Sayfadaki görseller
PDF
ePub

in tratto. Ma non perciò poterono i due celesti, porgendo gli orecchi, e distendendo la vista per ogn' intorno, udire una voce né scoprire un'ombra d'uomo vivo. Andarono, parte camminando parte volando, per ispazio di molte miglia; passando monti e fiumi ; e trovando da per tutto i medesimi segni e la medesima solitudine. Come sono ora deserti questi paesi, diceva Momo a Prometeo, che mostrano pure evidentemente di essere stati abitati? Prometeo ricordava le inondazioni del mare, i tremuoti, i temporali, le piogge strabocchevoli, che sapeva essere ordinarie nelle regioni calde: e veramente in quel medesimo tempo udivano, da tutte le boscaglie vicine, i rami degli alberi che, agitati dall'aria, stillavano continuamente acqua. Se non che Momo non sapeva comprendere come potesse quella parte essere sottoposta alle inondazioni del mare, cosí lontano di là, che non appariva da alcun lato; e meno intendeva per qual destino i tremuoti, i temporali e le piogge avessero avuto a disfare tutti gli uomini del paese, perdonando agli sciaguari, alle scimmie, a' formichieri, a' cerigoni, alle aquile, a' pappagalli, e a cento altre qualità di animali terrestri e volatili, che andavano per quei dintorni. In fine, scendendo a una valle immensa, scoprirono, come a dire, un piccolo mucchio di case o capanne di legno, coperte di foglie di palma, e circondata ognuna da un chiuso a maniera di steccato: dinanzi a una delle quali stavano molte persone, parte in piedi, parte sedute, dintorno a un vaso di terra posto a un gran fuoco. Si accostarono i due celesti, presa forma umana ; e

Prometeo, salutati tutti cortesemente, volgendosi a uno che accennava di essere il principale, interrogollo che si fa?

SELVAGGIO. Si mangia, come vedi.

PROMETEO. Che buone vivande avete?
SEL. Questo poco di carne.

PRO. Carne domestica o salvatica ?

SEL. Domestica, anzi del mio figliuolo.

PRO. Hai tu per figliuolo un vitello, come ebbe Pasifae?

SEL. Non un vitello ma un uomo, come ebbero tutti gli altri.

PRO. Dici tu da senno? mangi tu la tua carne propria?

SEL. La mia propria no, ma ben quella di costui che per questo solo uso io l'ho messo al mondo, e preso cura di nutrirlo.

:

PRO. Per uso di mangiartelo?

SEL. Che maraviglia? E la madre ancora, che già non debbe esser buona da fare altri figliuoli, penso di mangiarla presto.

MOмo. Come si mangia la gallina dopo mangiate le uova.

SEL. E l'altre donne che io tengo, come sieno fatte inutili a partorire, le mangerò similmente. E questi miei schiavi che vedete, forse che li terrei vivi, se non fosse per avere di quando in quando de' loro figliuoli, e mangiarli? Ma invecchiati che saranno, io me li mangerò anche loro a uno a uno se io campo.

PRO. Dimmi cotesti schiavi sono della tua nazione medesima, o di qualche altra ?

in tratto. Ma non perciò poterono i due celesti, porgendo gli orecchi, e distendendo la vista per ogn' intorno, udire una voce né scoprire un'ombra d'uomo vivo. Andarono, parte camminando parte volando, per ispazio di molte miglia; passando monti e fiumi; e trovando da per tutto i medesimi segni e la medesima solitudine. Come sono ora deserti questi paesi, diceva Momo a Prometeo, che mostrano pure evidentemente di essere stati abitati? Prometeo ricordava le inondazioni del mare, i tremuoti, i tempo-: rali, le piogge strabocchevoli, che sapeva essere ordinarie nelle regioni calde: e veramente in quel medesimo tempo udivano, da tutte le boscaglie vicine, i rami degli alberi che, agitati dall'aria, stillavano continuamente acqua. Se non che Momo non sapeva comprendere come potesse quella parte essere sottoposta alle inondazioni del mare, cosí lontano di là, che non appariva da alcun lato; e meno intendeva per qual destino i tremuoti, i temporali e le piogge avessero avuto a disfare tutti gli uomini del paese, perdo-. nando agli sciaguari, alle scimmie, a' formichieri, a' cerigoni, alle aquile, a' pappagalli, e a cento altre qualità di animali terrestri e volatili, che andavano per quei dintorni. In fine, scendendo a una valle immensa, scoprirono, come a dire, un piccolo. mucchio di case o capanne di legno, coperte di foglie di palma, e circondata ognuna da un chiuso a maniera di steccato: dinanzi a una delle quali stavano molte persone, parte in piedi, parte sedute, dintorno a un vaso di terra posto a un gran fuoco. Si accostarono i due celesti, presa forma umana; e

Prometeo, salutati tutti cortesemente, volgendosi a uno che accennava di essere il principale, interrogollo che si fa?

SELVAGGIO. Si mangia, come vedi.

PROMETEO. Che buone vivande avete?
SEL. Questo poco di carne.

PRO. Carne domestica o salvatica ?

SEL. Domestica, anzi del mio figliuolo.

PRO. Hai tu per figliuolo un vitello, come ebbe Pasifae ?

SEL. Non un vitello ma un uomo, come ebbero tutti gli altri.

PRO. Dici tu da senno? mangi tu la tua carne propria?

SEL. La mia propria no, ma ben quella di costui che per questo solo uso io l'ho messo al mondo, e preso cura di nutrirlo.

PRO. Per uso di mangiartelo?

SEL. Che maraviglia? E la madre ancora, che già non debbe esser buona da fare altri figliuoli, penso di mangiarla presto.

MOмo. Come si mangia la gallina dopo mangiate le uova.

SEL. E l'altre donne che io tengo, come sieno fatte inutili a partorire, le mangerò similmente. E questi miei schiavi che vedete, forse che li terrei vivi, se non fosse per avere di quando in quando de' loro figliuoli, e mangiarli? Ma invecchiati che saranno, io me li mangerò anche loro a uno a uno se io campo.

PRO. Dimmi: cotesti schiavi sono della tua nazione medesima, o di qualche altra ?

SEL. D' un' altra.

PRO. Molto lontana di qua?

SEL. Lontanissima: tanto che tra le loro case e le nostre, ci correva un rigagnolo.

E additando un collicello, soggiunse: ecco là il sito dov'ella era; ma i nostri l'hanno distrutta. In questo parve a Prometeo che non so quanti di coloro lo stessero mirando con una cotal guardatura amorevole, come è quella che fa il gatto al topo: sicché, per non essere mangiato dalle sue proprie fatture, si levò subito a volo; e seco similmente Momo: e fu tanto il timore che ebbero l'uno e l'altro, che nel partirsi, corruppero i cibi dei barbari con quella sorta d'immondizia che le arpie sgorgarono per invidia sulle mense troiane. Ma coloro, piú famelici e meno schivi de' compagni di Enea, seguitarono il loro pasto; e Prometeo, malissimo soddisfatto del mondo nuovo, si volse incontanente al piú vecchio, voglio dire all'Asia: e trascorso quasi in un subito l'intervallo che è tra le nuove e le antiche Indie, scesero ambedue presso ad Agra in un campo pieno d'infinito popolo, adunato intorno a una fossa colma di legne: sull'orlo della quale, da un lato, si vedevano alcuni con torchi accesi, in procinto di porle il fuoco; e da altro lato, sopra un palco, una donna giovane, coperta di vesti suntuosissime, e di ogni qualità di ornamenti barbarici, la quale danzando e vociferando, faceva segno di grandissima allegrezza. Prometeo vedendo questo, immaginava seco stesso una nuova Lucrezia. o nuova Virginia, o qualche emulatrice delle figliuole

Eretteo, delle Ifigenie, de' Codri, de' Menecei, dei

« ÖncekiDevam »