Ragioni poi con lei lo mio (a) Signore. Dovresti avere in tutte parti (b) ardire; Chè forse non è buon sanza lui gire: Con dolce suono, quando se' con lai, Appresso che averai chiesta (g) pietate: Sed egli ha scusa, che la m' intendiate. Ch'a voi servir lo pronta (1) (k) ogni pensiero, Tosto fu vostro, e mai non s'è smagato (2). Sed ella non te 'l (1) crede, (a) il mio (b) in tutte parti avere Aver dovresti (c) vuoli (d) deve (e) S'è, com'io credo, in ver di me- Sì, com' io credo, è in ver di me -in ver di te (f) Se tu (g) chesta (b) que' (k) l'ha pronto-ha pronto-Che 'n voi (1) non ti (i) Gli servir l' ha 'n pronto (1) Lo incita, lo affretta. Di', ch'en (m) domandi Amore se egli è vero. Che mi comandi per messo, ch'i' moia; Che le saprà contar mia ragion buona: E del tuo servo, ciò che vuoi (q), ragiona; Fa', che gli annunzi in bel (r) sembiante pace. Gentil Ballata mia, quando ti piace, Muovi in tal (s) punto, che tu n'aggi onore. (m) Di', che (n) ubbidir buon servitore-E vedrà bene ubbidir servitore (o) a colei (p) Ri(q) vuol (r) un bel (s) in quel man tu (3) Preghiera. (4) Avanti che si levi d'appresso a Madonna. BALLATA IV. Quantunque volte, lasso! mi rimembra, Veder la donna, ond' io vò si dolente, La dolorosa mente, Ch'i' dico: anima mia, chè non ten vai? Chè li tormenti, che tu porterai Mi fan pensoso di paura forte; Ond' io chiamo la Morte, Come soave e dolce mio riposo ; E dico: vieni a me, con tanto amore, Ch'i' sono astioso (a) di chiunque muore. E' si raccoglie negli miei sospiri Un suono di pietate, Che va chiamando Morte tuttavia: Fu giunta dalla sua crudelitate: Luce d'Amor, che gli Angeli saluta, afflitto (a) aschioso (c) Che per lo ciel si spande (b) bellezza grande (d) si n'è si vien BALLATA V. Io mi son pargoletta bella e nova, (1) Alcuna negativa. Ciascuna stella negli occhi mi piove D'una Angioletta che ci è (c) apparita: Da un ch' io vidi dentro agli occhi sui, (a) a cui (b) a lui (c) ne è (d) acquetai BALLATA VI. Poichè saziar non posso gli occhi miei Ch'io diverrò beato (b), lei guardando. Divien beato, sol vedendo Iddio; Di questa Donna che tene il cor mio, Potria beato divenir qui io; Tant'è la sua virtù, che spande e porge, (a) guardar di Madonna (b) felice pra umana fattura (c) So Avvegna non la scorge (d), (d) che spande e porge Se stessa ad altri, avvegna non la scorge BALLATA VII. Io non domando, Amore, Fuor che potere il tuo piacer gradire (1): Così t'amo seguire In ciascun tempo, o dolce mio (a) signore. E sono in ciascun tempo ugual d'amare (b) Quella donna gentile, Che mi mostrasti, Amor, subitamente Veggendo te (e) ne' suoi begli occhi stare, Dappoi non s'è voluto (f) in altra cosa, Vista ch' io vidi, rimembrar tutt'ore. Ch'io veggio sempre quel ch'io vidi allora; ugual d'amore (c) Un giorno si m' entrò dentro (a) dolce il mio (b) Però ch' io servo sempre (f) Che diletto (g) Fuor che 'n la mente (d) In sua (e) se al mio core Dipoi non s'è veduto quella (1) Aver in pregio. Impressa, rappresentata nell'animo. |