Scienze ed arti e facoltadi umane, 230 235 240 245 250 255 O salve, o segno salutare, o prima 260 Luce della famosa età che sorge. Mira dinanzi a te come s'allegra La terra e il ciel, come sfavilla il guardo Qual de' barbati eroi fama già vola. 265 Cresci, cresci alla patria, o maschia certo Dalle foci del Tago all' Ellesponto 270 Gl' ispidi genitori, o prole infante, 275 XXXIII. IL TRAMONTO DELLA LUNA. Quale in notte solinga, Sovra campagne inargentate ed acque, Là 've zefiro aleggia, Infra l'onde tranquille E rami e siepi e collinette e ville; Dietro Apennino od Alpe, o del Tirreno 10 Nell' infinito seno Scende la luna; e si scolora il mondo; Spariscon l'ombre, ed una Oscurità la valle e il monte imbruna; E cantando, con mesta melodia, L'estremo albor della fuggente luce, Saluta il carrettier dalla sua via; 15 Tal si dilegua, e tale Lascia l'età mortale La giovinezza. In fuga Van l'ombre e le sembianze 20 Dei dilettosi inganni; e vengon meno 25 Le lontane speranze, Ove s'appoggia la mortal natura. Abbandonata, oscura Resta la vita. In lei porgendo il guardo, S'anco mezza la via Lor non si desse in pria Della terribil morte assai piú dura. D'intelletti immortali Degno trovato, estremo 45 Di tutti i mali, ritrovàr gli eterni La vecchiezza, ove fosse Incolume il desio, la speme estinta, Secche le fonti del piacer, le pene Maggiori sempre, e non piú dato il bene. Voi, collinette e piagge, Caduto lo splendor che all'occidente Inargentava della notte il velo, Orfane ancor gran tempo Non resterete; che dall' altra parte Tosto vedrete il cielo Imbiancar novamente, e sorger l'alba: Alla qual poscia seguitando il sole, E folgorando intorno Con sue fiamme possenti, Di lucidi torrenti Inonderà con voi gli eterei campi. Ma la vita mortal, poi che la bella D'altra luce giammai, né d'altra aurora. Che l'altre etadi oscura, Segno poser gli Dei la sepoltura. 50 55 60 65 |