Laudato sia mio Signore per suor aqua,
La quale è molto utile et humile et preciosa et casta. Laudato sia mio Signore per frate fuocho,
Per lo quale tu allumini la nocte,
Et ello è bello e iocundo e robustissimo et forte.
Laudato sia mio Signore per nostra madre terra, La quale no sostenta et gouerna,
Et produce diversi frutti
Et coloriti fiori et herba.
Laudato sia mio Signore per quelli che perdonano, Per lo tuo amore, e sostengano infirmitate et tribulatione. Beati quelli che sostegnarano in pace,
Che da te Altissimo seranno incoronati.
Laudato sia mio Signore per suor nostra morte corporale, De la quale nullo homo vivente può scampare.
Guai a quello che more in peccato mortale!
Beati quelli che se trouano nele tue sanctissime voluntade, Che la morte secunda no li pora far male.
Laudate et benedicte mio Signore et regratiate, Et servite a lui con grande humilitade!
PIER DELLE VIGNE.
Segretario e ministro di Federigo II. † 1249. STANZE.
Amore in cui i' vivo ed ho fidanza, Di voi, bella, m' ha dato guiderdone: Guardomi infin che venga la speranza, Pure aspettando buon tempo e stagione; Com' uom ch' è in mare, ed ha speme di gire, Quando vede lo tempo ed ello spanna 1, E giammai la speranza non lo 'nganna: Così farà, Madonna, il mio venire.
Oh potess' io venire a vo' amorosa, Come 'I ladrone ascoso, e non paresse! Ben mi terria in gioia avventurosa, Se amor tanto di bene mi facesse. I' ben parlante, donna, con voi fora, E direi come v' amai dolcemente Più che Piramo Tisbe, e lungamente I'v' ameraggio, in sin ch' i' vivo ancora.
'scioglier le vele per mettersi a navigare.
Vostro amore mi tiene in tal disire E donami speranza e sì gran gioi', Che non curo, sia doglia, o sia martire, Membrando l'ora, ch' io vegno da voi. Che s' io troppo dimoro, aulente 1 cera, Sarà ch' io pera, e voi mi perderete. Adunque, bella, se ben mi volete, Guardate ch' io non mora in vostra spera. In vostra spera vivo, Donna mia, E lo mio core adesso voi rimando; Già l'ora tarda mi pare che sia: E fino amore al vostro cor dimando. I' guardo tempo che mi sia piacente, E spando le mie vele in ver voi, rosa, E prendo porto là, u' si riposa Lo mio core allo vostro insignamente.
Mia canzonetta, porta i tui compianti A quella che in balia ha lo mio core: Tu le mie pene contale davanti,
E dille, com' io moro per su' amore. E mandami per suo messaggio a dire, Com' io conforti l' amor che le porto. E s' io ver lei feci alcuno torto, Donimi penitenza al suo volere.
FEDERIGO II IMPERATORE, RE DI SICILIA.
Ch' eo deggia trovare Farò onne mia possanza Ch' eo vegna a compimento. Dato aggio lo meo core In voi, Madonna, amare, E tutta mia speranza In vostro piacimento. E non mi partiraggio Da voi, Donna valente, Ch' eo v' amo dolcemente:
E piace a voi ch' io aggia intendimento.
Valimento mi date, donna fina,
Che lo mio core adesso a voi s'inchina.
S' io inchino, ragion aggio, Di si amoroso bene,
Chè spero, e vo sperando Che ancora deggio avere Allegro meo coraggio E tutta la mia spene. Fui dato in voi amando, Ed in vostro volere. E vejo li sembianti
Di voi chiarita spera,
Che aspetto gioia intera.
.Ed ho fidanza che lo meo servere
Aggia a piacere a voi, che siete fiore Sor l'altre Donne, e avete più valore. Valor sor l' altre avete,
E tutta canoscenza: Null' uomo non poria Vostro pregio contare, Di tanto bella siete! Secondo mia credenza Non è Donna che sia Alta, sì bella, e pare: Nè ch' aggia insegnamento Di voi, Donna sovrana. La vostra cera umana
Mi dà conforto, e facemi allegrare: Allegrare mi posso, donna mia: Più conto mi ne tegno tuttavia.
Amor mi fa sovente
Lo meo core pensare. Dammi pene e sospiri, E son forte temente Per lungo addimorare. Ciò che poria avveniri. Non ch' aggia dubitanza Che la dolce speranza
In ver di me fallanza ne facesse;
Ma mi tene in dottanza 1 La lunga dimoranza,
E ciò che addivenire mi potesse. Però n' aggio paura, E penso tutta via
Allo suo gran valore; Se troppo è mia dimora Eo viver non poria. Così mi stringe Amore, Ed hammi così priso, E in tal guisa conquiso,
Che in altra parte non ho pensamento. Ma tuttora m' avviso
Di veder lo bel viso,
E tegnomelo in gran consolamento. Conforto e non ho bene;
Tant' è lo meo penare Ch' io gio' non posso avire. Speranza mi mantene E fammi confortare, Che spero tosto gire
Là ov' è la più avvenente,
L' amorosa piacente,
Quella che m' ave e tene in sua balia. Non falserò neente
Per altra al meo vivente,
Ch' io la terrò per donna in vita mia.
Ancora ch' io dimore
Lungo tempo, e non via
La sua chiarita spera E lo suo gran valore, Ispesso mi verria
Ch' i' penso ogni manera Che lei deggia piacere. E sono al suo volere
Istato, e serò senza fallanza. Ben vo' fare a savere
E amare e non vedere,
Si mette fin' Amore in oblianza.
Va, Canzonetta mia
E saluta Messere;
Dilli lo mal ch' i' aggio.
Quella che m' ha in balia, Si distretto mi tene
Ch' eo viver non poraggio.
Salutami Toscana, Quella ched è sovrana,
In cui regna tutta cortesia; E vanne in Puglia piana, La magna Capitana,
Là dove è lo mio core notte e dia.
Al cor gentil ripara sempre Amore, Siccome augello in selva alla verdura. Nè fe' Amore anti che gentil core, Nè gentil core, anti che Amor, Natura. Che adesso com' fu' il Sole,
Si tosto fue lo splendor lucente, Nè fu davanti al Sole.
E prende Amore in gentilezza loco Così propiamente
Come il calore in chiarità di foco. Foco d'Amore in gentil cor s'apprende 1, Come virtute in pietra preziosa;
Che dalla stella valor non discende, Anzi che 'l Sol la faccia gentil cosa. Poi che n' ha tratto fuore
Per sua forza lo Sol ciò che li è vile, La stella i dà valore:
Così lo cor, ch'è fatto da natura Schietto, puro, e gentile,
Donna, a guisa di stella, lo innamora. Amor per tal ragion sta in cor gentile, Per qual lo foco in cima del doppiero. Splende allo suo diletto chiar, sottile; Non li staria altrimenti; tant'è fero. Così prava natura
Rincontra Amor, come fa l'acqua il foco Caldo per la freddura.
Amore in gentil cor prende rivera 2
Per suo consimil loco,
Com' diamante del ferro in la miniera.
s' appiglia, s' attacca. - stanza, magione.
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