Voi che sapete ragionar d' amore, Udite la ballata mia pietosa,
Che parla d' una Donna disdegnosa, La qual m' ha tolto il cor per suo valore. Tanto disdegna qualunque la mira,
Che fa chinare gli occhi per paura; Chè d' intorno da' suoi sempre si gira D'ogni crudelitate una pintura: Ma dentro portan la dolce figura, Che all' anima gentil fa dir: Mercede; Si virtuosa, che quando si vede, Trae li sospiri altrui fuora del core. Par ch'ella dica: Io non sarò umile
Verso d' alcun, che negli occhi mi guardi ;
Ch' io ci porto entro quel signor gentile, Che m' ha fatto sentir degli suoi dardi. E certo io credo che così gli guardi, Per vederli per sè quando le piace : A quella guisa donna retta face Quando si mira per volere onore. Io non spero che mai per sua pietate Degnasse di guardare un poco altrui : Così è fera donna in sua beltate Questa che sente Amor negli occhi sui, Ma quanto vuol nasconda e guardi lui, Ch' io non veggia talor tanta salute, Perocchè i miei desiri avran virtute Contro il disdegno che mi dà Amore,
TENZONE DI DANTE CON FORESE DONATI.
Chi udisse tossir la mal fatata Moglie di Bicci vocato Forese, Potrebbe dir che là fosse vernata Ove si fa 'l cristallo in quel paese. Di mezzo agosto la trovi infreddata; Or sappi che de' far d'ogni altro mese! E non le val perchè dorma calzata Merzè del copertoio ch' ha cortonese. La tosse, il freddo, e l' altra mala voglia Non le addivien per omor ch' abbia vecchi,
Ma per difetto ch' ella sente al nido. Piange la madre, ch' ha più d'una doglia, Dicendo: Lassa, che per fichi secchi Messa l'avre' in casa il conte Guido !
L'altra notte mi venne una gran tosse, Perch' io non avea che tenere addosso; Ma incontinente che fu di, fui mosso Per gire a guadagnare ove che fosse. Udite la fortuna ove m' addosse: Ch'i' credetti trovar perle in un bosso, E be' fiorin coniati d' oro rosso; Ed i trovai Alaghier tra le fosse, Legato a nodo ch' i' non saccio il nome, Se fu di Salamone o d' altro saggio. Allora mi segna' verso il levante; E quei mi disse: Per amor di Dante, Scio' mi. Ed io non potetti veder come: Tornai adrieto, e compie' mio viaggio.
Ben ti faranno il nodo Salamone, Bicci Novello, e' petti delle starne, Ma peggio fia la lonza del castrone, Chè 'l cuoio farà vendetta della carne. Tal che starai pur presso a San Simone, Se tu non ti procacci dell' andarne ; E 'ntendi che 'l fuggire el mal boccone Sarebbe tardi omai a ricamparne. Ma ben m' è detto che tu sai un' arte, Che s' egli è vero, tu ti puoi rifare, Però ch' ell' è di molto gran guadagno; E fassi a tempo ch' è téma di carne : Non hai che ti bisogni scioperare; Ma ben ne colse male a' fi' di Stagno.
Bicci Novel, figliuol di non so cui, S'i' non ne domandasse monna Tessa, Giù per la gola tanta roba è messa,
Ch' a forza gli convene or tôr l' altrui. E già la gente si guarda da lui, Chi à borsa allato, là dov' e' s' appressa; Dicendo: Questi, ch' à la faccia fessa, È piuvico ladron negli atti sui.
E tal giace per lui nel letto tristo, Per tema non sia preso a lo 'mbolare, Che gli aparten quanto Gioseppo a Cristo.
Di Bicci e de' fratei posso contare,
Che, per lo sangue lor, del male acquisto
Sanno a lor donne buon cognati stare.
FORESE A DANTE. SONETTO LIII*.
Va', rivesti San Gal, prima che dichi Parole o motti d'altrui povertate, Chè troppo n' è venuto gran pietate, In questo verno, a tutti suoi amichi. Et anche, se tu ci hai per si mendichi,
Perchè pur mandi a noi per caritate? Dal castel d'Alta fronte ha' ta' grembiate, Ch'i saccio ben che tu te ne nutrichi. Ma ben ti lecerà il lavorare,
Se Dio ti salvi la Tana e 'l Francesco, Chè col Belluzzo tu non se' in brigata. Allo spedale a Pinti ha' riparare:
E già mi par vedere stare a desco; Ed in terzo, Alighier con la farsata.
SONETTO LIV*.
Ben so che fosti figliuol d' Allaghieri, E accorgomene pur alla vendetta Che facesti di lui si bella e netta De l'aguglin ched e' cambiò l' altrieri. Se tagliato n' avessi uno a quartieri, Di pace non devevi aver tal fretta: Ma tu ha' poi si piena la bonetta, Che non la porterebbon due somieri. Bono uso ci à' recato, ben tel dico,
Che qual carica te ben di bastone Colui ha' per fratello e per amico. Il nome ti direi de le persone
Che v'anno posto su; ma del panico Mi reca, ch' i' vo' metter la ragione.
Donna pietosa e di novella etate Donne, ch' avete intelletto d'amore E' in' incresce di me si malamente Gli occhi dolenti per pietà del core lo sento si d' Amor la gran possanza lo son venuto al punto della rota . La dispietata mente, che pur mira Le dolci rime d' amor, ch' io solia Morte, poich' io non truovo a cui mi doglia. O patria, degna di trionfal fama
Poscia ch' Amor del tutto m' ha lasciato Quantunque volte, lasso! mi rimembra Si lungamente m' ha tenuto Amore Tre donne intorno al cor mi son venute Voi che intendendo il terzo ciel movete
A ciascun' alma presa, e gentil core Amore e 'l cor gentil sono una cosa Ben so che fosti figliuol d' Allaghieri Ben ti faranno il nodo Salamone. Bicci Novel, figliuol di non so cui Cavalcando l'altr' ier per un cammino Chi guarderà giammai senza paura Chi udisse tossir la mal fatata Ciò che m' incontra, nella mente more Coli' altre donne mia vista gabbate Color d' amore, e di pietà sembianti Dagli occhi della mia Donna si muove. Da quella luce che il suo corso gira Deh peregrini, che pensosi andate Di donne io vidi una gentile schiera Due Donne in cima della mente mia E' non è legno di sì forti nocchi Era venuta nella mente mia Gentil pensiero, che parla di vui Guido, vorrei che tu e Lapo ed io . Io maledico il dì ch' io vidi in prima Io mi credea del tutto esser partito Io mi sentii svegliar dentro allo core Io son si vago della bella luce. Io sono stato con Amore insieme L'altra notte mi venne una gran tosse L'amaro lagrimar che voi faceste. Lasso per forza de' molti sospiri Lo Re, che merta i suoi servi a ristoro Molti, volendo dir che fosse Amore Morte villana, di pietà nemica Negli occhi porta la mia donna Amore Nulla mi parrà mai più crudel cosa O dolci rime che parlando andate Oltre la spera, che più larga gira Onde venite voi così pensose
Ora che 'l mondo s' adorna e si veste O voi, che per la via d' Amor passate Parole mie, che per lo mondo siete Per quella via che la bellezza corre Per villania di villana persona Piangete, amanti, poichè piange Amore. Poich' io non trovo chi meco ragioni Poichè, sguardando, il cor feriste in tanto Se 'l bello aspetto non mi fosse tolto Se' tu colui, c' hai trattato sovente Se vedi gli occhi miei di pianger vaghi Spesse fiate vengonmi alla mente Tanto gentile e tanto onesta pare Togliete via le vostre porte omai Tutti li miei pensier parlan d' Amore Va', rivesti San Gal, prima che dichi Vede perfettamente ogni salute Venite a intender li sospiri miei
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