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13. Ma io son certo ed informato a pieno, Che li flagelli dello peccatore Saranno assai, e non verran mai

meno.

E che quelli, che speran nel Signore, Da lui saranno tutti circondati Digrazia, di pietade e sommo onore. 14. Ed imperò, voi uomini beati,

O giusti, e voi che il core avete mondo, 80

Ringraziate quel che v' ha salvati; E state ormai con l' animo giocondo,

Domine ne in furore tuo.-Ps. xxxvii. V. I. O tu, che il cielo e 'l mondo puoi comprendere,

Ιο prego, che non voglia con furore, Ovver con ira il tuo servo riprendere.

2. Perchè le tue saette nel mio core

Son fitte, ed hai sopra di me fermata
La tua man dritta, o singolar
Signore.

3. La carne mia sempr' è stata privata Di sanitade, da poi ch'io compresi, Che mi sguardavi con la faccia irata.

E similmente son più giorni e mesi, 10
Ch' entro nell' ossa mie non fu mai

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18. Non però che mi senta si perfetto,

Ched io non mi conosca peccatore, Ed all'uman errore esser suggetto, 19. Ed imperò son certo, che il furore

Delli flagelli tuoi ho meritato,

Ed ogni pena ed ogni gran dolore: A' quali tutti sono apparecchiato, 70 E voglio sostener con gran pazienza, Pur che di te, Signor, non sia privato.

Sempre mi morde la mia coscienza

Per li peccati grandi, ch' i' ho commessi ;

Onde io voglio far la penitenza. 20. Ma ciò vedendo, gl' inimici stessi

Son confermati sopra me più forti ; E son moltiplicati, e fatti spessi. 21. E quegli, che a' benefattor fan torti, Mi vanno diffamando sol perch' io

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Oh quanto mi rincresce aver peccato,
Pensando che della tua sapienza
L'incerto e oscuro m' hai mani-
festato!

8. Io son disposto a far la penitenza :
E spero farmi bianco più che neve,
Se tu mi lavi la mia conscienza.
9. Oh quanto gran piacer l'uomo riceve,
Quand' egli sente e vede, che tu sei
Al perdonare tanto dolce e lieve! 30
Se mai io intendo quello, ch' io vorrei
Aver udito nell' etade pazza,
S'allegreranno gli umili ossi miei.
10. O Signor mio, rivolgi la tua fazza
Dalli peccati miei: ed ogni fallo,
Ed ogni iniquità da me discazza.
11. Rinnova lo mio core, e mondo fallo.
E poi infondi lo spirito dritto
Ne' miei interior senza intervallo.
12. Non mi voler lasciare così afflitto 40
Di mi nasconder lo tuo santo volto;
Ma fa che con gli eletti io sia
ascritto.

Non consentir, Signor, che mi sia tolto

Lo tuo spirito santo e l' amicizia Della tua maestà, che già m' ha scolto.

13. Deh! rendimi, Signor, quella letizia, La qual fa l' uomo degno di salute; E non voler guardare a mia ingiustizia.

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16. Apri, Signor, le labbra della mente,

Acciò che la mia bocca la tua laude Possa manifestare a tutta gente. 60 17. Egli mi parria fare una gran fraude A dar la pecorella per lo vizio,

Della qual so che 'l mio Signor non gaude.

18. Lo spirto tribolato, al mio giudizio, E'l cor contrito e bene umiliato Si può chiamare vero sacrifizio. 19. Signor, fa che Sion sia ben guardato, Acciò che il muro di Gerusaleme Sicuramente sia edificato. 20. Allora accetterai le offerte insieme Con le vitelle, che sopra l'altare 71 Offeriratti quei, che molto teme Al tuo comandamento contrastare.

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E tutti li signori esalteranno

La tua potenza grande e la tua gloria,

E tutti i re ti magnificheranno; 17. Però che Dio in eterna memoria La santa Sion volle edificare;

E li sarà veduto in la sua gloria: 18. E perchè guarda all' umile parlare De' suoi eletti servi, e non disprezza Li preghi loro, nè 'l lor domandare.

19. Ma pur perchè la perfida durezza 70 D'alcuni ingrati il mio parlar non stima,

A lor non lo scriv' io, ma a chi lo
apprezza.

Un popolo miglior, che quel di prima,
Sarà creato: e questo degnamente
Lauderà Dio in basso ed anche in
cima.

20. Però che dal luogo alto ed eminente Il Signor nostro ha riguardato in terra,

E dal ciel sceso è fra l'umana gente, 21. Per liberare dall' eterna guerra

Quelli, ch' eran ligati, infermi e morti,

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Ed obbligati a quel che il mondo atterra;

22. Acciò che liberati e fatti forti,

Potessono lodare il nome santo

Nel regno degli eletti e suoi consorti :

23. Dove la gente e 'l popol tutto quanto Saranno insieme con li re pietosi ; E li gli serviran con dolce canto. 24. In questo mondo, come virtuosi,

Risponderan essi all' eterno Dio,
E poi saranno sempre gloriosi. 90
Ora ti prego, o dolce Signor mio,
Che tu ti degni di manifestarmi
L'estremo fin del breve viver
mio.

25. Deh non voler da terra rivocarmi Nel mezzo de' miei giorni: ma più

tosto

Aspetta il tempo e l'ora di salvarmi. Tu sai ben, ch' io di terra son composto,

E non, come tu sei, io sono eterno; Ma sono ad ogni male sottoposto.

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