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CANZONE XII.

Biasima la tirannia della sua donna; e dipingendo Amore che gli sta sopra e gli fa mille ferite, lo prega di ferir lei almeno una volta.

Così nel mio parlar voglio esser aspro,
Come è negli atti questa bella pietra;
La quale ogn' ora impetra

Maggior durezza, e più natura cruda;
E veste sua persona d' un diaspro;
Talchè per lui, o perch' ella si arretra,
Non esce di faretra

Saetta che giammai la colga ignuda:

Ed ella ancide, e non val ch' uom si chiuda;
Nè si dilunghi da' colpi mortali;

Che come avessero ali,

Giungono altrui, e spezzan ciascuna arme:
Perch' io non so da lei, nè posso aitarme.

Non trovo scudo ch' ella non mi spezzi;
Nè luogo che dal suo viso m' asconda:
Ma come fior di fronda,

Così della mia mente tien la cima ':

Cotanto del mio mal par

che si prezzi,

Quanto legno di mar che non lieva onda : che m' affonda,

Lo peso

È tal, che nol potrebbe adeguar rima :
Ahi angosciosa e dispietata lima,

Che sordamente la mia vita scemi.
Perchè non ti ritemi

Rodermi così il core a scorza a scorza,
Com' io di dire altrui chi ti dà forza?

Che più mi trema il cor, qualora io penso
Di lei in parte ove altri gli occhi induca,
Per tema non traluca

Lo mio penser di fuor sicchè si scopra,
Ch' io non fo della morte; che ogni senso
Colli denti d'amor già si manduca
Ciò che nel pensier bruca 2

La mia virtù, sicchè n' allenta l' opra.
El m' ha percosso in terra, e stammi sopra
Con quella spada ond' egli uccise Dido;
Amore, a cui io grido,

1 Ma come

fior di fronda, Così ec. Presenta in due versi d'oro con una similitudine giusta una soavissima imagine.

2 Brucare, levar le frondi; qui fig. spogliare. Vuol dunque dire, che gli soggioga anche ogni senso ciò che gli spoglia la mente d'ogni virtù Per questa e poche altre metafore basse od improprie, non ci scordiamo i tempi nè quali il Poeta scriveva.

Mercè chiamando, ed umilmente il priego: E quei d'ogni mercè par messo al niego.

Egli alza ad or ad or la mano, e sfida
La debole mia vita esto perverso,
Che disteso e riverso,

Mi tiene in terra d' ogni guizzo stanco:
Allor mi surgon nella mente strida;
E 'l sangue ch'è per le vene disperso,
Fuggendo corre verso

Lo cor che 'l chiama; ond' io rimango bianco

Egli mi fiere sotto il braccio manco

Si forte, che 'l dolor nel cor rimbalza:
Allor dic' io: s' egli alza

Un'altra volta, morte m' avrà chiuso
Prima che 'l colpo sia disceso giuso.

Così vedess' io lui fender per mezzo
Lo core alla crudele ch' il mio squatra:
Poi non mi sarebbe atra

La morte, ov' io per sua bellezza corro:
Che tanto dà nel sol, quanto nel rezzo
Questa scherana ' micidiale e latra 2.
Qimè, perchè non latra

Per me, com' io per lei nel caldo borro 3?

1 Scherano e scherana, persona di mal affare. 2 Latra per ladra.

3 Borro, luogo scosceso, precipizio, torrente.

Che tosto griderei: io vi soccorro;

E farei volentier siccome quelli;
Che ne' biondi capelli,

Ch' amor per consumarmi increspa e dora,
Metterei mano, e sazieremi allora.

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S'io avessi le bionde treccie prese,
Che fatte son per me scudiscio e ferza;
Pigliandole anzi terza,

Con esse passarei vespro e le squille :
E non sarei pietoso nè cortese;
Anzi farei come orso, quando scherza :
E s'amor me ne sferza,

Io mi vendicherei di più di mille :

E suoi begli occhi, onde escon le faville
Che m' infiammano il cor ch' io porto anciso,

Guarderei presso e fiso,

Per vendicar lo fuggir che mi face;

E poi le renderei con amor pace.

Canzon, vattene dritto a quella donna, Che m' ha ferito il core, e che m'invola Quello ond' io ho più gola;

E dalle per lo cor d' una saetta:

Che bello onor s' acquista in far vendetta.

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CANZONE XIII.

AD AMORE '.

Amor, che muovi tua vertù dal cielo,
Come 'l Sol lo splendore;

Che là si apprende più lo suo valore,
Dove più nobiltà suo raggio trova:
E come el fuga oscuritate e gelo;
Così, alto signore,

Tu scacci la viltate altrui del core,
Nè ira contra te fa lunga prova;

Da te convien che ciascun ben si mova,
Per lo qual si travaglia il mondo tutto:
Senza te è distrutto

Quanto avemo in potenza di ben fare;
Come pintura in tenebrosa parte,
Che non si può mostrare,

Nè dar diletto di color nè d' arte.

1 Cantando le lodi di Amore, lo prega di essergli pietoso, anche per onor proprio, cioè perchè non si dica che questo Dio, vincitore de' mortali e de' celesti, non potè vincere una donna.

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