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3.

Ma con la maraviglia ogni sospetto
Come una nebbia vi torrà di mente
Il legger, s'anco non avete letto,
Quel che i savi han trovato ultimamente,
Speculando col semplice intelletto
Sopra la sorte dell' umana gente,
Che d'Europa il civil presente stato
Debbe ancor primitivo esser chiamato.

4.

E che quei che selvaggi il volgo appella
Che nei più caldi e nei più freddi liti
Ignudi al sole, al vento, alla procella,
E sol di tetto natural forniti,

Contenti son da poi che la mammella
Lasciar, d' erbe e di vermi esser nutriti,
Temon l'aure e le frondi, e che disciolta
Dal sol non caggia la celeste volta;

5.

Non vita naturale e primitiva
Menan, come fin qui furon creduti,
Ma per corruzion sí difettiva,
Da una perfetta civiltà caduti,
Nella qual come in propria ed in nativa
I padri dei lor padri eran vissuti :
Perché stato sí reo, come il selvaggio
Estimar natural non è da saggio:

6.

Non potendo mai star che la natura, Che al ben degli animali è sempre intenta, E piú dell' uom che principal fattura Esser di quella par che si consenta Da tutti noi, sí povera e sí dura Vita ove pur pensando ei si sgomenta, Come propria e richiesta e conformata Abbia al genere uman determinata.

7.

Né manco sembra che possibil sia Che lo stato dell' uom vero e perfetto Sia posto in capo di sí lunga via Quanta a farsi civile appar costretto Il gener nostro a misurare in pria, U' son cent'anni un dí quanto all'effetto: Sí lento è il suo cammin per quelle strade Che il conducon dal bosco a civiltade.

8.

Perché ingiusto e crudel sarebbe stato, Né per modo nessun conveniente,

Che all' infelicità predestinato,

Non per suo vizio o colpa anzi innocente, Per ordin primo e natural suo fato Fosse un numero tal d'umana gente Quanta nascer convenne e che morisse Prima che a civiltà si pervenisse.

9.

Resta che il viver zotico e ferino
Corruzion si creda e non natura,
E che ingiuria facendo al suo destino
Caggia quivi il mortal da grande altura,
Dico dal civil grado, ove il divino
Senno avea di locarlo avuto cura:

Perché se al ciel non vogliam fare oltraggio,
Civile ei nasce, e poi divien selvaggio.

10.

Questa conclusion che ancor che bella
Parravvi alquanto inusitata e strana
Non d'altronde provien se non da quella
Forma di ragionar diritta e sana
Ch' a priori in iscola ancor s'appella,
Appo cui ciascun'altra oggi par vana,
La qual per certo alcun principio pone,
E tutto l'altro a quel piega e compone.

11.

Per certo si suppon che intenta sia
Natura sempre al ben degli animali,
E che gli ami di cor, come la pia
Chioccia fa del pulcin che ha sotto l'ali:
E vedendosi al tutto acerba e ria

La vita esser che al bosco hanno i mortali,
Per forza si conchiude in buon latino
Che la città fu pria del cittadino.

12.

Se libere le menti e preparate
Fossero a ciò che i fatti e la ragione
Sapessero insegnar, non inchinate

A questa piú che a quella opinione,
Se natura chiamar d' ogni pietate
E di qual s'è cortese affezione
Sapesser priva, e de' suoi figli antica
E capital carnefice e nemica ;

13.

O se piuttosto ad ogni fin rivolta, Che al nostro che diciamo o bene o male; E confessar che de' suoi fini è tolta La vista al riguardar nostro mortale, Anzi il saper se non da fini sciolta Sia veramente, e se ben v'abbia, e quale; Diremmo ancor con ciascun' altra etade Che il cittadin fu pria della cittade.

14.

Non è filosofia se non un' arte La qual di ciò che l'uomo è risoluto Di creder circa a qualsivoglia parte, Come meglio alla fin l'è conceduto, Le ragioni assegnando empie le carte O le orecchie talor per instituto, Con piú d'ingegno o men, giusta il potere Che il maestro o l'autor si trova avere.

15.

Quella filosofia dico che impera Nel secol nostro senza guerra alcuna, E che con guerra piú o men leggera Ebbe negli altri non minor fortuna, Fuor nel prossimo a questo, ove se intera La mia mente oso dir, portò ciascuna Facoltà nostra a quelle cime il passo Onde tosto inchinar l'è forza al basso.

16.

In quell' età, d'un' aspra guerra in onta, Altra filosofia regnar fu vista,

A cui dinanzi valorosa e pronta
L'età nostra arretrossi appena avvista
Di ció che piú le spiace e che piú monta,
Esser quella in sostanza amara e trista :
Non che i principii in lei né le premesse
Mostrar false da se ben ben sapesse.

17.

Ma false o vere, ma deformi o belle Esser queste si fosse o no mostrato, Le conseguenze lor non eran quelle Che l'uom d' aver per ferme ha decretato, E che per ferme avrà fin che le stelle D'orto in occaso andran pel cerchio usato : Perché tal fede in tali o veri o sogni Per sua quiete par che gli bisogni.

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