SONETTO XLI. Per malattia della sua donna: dialogo tra il Poeta e alcune donne gentili. Voi, donne, che pietoso atto mostrate, Ben ha le sue sembianze sì cambiate, Se nostra donna conoscer non puoi, Ma se tu mirerai al gentil atto 1 Spinta, , per la rima, invece di spenta. 2 Rappresinta, per la rima, in luogo di rappresenta. 3 Sin qui parlò il Poeta, ora rispondono le donne. SONETTO XLII. Nello stesso argomento 1. Onde venite voi così pensose? Deh, gentil donne, non siate sdegnose, Udir della sua donna alcune cose; Avvegnachè gravoso m' è l'udire; Guardate bene, s' io son consumato; 1 Questo Sonetto mi sembra molto conforme al Sonetto XII pag. 59. Forse che il Poeta ne avea composti due nella stessa occasione, e quel solo inserì nella Vita Nuova ch'egli credeva il migliore. Le grazie e le virtù possono ben addolcire e nobilitare l' Amore, ma soggiogarlo non mai. Savere e cortesia, ingegno ed arte, Este grazie e vertuti in onne parte, Onde se voli, amico, che ti vaglia E non a contastar sua graziosa ovra; Riccore, ricchezza. 2 È Sonetto di risposta ad altro Sonetto di Dante da Majano. SONETTO XLIV. A CINO DA PISTOJA. Lo invita a meglio schermirsi dalle insidie d' Amore. Io mi credea del tutto esser partito Ma perch' io ho di voi più volte odito, Chi s'innamora, siccome voi fate, Se'l vostro cuor si piega in tante voglie, Per Dio vi priego che voi 'l correggiate; Sicchè s' accordi i fatti a' dolci detti. SONETTO XLV A GUIDO CAVALCANTI. Voto di amicizia e d'amore. Guido, vorrei, che tu, e Lappo, ed io, Sicchè fortuna, od altro tempo rio, E monna Vanna, e monna Bice poi, Con quella su il numer delle trenta, Con noi ponesse il buono incantatore: amore: E quivi ragionar sempre d' Siccome io credo che fariamo noi. |