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BALLATA II'.

Si lamenta il Poeta degli atti fieri e disdegnosi, e degli sguardi severi della sua donna 1.

Voi che sapete ragionar d' Amore,
Udite la Ballata mia pietosa,
Che parla d' una donna disdegnosa,
La qual m' ha tolto il cor per suo valore.

Tanto disdegna qualunque la mira,
Che fa chinare gli occhi per paura;
Che d'intorno da' suoi sempre si gira
D'ogni crudelitate una pintura;
Ma dentro portan la dolce figura,
Ch' all' anima gentil fa dir: mercede;
Sì vertuosa, che quando si vede,
Trae li sospiri altrui fora del core.

Par ch'ella dica: io non sarò umile
Verso d'alcun che negli occhi mi guardi;
Ch' io ci porto entro quel signor gentile,
Che m' ha fatto sentir degli suoi dardi :

1 È questa la Ballata che l'Autore accennava nella Tornata o Licenza della Canzone vii, ch'è la seconda del Convito. Ved. pag. 92.

E certo io credo che così gli guardi,
Per vedergli per se, quando le piace:
A quella guisa donna retta face,
Quando si mira per volere onore.

Io no spero che mai per la pietate
Degnasse di guardare un poco altrui;
Così è fera donna in sua biltate

Questa, che sente Amor negli occhi sui; Ma quanto vuol nasconda, e guardi lui, Ch'io non veggia talor tanta salute; Perocchè i miei desiri avran vertute Contra il disdegno che mi dà Amore.

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SONETTO XXVIII.

Nello stesso argomento.

Chi guarderà giammai senza paura
Negli occhi d'esta bella pargoletta,
Che m' hanno concio sì, che non s'aspetta
Per me, se non la morte che m' è dura?

Vedete quanto è forte mia ventura;

Che fa tra l'altre la mia vita eletta

Per dare esempio altrui, ch' uom non si metta A rischio di mirar la sua figura.

Destinata mi fu questa finita ',

Dacch' un uom convenia esser disfatto,
Perch' altri fosse di pericol tratto;

E però lasso fu' io così ratto
In trarre a me 'l contrario della vita;
Come virtù di stella margherita 2.

1

Finita, finimento, fine, sorte.

2 Come la margherita tragge a se lo splendore.

SONETTO XXIX.

Manda le Rime in traccia della sua donna lontana.

O dolci Rime, che parlando andate
Della donna gentil che l'altre onora;
A voi verrà, se non è giunto ancora,
Un, che direte: questi è nostro frate 1.

Io vi scongiuro che non lo ascoltiate,
Per quel signor che le donne innamora;
Che nella sua sentenza non dimora
Cosa che amica sia di veritate.

2 E se voi foste per le sue parole Mosse a venire in ver la donna vostra, Non vi arrestate; ma venite a lei;

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Dite: Madonna, la venuta nostra

per raccomandare un che si duole,

Dicendo: ove è 'l desio degli occhi miei?

'Non so se parli contro un suo proprio Sonetto, o contro un poeta amico che volesse toglierlo a questo amore.

2 Quand' anche vi dicesse di andare a lei, non vi arrestate con esso, ma proseguite il vostro viaggio.

SONETTO XXX.

GLI OCCHI.

Dagli occhi della mia donna si muove
Un lume si gentil, che dove appare,
Si veggion cose ch' uom non può ritrare
Per loro altezza, e per loro esser nove.

E da' suoi raggi sopra 'l mio cor piove
Tanta paura, che mi fa tremare;
E dico: qui non voglio mai tornare;
Ma poscia perdo tutte le mie prove.

E tornomi colà dov' io son vinto,
Riconfortando gli occhi paurosi,
Che sentir prima questo gran valore.

Quando son giunti, lasso! ed ei son chiosi
E 'l desio che gli mena, qui è stinto 1.
Però proveggia del mio stato Amore.

1 Cioe, quando di nuovo le ritorno vicino, non ardisco più levar gli occhi per guardarla; e il desiderio che sempre li riconduce a lei, è vinto pur sempre dal timore.

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