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PISA

CHIESA ARCIVESCOVILE

METROPOLITANA E PRIMAZIALE

E SUE CHIESE SUFFRAGANEE

1

INTRODUZIONE

Sino dal primo albeggiare dell' evangelica fede nelle deliziose contrade della Toscana, il sacro pastore, chiunque egli fosse, che fissò in Pisa la sua principale dimora, esercitò sempre un'autorità spirituale su tutti i luoghi, che da principio formavano forse l'ampio giro della sua diocesi. E sebbene sorgessero in progresso di tempo altre sedi vescovilì qua e colà, dov' egli esercitava da prima l'ordinaria giurisdizione; tuttavia conservò anche sopra di questa una preminenza metropolitana, la quale poi gli venne canonicamente sancita, allorchè la sua chiesa, nell'anno 1092, fu innalzata alla dignità arcivescovile, ed egli ne fu dichiarato il metropolita, per bolla del papa Urbano II, del giorno 21 aprile. La quale supremazia metropolitana era stata già concessa dallo stesso papa, sino dall'anno precedente, a' 23 di maggio, sulle sei diocesi dell'isola di Corsica; e su quest'isola continuò anzi ad averla per quasi mezzo secolo; finchè, cioè, il papa Innocenzo II innalzò a metropolitana la cattedrale di Genova. Con la bolla di questa erezione, che ha la data del 1 maggio 1138, il papa tolse all'arcivescovo di Pisa tre delle sue chiese suffraganee della Corsica, per darle al nuovo arcivescovo di Genova, mentre a lui confermò la supremazia sopra le altre. E per compensarlo di questa perdita gli assegnò invece due chiese vescovili dell'isola di Sardegna e la chiesa di Populonia in

terraferma. Anzi, per accrescerne vieppiù l'onore ed il lustro, dichiarò gli arcivescovi di Pisa anche primati del giudicato di Torres, nell'isola stessa di Sardegna. E finalmente il papa Alessandro III, con bolla degli 11 aprile 1176, aggiunse loro la dignità di primati anche sulle due provincie di Cagliari e di Arborea.

Ma dopo espulsi i pisani dal dominio della Sardegna, anche i loro arcivescovi perdettero di fatto, se non di diritto, ogni giurisdizione spirituale, nè altro loro rimase tranne il titolo di legati apostolici e di primati di ambedue quelle isole; titolo per altro, che oggidì non conservano se non sulla

Corsica.

E un'altra perdita fece nel 1446 il metropolitano di Pisa, per l'erezione della nuova metropolitana di Siena, a cui dal papa Pio II furono assegnate suffraganee le due chiese di Massa e di Populonia. In occasione poi dell' erezione della nuova diocesi di Pontremoli, nell' anno 1778, fu questa assoggettata alla metropolitica giurisdizione di Pisa; siccome poscia lo furono anche le altre due nuove sedi, di Livorno, smembrata intieramente dalla diocesi pisana nel 1806, e di Massa ducale, ossia, Massa di Carrara, fondata nel 1823. Quest'ultima non le restò suffraganea, che pochi anni soltanto; imperciocchè, nella recentissima erezione della nuova provincia eeclesiastica estense, nell'anno 1855, essa fu dichiarata suffraganea dell' arcivescovato di Modena. Così la metropolitana di Pisa restò con due sole suffraganee: Pontremoli e Livorno.

Questo egli è il prospetto complessivo dell' ecclesiastica provincia metropolitana di Pisa, di cui vengo tosto a parlare, esponendo le vicende ed i fasti sì dell'arcidiocesi che delle sue suffraganee, e delle sedi altresì della Corsica, su cui ella vanta, almeno di nome, prerogativa di primaziale.

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