3. Ma con la maraviglia ogni sospetto 4. E che quei che selvaggi il volgo appella Contenti son da poi che la mammella 5. Non vita naturale e primitiva 6. Non potendo mai star che la natura, Che al ben degli animali è sempre intenta, E piú dell' uom che principal fattura Esser di quella par che si consenta Da tutti noi, sí povera e sí dura Vita ove pur pensando ei si sgomenta, Come propria e richiesta e conformata Abbia al genere uman determinata. 7. Né manco sembra che possibil sia Che lo stato dell' uom vero e perfetto Sia posto in capo di sí lunga via Quanta a farsi civile appar costretto Il gener nostro a misurare in pria, U' son cent'anni un dí quanto all'effetto: Sí lento è il suo cammin per quelle strade Che il conducon dal bosco a civiltade. 8. Perché ingiusto e crudel sarebbe stato, Né per modo nessun conveniente, Che all' infelicità predestinato, Non per suo vizio o colpa anzi innocente, Per ordin primo e natural suo fato Fosse un numero tal d'umana gente Quanta nascer convenne e che morisse Prima che a civiltà si pervenisse. 9. Resta che il viver zotico e ferino Perché se al ciel non vogliam fare oltraggio, 10. Questa conclusion che ancor che bella 11. Per certo si suppon che intenta sia La vita esser che al bosco hanno i mortali, 12. Se libere le menti e preparate A questa piú che a quella opinione, 13. O se piuttosto ad ogni fin rivolta, Che al nostro che diciamo o bene o male; E confessar che de' suoi fini è tolta La vista al riguardar nostro mortale, Anzi il saper se non da fini sciolta Sia veramente, e se ben v'abbia, e quale; Diremmo ancor con ciascun' altra etade Che il cittadin fu pria della cittade. 14. Non è filosofia se non un' arte La qual di ciò che l'uomo è risoluto Di creder circa a qualsivoglia parte, Come meglio alla fin l'è conceduto, Le ragioni assegnando empie le carte O le orecchie talor per instituto, Con piú d'ingegno o men, giusta il potere Che il maestro o l'autor si trova avere. 15. Quella filosofia dico che impera Nel secol nostro senza guerra alcuna, E che con guerra piú o men leggera Ebbe negli altri non minor fortuna, Fuor nel prossimo a questo, ove se intera La mia mente oso dir, portò ciascuna Facoltà nostra a quelle cime il passo Onde tosto inchinar l'è forza al basso. 16. In quell' età, d'un' aspra guerra in onta, Altra filosofia regnar fu vista, A cui dinanzi valorosa e pronta 17. Ma false o vere, ma deformi o belle Esser queste si fosse o no mostrato, Le conseguenze lor non eran quelle Che l'uom d' aver per ferme ha decretato, E che per ferme avrà fin che le stelle D'orto in occaso andran pel cerchio usato : Perché tal fede in tali o veri o sogni Per sua quiete par che gli bisogni. |