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la coscienza delle nobili e gentili idealità che egli veniva atteggiando a fantasmi dell'« alta visione » d'oltretomba. Ma rispetto alla realtà delle cose, come il poeta amatore di Selvaggia Vergiolesi bene avrebbe potuto mandargli que'versi anche se già marito, anche se padre di alcuno. dei figli che a lui dette madonna Margherita degli Ughi, così il poeta amatore di Beatrice Portinari avrebbe potuto riceverli al fianco di madonna Gemma Donati vegghiante a studio della culla, in mezzo a' figliuoli che dovevano un giorno commentare il Poema del padre. Così Guido Cavalcanti, dalle maremme del confino, mandava l'ultima sua ballatetta, ") « leggera e piana», di nascosto dalle persone grossolane, «< dritta alla donna sua», pur sapendo che a casa lo aspettavano la moglie e i figliuoli (una Uberti, figlia di Farinata) e, fra le braccia loro, la morte. E quando anche Dante fu, ma per sempre,

travolto nell'esilio, e per « primo strale di questo arco » sentì il dolore di « lasciar ogni cosa diletta più caramente »,") la moglie rimase fida custode della casa vedovata, mentr'egli conduceva seco, fra le dure realtà della vita, le sue idealità affettive e intellettuali, e, superbo mistero dell'anima sua, il concetto del Poema divino.

In quel concetto regnava Beatrice. Vi regnava con altre ideali, ma ad un tempo reali, imagini di donna: Rachele e Lia, Lucia, Nostra Donna, imagini sante; imagini umane, Matelda e Beatrice. L'azione del Poema dantesco incomincia dal compianto di quella Donna gentile e divina e dalla pietà di Lucia, verso l'uomo perduto fra i triboli della vita reale; e nel trionfo di Maria, e nella preghiera degli uomini a Lei, per la bocca dei Santi, si conchiude. Nel mezzo di quest'azione stanno le altre due figure, Matelda e Beatrice; sovrana, Beatrice: ambedue, ministre della grazia

di Dio nella conversione di Dante, cioè dell' uomo, dalle miserie dai mancamenti dalle colpe dalle fallacie della vita attiva, alle sublimi e consolatrici verità dello spirito. Dinanzi a Beatrice, trascorsi dieci anni dal 1290 luttuoso, e dopo ch'ella è fatta celeste simbolo della maggiore altezza a cui possa ascendere l' umano mediante la contemplazione del divino, Dante si accusa con lacrime delle sue infedeltà. Infedeltà alla donna poetica, anche alla donna forse; infedeltà al simbolo: l'uno e l'altra in Beatrice inseparabili. Ma quella donna ha un nome: e il nome di Beatrice Portinari non si cancella ormai più nè dalla storia del suo secolo nè dalla poesia perenne dell' umanità.

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