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Florent. vol. 5, col. 733. il Barth Animadv. ad Stat. part. 2, p. 1081, e le cose disputate dai comentatori, e nominatamente dal Calmet, in proposito del demonio meridiano della Scrittura volgata Psal. 90, v. 6. Circa all'opinione che le ninfe e le dee sull' ora del mezzogiorno si scendessero a lavare ne' fiumi e ne' fonti, vedi Callimaco in lavacr. Pall. v. 71. seqq. e quanto propriamente a Diana, Ovidio Metam. 1. 3, v. 144 seqq.

Pag. 48, v. 47. Egressusque Cain a facie Domini, habitavit profugus in terra ad orientalem plagam Eden. Et aedificavit civitatem. Genes. c. 4, v. 16.

Pag. 51, v. 117. È quasi superfluo ricordare che la California è posta nell' ultimo termine occidentale di terra ferma. Si tiene che i Californi sieno, tra le nazioni conosciute, la più lontana della civiltà, e la più indocile alla medesima.

Pag. 105, v. 1. Plusieurs d'entre eux (parla di una delle nazioni erranti dell'Asia) passent la nuit assis sur une pierre à regarder la lune, et à improviser des paroles assez tristes sur des airs qui ne le sont pas moins. Il Barone di Meyendorff, Voyage d'Orenbourg à Boukhara, fait en 1820, appresso il giornale des Savants 1826. septembre p. 518.

Pag. 109, v. 132. Il signor Bothe, traducendo in bei versi tedeschi questo componimento, accusa gli ultimi versi della presente stanza di tautologia, cioè di ripetizione delle cose dette avanti. Segue il pastore: ancor io godo pochi piaceri (godo ancor poco); nè mi lagno di questo solo, cioè che il piacere mi manchi; mi lagno dei patimenti che provo, cioè della noia. Questo non era detto avanti. Poi, conchiudendo, riduce in termini brevi la quistione trattata in tutta la stanza; perchè gli animali non s' annoino, e l'uomo sì: la quale se fosse tautologia, tutte quelle conchiusioni, dove per evidenza si riepiloga il discorso, sarebbero tautologie.

Pag. 142, v. 34. Pelliccia in figura di serpente, detta dal tremendo rettile di questo nome, nota alle donne gentili de' tempi nostri. Ma come la cosa è uscita di moda, potrebbe anche il senso della parola andare fra poco in dimenticanza. Però non sarà superflua questa noterella.

Pag. 156, v. 51. Parole di un moderno, al quale è dovuta tutta la loro eleganza.

PARALIPOMENI

DELLA

BATRACOMIOMACHIA.

(1830-1837)

CANTO PRIMO.

1.

Poi che da' granchi a rintegrar venuti Delle ranocchie le fugate squadre,

Che non gli aveano ancor mai conosciuti,
Come volle colui ch' a tutti è padre,
Del topo vincitor furo abbattuti

Gli ordini, e volte in van l'opre leggiadre,
Sparse l'aste pel campo e le berrette
E le code topesche e le basette;

2.

Sanguinosi fuggian per ogni villa

I topi galoppando in su la sera,
Tal che veduto avresti anzi la squilla
Tutta farsi di lor la piaggia nera:
Quale spesso in parete, ove piú brilla
Del sol d'autunno la dorata sfera,
Vedi un nugol di mosche atro, importuno,
Il bel raggio del ciel velare a bruno.

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