Sayfadaki görseller
PDF
ePub

l'uomo vile disceso delli buoni maggiori è degno d'es60 sere da tutti scacciato: e deesi lo buono uomo chiu

65

dere gli occhi per non vedere quello vituperio vituperante della bontà che in sola la memoria è rimasa. E questo basti al presente alla prima quistione che si

movea.

Alla seconda quistione si può rispondere, che una progenie per sè non ha Anima, e ben è vero che nobile si dice, ed è per certo modo. Onde è da sapere, che ogni Tutto si fa delle sue parti, ed è alcuno Tutto che ha una essenza semplice colle sue parti; siccome 70 in uno Uomo è una essenza del Tutto e di ciascuna parte sua e ciò che si dice della parte, per quello medesimo modo si dice essere del Tutto. Un altro Tutto è che non ha essenza comune colle parti, siccome una massa di grano; ma è la sua una essenza secondaria, che resulta 75 da molti grani, che vera e prima essenza in loro hanno. E in questo Tutto cotale si dicono essere le qualità delle parti, così secondamente come l'essere; onde si dice una bianca massa, perchè li grani, ond' è la massa, sono bianchi. Veramente questa bianchezza è più nelli grani 80 prima, e secondariamente resulta in tutta la massa, e così secondariamente bianca dicer si può. E per cotal modo si può dicere nobile una schiatta, ovvero una progenie. Ond'è da sapere che, siccome a fare una bianca massa convengono vincere i bianchi grani, così 85 a fare una nobile progenie convengono in essa i nobili uomini vincere; dico vincere per essere più degli altri, sicchè la bontà colla sua grida oscuri e celi il contrario ch'è dentro. E siccome d'una massa bianca di grano si potrebbe levare a grano a grano il formento,

e al grano sostituire saggina rossa, e tutta la massa 90 finalmente cangerebbe colore; così della nobile progenie potrebbero li buoni morire a uno a uno, e nascere® in quella li malvagi, tanto che cangerebbe il nome, e non nobile, ma vile da dire sarebbe. E così basti alla seconda quistione esser risposto.

95

CAPITOLO XXX.

Come di sopra nel terzo Capitolo di questo Trattato si dimostra, questa Canzone ha tre parti principali. Per che, ragionate le due, delle quali la prima comincia nel Capitolo predetto, e la seconda nel Sestodecimo (sicchè la prima per tredici e la seconda per 5 quattordici è terminata, senza lo proemio del Trattato della Canzone, che in due Capitoli si comprese), in questo trentesimo e ultimo Capitolo, della terza parte principale brievemente è da ragionare, la quale per Tornata di questa Canzone fatta fu ad alcuno adorna- 10 mento, e comincia: Contra gli erranti, mia Canzon, n'andrai. E qui principalmente si vuole sapere, che ciascuno buono fabbricatore, nella fine del suo lavoro, quello nobilitare e abbellire dee, in quanto puote, acciocchè più laudabile e più prezioso da lui si parta. E questo in- 15 tendo, non come buono fabbricatore, ma come seguitatore di quello, fare in questa parte. Dico adunque: Contra gli erranti, ec. Questo Contra gli erranti è tutt' una parola, ed è nome d'esta Canzone, tolto per esemplo dal buono Fra Tommaso d'Aquino, che a un 20

suo libro, che fece a confusione di tutti quelli che disviano da nostra Fede, pose nome Contra Gentili.

Dico adunque che n'andrai, quasi dica: Tu se' omai perfetta, e tempo è da non istare ferma, ma da gire, chè 25 la tua impresa è grande. E quando tu sarai In parte, dove sia la Donna nostra, dille il tuo mestiere. Ov'è da notare che, siccome dice nostro Signore, non si deono le margherite gittare innanzi ai porci; perocchè a loro non è prode, e alle margherite è danno; e, come dice 30 Esopo poeta nella prima Favola, più è prode al gallo un granello di grano, che una margherita; e però questa lascia, e quello ricoglie. E ciò considerando, a cautela dico e comando alla Canzone, che 'l suo mestiere discopra là dove questa Donna, cioè la Filosofia, si troverà; 35 e allora si troverà questa Donna nobilissima, quando

si trova la sua camera, cioè l' Anima, in cui essa alberga. Ed essa Filosofia non solamente alberga nelli Sapienti, ma eziandio, come provato è di sopra in altro Trattato, essa è dovunque alberga l'Amore di quella. 40 E a questi cotali dico, che manifesti lo suo mestiere, perchè a loro sarà utile la sua sentenza e da loro ricolta.

E dico ad essa: Di' a questa Donna: Io vo parlando dell' Amica vostra. Bene è sua amica Nobiltade; chè tanto l'una coll'altra s' ama, che Nobiltà sempre la dimanda, 45 e Filosofia non volge lo sguardo suo dolcissimo ad altra parte. Oh quanto e come bello adornamento è questo, che nell'ultimo di questa Canzone si dà ad essa (Nobiltà), chiamando lei Amica di quella (Filosofia), la cui propria ragione è nel secretissimo della divina Mente!

COMMENTI.

« ÖncekiDevam »