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a Cornelio Tacito; negli Annali del Casoni; nell' Elogio del Colombo stampato dal Bodoni, in un dotto ragionamento pubblicato da'signori Accademici Genovesi nel vol. 3. degli Atti di essa Accademia, nella mia opera dell'origine e della patria di Cristoforo Colombo, stampata nel 1819, nella vita sopraccennata scritta dal Cav. Bossi, nelle notizie della famiglia del Colombo raccolte dal Belloro, e fatte stampare in Genova dal Bar. Vernazza, Consigliere di S. M. e ristampate in Genova dal Frugoni. Premesse queste notizie entriamo nella storia; ch'ella scritta con la dovuta chiarezza troncherà colla sua evidenza le contese de' contendenti.

CRISTOFORO COLOMBO nacque in Genova. Egli stesso ne fe' solenne dichiarazione, nel suo testamento del 1498, citato dal Salinero e dall' Herrera, ed ammesso come carta genuina da Baldassar Colombo di Cuccaro, non che dagli altri contendenti per l'eredità dell' Eroe; e finalmente pubblicato nella sua integrità dagli Accademici Genovesi, che in tal maniera fecero cessare tutte le obbjezioni pronunziate contro a quel documento, quando non se ne conosceva che una copia imperfetta, stampata nella Dissertazione del 1808. Ond' è, che i famosi giornalisti di Edimburgo (Review 1816) esaminate attentamente le opposizioni, e il testamento, secondo l'edizione migliore, conchiusero non doversi più dubitare di tal carta, quanto è della sua sincerità e integrità. Al testamento è conforme l'attestato di Ferdinando Colombo, che dichiara suo padre conterraneo di Mons. Agostino Giustiniani: il quale nacque senza dubbio in Genova nel 1470. Questo Prelato dottissimo ed incorrotto, certifica nel suo Salterio poliglotto la nascita di Cristoforo in detta città; e con esso lui si accordano e il Doge Fregoso, e gli storici gravissimi Gallo

e Senarega, con altri coetanei al Colombo. Avendo noi dunque la dichiarazione di Cristoforo, l'attestato di suo figlio, e degli storici contemporanei; sapendosi dagli atti della lite, che gli avvocati di Cuccaro dovettero ritrattare la temeraria proposizione, che l'Eroe nascesse nel Monferrato, con ragione il Cav. Bossi maravigliavasi di certo religioso, il quale non ebbe ribrezzo nel sec. xvi. di giurare, che lo Scopritor dell' America nacque precisamente nel Castello di Cuccaro (Vit. Col. facc. 48.)

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Non è certo egualmente in qnal parte della città sortisse i natali. Un rogito di Giovanni de Camerana fatto addì 3 Maggio 1311, del quale trovai l'estratto nel fogliazzo de' Notaj (Ms. Berio vol. 3, part. 2, fol. 22) ne fa conoscere che Giacomo Colombo lanajuolo figlio del q." Guglielmo abitava extra portam S. Andreae. Una convenzione pubblicata da' Sigg. Accademici, e conchiusa nel 1489 ne ammaestra che Domenico Colombo possedeva una casa, con bottega, pozzo, e giardino nella contrada di Porta S. Andrea (in contrata portae S. Andreae); lo che tanto vale come l'extra portam, essendochè anticamente il cerchio delle mura di Genova si terminava al piano di S. Andrea; ove tuttora si vede l'arco della porta. Ma sappiamo similmente, che Domenico aveva una casa nel vicolo di Mulcento, datagli a livello da' monaci di S. Stefano. In quale di queste due nascesse Cristoforo non si può decidere. Tuttavia, osservando noi, che il vicolo di Mulcento dalla via di S. Andrea mette alla strada Giulia; e che l'una e l'altra delle case di Domenico si trovavano in quella parte di Genova che giace tra l'antico cerchio di S. Andrea e S. Domenico fino alla piazza di Ponticello, possiamo affermare con probabile fondamento, per non dire morale

certezza, che il Colombo vide la luce nell' indicata porzione della città; e verisimilmente nella Parrocchia di S. Stefano, come porta l'antica tradizione, confermata dal P. Ferrari nella Liguria trionfante, dallo Storico Casoni, e dall'erudito notajo Piaggio.

sopra.

L'anno della nascita, per quello che ne ho scritto altrove, non si può stabilire che nel 1447, ovvero nel 1446. Il nome della madre fu Susanna, ciò constando dall'atto della convenzione citata quì Il Casoni le dà il cognome, tuttavia noto in Genova, di Fontanarossa, facendola natìa di Sauli (o Sori) villa della Riviera di Levante; dove gli antichi Colombo possedevano una casa, secondo che risulta dall'inventario de' beni del fu Oberto Colombo fatto da Bensevega di lui vedova e tutrice de' figliuoli minori, con atto del 1238 addì 9 gennajo. (Ms. Berio, Foliat. vol. I., fol. 108.) Il nostro Eroe fu il primogenito dei maschj, e forse prese di Cristoforo da un Colombo di tal nome, che vivea in Genova nel 1440, come trovo notato in certe notizie manoscritte cavate dalle schede del celebre Senator Federici. Il secondogenito si chiamò Bartolommeo; e Giacomo il terzo, che nelle Spagne fu appellato Diego. Ignoto è il nome della sorella maritata col pizzicagnolo Giacomo Bavarello.

il nome

Cristoforo ebbe una educazione, qual si poteva aspettare da un povero lanajuolo. Imparò leggere e scrivere, e i primi elementi del conteggiare e scardassando la lana col fratello Bartolommeo passava nell'oscurità i suoi giorni. Noi non abbiamo ribrezzo di notare schiettamente qual fosse la condizione del Colombo; e a coloro che ce ne fanno un rimprovero, rispondiamo francamente col nobile Giulio Salinero: questo cardatore sarà un giorno sì chiaro e sì gran

de, che potrà disgradarne le più illustri famiglie di Europa. Giunto agli anni 14 si pose a navigare, e continuò in questo esercizio fino al termine de' suoi giorni mortali. Delle prime di lui navigazioni non è rimasta notizia. Ricavasi dalle sue lettere citate da Ferdinando (cap. iv.) ch' egli corse tutto il Levante, che fu a Scio, isola dei Signori Giustiniani Genovesi, e in essa vide trarre il mastice dal lentisco. L'anno 1472 andò a Savona, nella qual città due anni prima avea staiblito il suo domicilio, e lanifizio Domenico di lui genitore. Non è vero per altro che il giovinetto Colombo soggiornasse in questa città; che nol consente la cronologia, stantechè nato nel 1447, e datosi tutto al mare nel 1461 non potè abitare in Savona, ove il padre di lui si stabili non prima del 1469. Che poscia Cristoforo nell'anno sopraddetto approdasse in Savona, e soscrivesse come testimone ad un testamento, ne dobbiamo il cenno al Sig. Agostino Bianchi, autore dell'opera interessante, che si copre sotto al titolo troppo modesto di Osservazioni sul clima ec. della Liguria (tom. I., p. 143).

Cristoforo era capitano di una nave da guerra, in servigio di Renato d'Angiò, Signor di Provenza, e Re di Napoli; che non seppe difendere il suo regno dalle armi, e dall'accortezza di Alfonso d'Aragona, il quale insignoritosi del reame, aveane lasciato all'Angiò il solo titolo. Questo particolare è noto per una lettera scritta dal Colombo ai Re di Spagna l'anno 1495, della quale Ferdinando nel cap. iv, riferisce queste parole: » A me avvenne che il Re Reinel (il quale Dio ha appresso di se) mi mandò a Tunigi, perchè » io prendessi la galeazza Fernandina : e giunto presso all' isola di » S. Pietro in Sardegna, mi fu detto ch' erano con detta galeazza

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» due navi ed una carraca; per la qual cosa si turbò la gente ch'era » meco, e deliberarono di non passar più innanzi, ma di tornare » indietro a Marsiglia per un' altra nave e più gente; et io vedendo » che non poteva senza alcuna arte sforzar la loro volontà, concessi » loro quel che volevano; e mutando la punta del bussolo, feci spie» gar le vele al vento, essendo già sera; et il dì seguente all' apparir » del Sole ci ritrovammo dentro al capo di Cartagena, credendo per cosa certa, che a Marsiglia ne andassimo.» Dagli Annali di Genova e d'Italia impariamo che Renato fu a principio soccorso di navi e di genti da' Genovesi; che poscia fu ad essi nemico; e che infine veggendosi vecchio, e perduta ogni speranza di regnare in Italia, si ritirò l'anno 1473 nella sua Provenza; ove la morte non tardò molto a rapirlo. Forse la spedizione del Colombo a Tunisi appartiene all'anno citato 1473.

» tutti

Verso il 1475 Cristoforo comandava un' armata di navi e galee genovesi, con la quale passato dinanzi alla squadra veneta posta a guardia dell'isola di Cipro, e gridando viva S. Giorgio, non solo non ebbe molestia dal nemico, ma questo credette prudenza lasciarlo passare. Il fatto si accenna in una lettera di due gentiluomini milanesi, che venivano dalla Sorìa; ed al cav. Bossi noi siam debitori di tal documento, ch' egli trasse dall'archivio di Milano. Così' cade a terra il grande argomento dei difensori di Cuccaro; da Genova null' altro avere avuto mai il Colombo, che il rifiuto della sua impresa (Dissert. del 1808., facc. 305): così al tutto si rende inutile quella interrogazione: E quali erano i benefizj che Cristoforo avea ricevuti in Genova? (Diss. cit. 351.) Il figlio di un povero lanajuolo, fatto Capitano di flotta, non è egli questo un singolar be

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