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Donne e donzelle amorose, con vui,
Che non è cosa da parlarne altrui.
Angelo' chiama in divino2 intelletto
E dice: Sire, nel mondo si vede
Maraviglia nell'atto, che procede
D'un' anima che 'n fin quassù risplende.
Lo cielo, che non ha altro difetto

3

Che d'aver lei, al suo Signor la chiede ;.
E ciascun Santo ne grida mercede:
Sola pietà nostra parte difende;*

Che parla Iddio che di Madonna intende:
Diletti miei,' or sofferite in pace

Che vostra speme sia, quanto mi piace,

Là ov'è alcun, che perder lei s' attende,

1

Angelo chiama, ec. Introduce quindi gli Angeli a parlar delle sue belle doti, bramando la di lei compagnia nel cielo. 2 In divino, al. il divino.

3 Lo cielo che non ha, al. Lo ciel che non avea: cioè, il Cielo a cui non manca altro.

4

Nostra parte difende, al. vostra parte difende.

Diletti miei, ec. Con queste parole Iddio risponde agli angeli medesimi, ai quali dice di sofferire in pace che la loro speme, cioè, Beatrice, che sperano di aver con essi in cielo, resti per qualche tempo ancora là

E che dirà nell' inferno a' mal nati,
I' vidi la speranza de' Beati.

Madonna è disiata in l' alto cielo :
Or vo' di sua virtù farvi sapere ;
Dico qual vuol gentil donna parere,
Vada con lei; che quando va per via,
Gitta ne' cor villani Amore un gelo,
Perch' ogni lor pensiero agghiaccia e pere;
E qual soffrisse di starla a vedere,
Diverria nobil cosa, o si morria.
E quando trova alcun che degno sia
Di veder lei, quei prova sua virtute,
Che gli avvien ciò che gli dona salute;
E sì l'umilia ch'ogni offesa obblia.
Ancor l' ha Dio per maggior grazia dato,
Che non può mal finir chi le ha parlato.

Dice di lei Amor: Cosa mortale
Com' esser puote sì adorna e sì pura

Poi la riguarda, e fra se stesso giura,

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ov'è alcun, cioè, nel mondo, dov'è qualcheduno (intende il poeta di sè stesso), che si aspetta a perderla, e che, il qual Dante, nel suo viaggio all' Inferno dirà ai dannati, Io vidi, ec.

Che Dio ne 'ntende di far cosa nova,
Color di perla quasi in forma, quale

Conviene a Donna aver, non fuor misura :
Ella è quanto di ben può far Natura:

Per esemplo di lei beltà si prova :
Degli occhj suoi, comecch' ella gli mova,
Escono spirti d'Amore infiammati,
Che fieron gli occhj a qual, ch' allor gli guati,
E passan sì, che 'l cor ciascun ritrova.
Voi le vedete Amor pinto nel viso,
Là u' non puote alcun mirarla fiso.

Canzone io so che tu girai parlando
A donne assai, quando t' avrò avanzata ;
Or t'ammonisco, perch' io t' ho allevata
Per figliuola d' Amor giovane e piana,
Che dove giugni, tu dichi pregando:
Insegnatemi gir, ch' io son mandata
A quella, di cui lode io sono ornata ;
E se non vuogli andar, siccome vana,
Non ristare ove sia gente villana ;
Ingegnati, se puoi, d' esser palese
Solo con donne o con uomin cortese,

! Canzone, io so, ec. In quest' ultima stanza, che

Che ti merranno' per la via tostana:
Tu troverai Amor con esso lei,

Racomandami a lui, come tu dei.

SONETTO X.

AMORE e 'l cor gentil sono una cosa,
Siccome il Saggio in suo dittato pone:
E così esser l' un senza l' altro osa,
Com' alma razional senza ragione.

Fágli natura, quando è amorosa,

Amor pregiare il cor2 per sua magione ;

!

commiato s' appella, il poeta drizza il parlare alla Canzone, nella quale dice quello che di essa desidera.

1Ti merranno, per ti meneranno-per la via tostana, per la via più breve.

SON. X. Amore è il soggetto di questo Sonetto; e dice ch' esso ed un Cuor gentile, sono una medesima cosa secondo che ne insegna il Savio, talmente che l'uno non può star senza l' altro, non meno che un' anima razionale possa star senza la ragione.

Fágli natura, ec. la natura, quando uno s' innamora, fa che amore scelga un cuor gentile per sua dimora, così l'uno dimora dentro dell' altro, e guardansi a vicenda, come forına materia.

Amor pregiare il cor, al. Amor per sire, e'l cor.

Dentro allo qual dormendo si riposa
Tal volta brieve, e tal lunga stagione.

Beltate appare in saggia donna poi
Che piace agli occhj, sicchè dentro al core
Nasce un desio della cosa piacente:

E tanto dura talora in costui,

Che fa svegliar lo spirito d'Amore;

E simil fáce in donna uomo valente.

SONETTO XI.

NEGLI Occhj porta la mia donna Amore,
Perchè si fa gentil ciò ch' ella mira :
Ov' ella passa, ogn' uom ver lei si gira;
E cui saluta fa tremar lo core:

Dentro allo qual, al. Dentro alla qual.

* Tal volta brieve, al. tal volta

poca.

Beltate appare, ec. Dal detto di sopra ne segue che beltate in saggia donna piace all' uomo di cuor gentile, mentre l' istesso piacere produce in cuor di donna uomo valente.

SON. XI. Avendo trattato d' Amore nell' antecedente Sonetto, parla in questo degli effetti che producono i begli occhj di Beatrice, e come per lei si sveglia questo amore.

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