SONETTO XXIV. Ad alquanti pellegrini che andando a Roma, onde contemplare il Santo Volto, passavano per Firenze. Deh peregrini, che pensosi andate, Forse di cosa che non v'è presente '; Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Se voi restate, per volere udire; Ella ha perduta la sua Beatrice : Che essi forse pensano di loro amici lontani, li quali noi non conoscemo. 2 Cioè il suo grave affanno. SONETTO XXV. ESTASI. Oltre la spera che più larga gira, Quand' egli è giunto là ove 'l disira, Vedela tal, che quando il mi ridice, Io non lo intendo, sì parla sottile So io, ch' el parla di quella gentile; Sicch'io lo 'ntendo ben, donne mie care. « Appresso a questo Sonetto apparve a me una mirabil vi«sione, nella quale io vidi cose, che mi fecero proporre di non «dir più di questa benedetta, infino a tanto, che io non po tessi più degnamente trattar di lei; e di venire a ciò io studio 84 LE POESIE DELLA VITA NUOVA. ་་ quant' io posso, siccom' ella sa veracemente. Sicchè, se piacere « sarà di colui, a cui tutte le cose vivono, che la mia vita per alquanti anni perseveri; spero di dire di lei quello, che mai « non fu detto d'alcuna : e poi piaccia a colui, ch'è Sire della «< cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria << della sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira nella faccia di colui, qui est per omnia sæcula benedictus. » E con queste parole annunziatrici della Divina Commedia, e che confermano quel ch' io dissi nella nota terza, pag. 54, termina il nostro Autore la Vita Nuova. RIME DEL CONVITO. CANZONE VI'. Alle Potenze celesti che reggono la sfera di Venere narra il Poeta come varii pensieri gli combattono l'anima tra la rimembranza di Beatrice e la forza invincibile di un nuovo amore. 2 Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete, El Ciel, che segue lo vostro valore, Mi tragge nello stato ov' io mi trovo; Come l'anima trista piange in lui; ' Questa e le due seguenti sono le tre famose canzoni del Convito. 2 Intendendo, cioè collo intelletto solo, non corporalmente. (DANTE, CONVITO.) E come un spirto' contra lei favella, Suol esser vita dello cor dolente, E dice: chi veder vuol la salute appare. Faccia, che gli occhi d'esta donna miri, Sed e' non teme angoscia di sospiri. 1 Questo spirto rappresenta il nuovo amore. 2 Soave. (V. la nota pag. 47). Ecco le precise parole di Dante : » Soave è tanto, quanto suaso, cioè abbellito, dolce e piacente « e dilettoso. » V' è pure, aggiunge il Salvini, la Dea Suada, che vale Grazia, Attrattiva ; e però non è mala etimologia questa di Dante. Venusta facies, muta commendatio : la bellezza è una gran lettera di raccomandazione. 3 Il pensiero di Beatrice. — Cioè a dire che io pensando contemplava lo Regno de' Beati, Dove vedea gloriare una donna, perch' io era certo e sono, per sua graziosa rivelazione, ch'ella era in cielo ; onde io spesse volte, come possibile m' era, me ne andava quasi rapito. (DANT. CONT.) 4 Il pensiero del nuovo amore. |