza e tanta sicurtate,

Che 'l fiere tra' miei spirti paurosi;

E quale ancide, e qual caccia di fora,

SON. VII. Essendosi il Poeta trovato ad un Convito di nozze, vide tra le altre donne la sua Beatrice, ond' egli cominciò a tremare, e restò pieno di confusione. Le donne accorgendosene s' incominciarono a maravigliare, e si gabbavano di lui, e in seguito di ciò scrisse egli il suddetto Sonetto, nel quale parlando a Beatrice, le significa la cagione della sua confusione, la quale se fosse saputa, in vece di gabbarlo, crede che molta pietà ne le verrebbe.

2

Donna, al. donne. porría per potrebbe.

Sicch' ei solo rimane' a veder vui;

Ond' io mi cangio in figura d' altrui, Ma non sì ch' io non senta bene allora Gli guai' de' discacciati tormentosi.

SONETTO VIII.

Ciò che m'incontra nella mente, muore
Quando vengo a veder voi, bella gioja:
E quand' io vi son presso, sento Amore
Che dice: Fuggi, se 'l perir t' è noja:
Lo viso mostra lo color del core
Ch' è tramortendo, dovunque s'appoja',
E per la ebrietà del gran tremore

'Sicch' io solo rimango, altre Edizioni.

2 Gli guai, ec. i danni degli afflitti che vengono discacciati senza trovar pietà in altrui.

SON. VIII. Dimostra in questo Sonetto che subito ch' ei vede Beatrice, gli vien tal desiderio di lei che distrugge ogni altro pensiero ; onde si scusa con lei di tal passione.

Manifesta lo stato del suo cuore in quella parole, Lo viso mostra, ec.

Dice mancargli ogni coraggio in quelle, E per la ebrietà, ec.

'Appoja per appoggia.

Le pietre par che gridin: Moja, moja.
Peccato fa, chi allora mi vide,'
Se l'alma sbigottita non conforta
Sol dimostrando che di me gli doglia:

Per la pietà, ch' el vostro gabbo uccide,
La qual' si cria nella vista morta

Degli occhj ch' hanno di lor morte voglia.

SONETTO IX.

SPESSE fiate vengommi' alla mente L'oscure qualità ch' Amor mi dona:

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E nelle seguenti, Peccato fa, ec. pecca colui che non ha pietà di lui.

Per la Pietà, ec. per la compassionevol vista che spiran gli occhj suoi desiderosi di morire, ch' el vostro gabbo uccide, la qual compassione è distrutta dal gabbarsi ch'ella fa di lui, il che induce gli altri a far l' istesso.

1 Mi vide, al. mi vede. 2 La qual, al. Lo qual.

SON. IX. Nei primi quattro versi si duole egli pensando in che stato lo avea messo Amore.

3

Vengommi in luogo di vengonmi, cioè, mi vengono. Scrivonsi due mm in vece di nm, perchè quando la trovasi innanzi ad altra lettera labiale, cioè, che si pronunzia con le labbra, diventa un' m anch' essa. (Vedi la

E viemmene' pietà sì che sovente
I'dico: Lasso! avviene egli a persona ?
Ch' Amor m' assale sì subitamente
Che la mia vita quasi m' abbandona:
Campami2 un spirto vivo solamente;
E quel riman, perchè di voi ragiona.
Poscia mi sforzo che mi voglio atare 3;
E così smorto, d' ogni valor voto,
Vegno a vedervi credendo guarire.

E se io levo gli occhj per guardare,
Nel cor mi s' incomincia un terremoto,
Che fa da' polsi l' anima partire.

1

Gram.) Viemmene per vienmene, cioè, me ne viene, così scritto per la medesima ragione di vengommi, detta poc' anzi.

Che amor, ec. Dice che Amore lo assaliva spesse volte sì subitamente, che in lui non rimanea altro di vita, se non un pensiero che gli parlava della sua donna. Campami, mi rimane. Poscia mi sforzo, ec.

Atare, ajutare. Volendo egli ajutarsi dall', assalto che amor gli facea, rivolgeasi tutto smorto a lei, credendo che la sua vista il difendesse da questo assalto. E se io levo, ec. Dice che tal veduta il difendeà bensì, ma che finalmente il distruggeva.

CANZONE I.

In lode di Beatrice.

DONNE, ch' avete intelletto d' Amore,
Io vo' con voi della mia Donna dire;
Non perch' io creda sua loda finire,
Ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico,' che pensando al suo valore
Amor sì dolce mi si fa sentire,
Che, s' io allora non perdessi ardire,
Farei parlando innamorar la gente :
Ed io non vo' parlar sì altamente
Ch' io divenissi per temenza vile;
Ma tratterò del suo stato gentile
A rispetto di lei leggieramente,

CANZ. I. In questa Cazone in cui egli prédica le lodi di Beatrice, s' indrizza primieramente a quelle donne ch' hanno intelletto d' Amore, alle quali dichiara quanto intende dire.

1

1 Io dico, ec, Dice che Amor lo inspira tanto a parlar di lei, che farebbe innamorar la gente, se non gli venisse meno il coraggio; e acciocchè non sia impedite da viltà, non ne parlerà che leggermente con quelle donne amorose soltanto, a cui avea indirizzato il di

scorso.

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