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Spia se far lo puoi della tua sètta;
E se non puoti, tosto l'abbandona,
Chè 'l buon col buon sempre carriera tiene.
Ma egli avvien, che spesso altri si getta
In compagnia che non ha che disdetta
Di mala fama, ch'incontro a lor suona.
Con rei non star nè ad ingegno nè ad arte,
Chè non fu mai saver tener lor parte.

CANZONE SESTA.

1.

Al poco giorno, ed al gran cerchio d'ombra
Son giunto, lasso! ed al bianchir de'colli,
Quando si perde lo color nell' erba.
El mio desio però non cangia il verde;
Si è barbato nella dura pietra,

Che parla e sente come fosse Donna.

2.

Similemente questa nuova Donna

Si sta gelata, come neve all'ombra,
Chè non la muove, se non come pietra,
Il dolce tempo, che riscalda i colli,
E che gli fa tornar di bianco in verde,
Perchè gli copre di fioretti e d'erba.

3.

Quand' ella ha in testa una ghirlanda d'erba, Trae dalla mente nostra ogni altra donna; Perchè si mischia il cespo giallo al verde

Sì bel, ch' Amor vi viene a stare all' ombra,
Che m'ha serrato tra piccoli colli

Più forte assai, che la calcina pietra.

4.

Le sue bellezze han più virtù che pietra,
E'l colpo suo non può sanar per erba;
Ch'io son fuggito per piani e per colli,
Per potere scampar da cotal Donna;
E dal suo lume non mi può far ombra
Poggio, nè muro mai, nè fronda verde.

5.

Io l'ho veduta già vestita a verde

Sì fatta, ch'ella avrebbe messo in pietra
L'amor, ch'io porto pure alla sua ombra:
Ond' io l'ho chiesta in un bel prato d'erba,
Innamorata com' anco fa donna,

E chiuso intorno d'altissimi colli.

6.

Ma ben ritorneranno i fiumi a' colli

Prima che questo legno molle e verde
S' infiammi (come suol far bella donna)
Di me, che mi torrei dormir su pietra
Tutto il mio tempo, e gir pascendo l'erba,
Sol per vedere de' suoi panni l'ombra.

7.

Quandunque i colli fanno più nera ombra,
Sotto il bel verde, la giovane donna
La fa sparir, come pietra sott'erba.

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CANZONE SETTIMA.

1.

Amor, tu vedi ben, che questa Donna
La tua virtù non cura in alcun tempo,
Che suol dell' altre belle farsi donna.
E poi s'accorse ch' ell' era mia donna,
Per lo tuo raggio, che al volto mi luce,
D'ogni crudelità si fece donna:
Sicchè non par ch'ell' abbia cuor di donna,
Ma di qual fiera l'ha d'amor più freddo.
Chè per lo tempo caldo e per lo freddo
Mi fa sembianti pur com' una donna,
Che fosse fatta d'una bella pietra

Per man di quel, che me' intagliasse in pietra.

2.

Ed io che son costante più che pietra
In ubbidirti per beltà di donna,
Porto nascosto il colpo della pietra,
Con la qual mi feristi come pietra,
Che t'avesse nojato lungo tempo:
Talchè mi giunse al core, ov'io son pietra.
E mai non si scoperse alcuna pietra
O da virtù di Sole, o da sua luce,
Che tanta avesse nè virtù nè luce,
Che mi potesse aitar da questa pietra,
Sicch'ella non mi meni col suo freddo
Colà, dov' io sarò di morte freddo.

3.

Signor, tu sai che per ingente freddo

L'acqua diventa cristallina pietra

Là sotto Tramontana, ov'è il gran freddo;
E l'aer sempre in elemento freddo
Vi si converte sì, che l'acqua è donna
In quella parte, per cagion del freddo.
Così dinanzi dal sembiante freddo

Mi ghiaccia il sangue sempre d'ogni tempo:
E quel pensier, che più m' accorcia il tempo,
Mi si converte tutto in umor freddo,
Che m'esce poi per mezzo della luce

Là, ov' entrò la dispietata luce.

4.

In lei s' accoglie d'ogni beltà luce;
Così di tutta crudeltate il freddo
Le corre al core, ove non va tua luce:
Perchè negli occhi sì bella mi luce
Quando la miro, ch' io la veggio in pietra,
O in altra parte, ov'io volga mia luce.
Dagli occhi suoi mi vien la dolce luce,
Che mi fa non caler d'ogni altra donna:
Così foss' ella più pietosa donna
Vêr me che chiamo di notte di luce,
Solo per lei servire, e luogo e tempo;
Ne per altro desio viver gran tempo.

5.

Però, Virtù, che sei prima che tempo,
Prima che moto e che sensibil luce,
Increscati di me, c'ho sì mal tempo.
Entrale in core omai, chè n'è ben tempo,
Sicchè per te se n'esca fuora il freddo,
Che non mi lascia aver, com' altri, tempo:
Chè se mi giugne lo tuo forte tempo
In tale stato, questa gentil pietra
Mi vedrà coricare in poca pietra

Per non levarmi, se non dopo il tempo,
Quando vedrò se mai fu bella donna
Nel mondo, come questa acerba donna.

6.

Canzone, io porto nella mente Donna

Tal, che con tutto ch'ella mi sia pietra,

Mi dà baldanza, ov' ogni Uom mi par freddo:
Sicch'io ardisco a far per questo freddo
La novità che per tua forma luce,
Che mai non fu pensata in alcun tempo.

CANZONE OTTAVA.

1.

Io son venuto al punto della rota

Ch' all'orizzonte, quando il Sol si corca,
Ci partorisce l' ingemmato Cielo,

E la Stella d'amor ci sta rimota
Per lo raggio lucente, che la 'nforca
Sì di traverso, che le si fa velo:
E quel Pianeta, che conforta il gelo,
Si mostra tutto a noi per lo grand' arco,
Nel qual ciascun de' Sette fa poco ombra:
E però non disgombra

Un sol pensier d'amore, ond' io son carco,
La mente mia, ch'è più dura che pietra
In tener forte immagine di pietra.

2.

Levasi della rena d' Etiopia

Un vento pellegrin, che l'aer turba,
Per la spera del Sol, ch' or la riscalda;
E passa il mare, onde n' adduce copia

Il Convito.

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