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Carta de Pedro Fernandes Monteiro,
Ministro da Junta das Missões,
ao Cardeal Ursino, Protector de Portugal

1661—Julho 21

Eminentissimo e Reverendissimo Signore. Per mano di Cristofaro Fernando Rocca ho ricevuto la lettera che Vostra Eminenza mi ha fatto mercede scrivermi in datta de' 17 Gennaro, et in essa ho veduto la grandezza e benevolenza, con la quale Vostra Eminenza è solita onorarmi, poiche ha voluto pigliare a suo carico chiarire col signor Cardinal Datario la calunnie, che avevano imposte a mio figlio, essendo questa una mercede, che la conservarò sempre per singolare, poiche ridonda tanto nel credito e riputazione, ne io poteva dubitare, che mi mancasse il patrocinio suo, quando l'esperienza mi mostra, quanto Vostra Eminenza prema di onorare i suoi servitori, facendomi mercede darmi luogo tra essi, di che io molto mi pregio. Mi parla Vostra Eminenza nelle materie del Regno, giudicando per poco politici i mezzi di non continuarsi la comunicazione con cotesta Corte, e perche la materia è tanto grave, e tengo io di essa le più intima notizie, che tengano molti di quelli, che assistono nel Conseglio, e sò anche quanto Vostra Eminenza desidera il bene, et augumento del Regno, dirò tutto quello che sopra questo particolare mi si offerisce. Attribuisce Vostra Eminenza la risolutione di questo mezzo a Francesco di Souza Coutinho: non niego, che lui fu di questa opinione, così in cotesta, come in questa Corte, però non fu lui quel che lo imprimè, e per mostrarlo a Vostra Eminenza, sarà necessario ricorrere a suoi principj, il che farò con la brevità possibile, per non essere molesto. È palese al mondo, quanto Sua Maestà che sia in cielo procurò che Sua Santità provedesse a questo Regno, senza lasciare d'intentare per conseguirlo tutti i mezzi possibili. Mandò subito che fu acclamato i suoi ambasciatori a Roma e potendo con ragione dolersi della poca dimostrazione, che si fece nel brutto attentato fatto da ministri castigliani contro il Vescovo di Lamego e Niccolò Montero, permesse nondimeno Sua Maestà, che li tre Stati del Regno mandassero nuovamente il Dottor Emanuel Alvarez Cariglio, et

arrivando la nuova dell' elezione del Papa Nostro Signore con la fama delle sue eroiche virtù, persuasa Sua Maestà, che non lasciarebbe Sua Santità di accudire ad instanza tanto giustificata per diritto, per ragione, e per la lunghezza del tempo (poiche erano già passati molti anni dopo l'acclamazione con tanta unione de popoli, molti e gloriosi successi contro l'armi castigliane) mandò Francesco de Sousa, col quale succedè quello che a Vostra Eminenza è noto, sopra tutto per non mancare a mezzo alcuno, consegui Sua Maestà che accettasse Vostra Eminenza il patrocinare i negozj del Regno, con che tutti assicuravano il buon successo. Fece Vostra Eminenza quello, ch'è palese, e che io ho saputo minutamente, ma nel fine di tante varie dilazioni per non ultimar mai cosa alcuna, vennero a pigliare per motivo la pace generale, e per confermazione dell'animo, che hanno sempre tenuto, mandano nella China, e nell'Indie vescovi stranieri, essendo tanto manifesto il diritto, che i Signori Re di questo Regno tengono per presentarli, e come l'hanno sempre usato.

Tutto questo, che io ho referito, è notorio a tutti, è molto più a Vostra Eminenza; et essendo così, permettami l'Eminenza Vostra di dire, che io intendeva, che si poteva biasimare in Roma la molta pazienza del Portogallo, e di non essere uscita con le dimostrazioni, che poteva, e puol (sic) fare, poiche avendo esperimentato non valergli i mezzi ordinarj per il ricorso domandato col maggiore affetto, al quale possa arrivare la pietà cristiana, si pigliano da essa motivi per nuovi aggravi. Pareva che dovesse solamente recar meraviglia non aver usato di altri mezzi molto differenti. Quali questi siano, si saprà, si saprà (sic) meglio in cotesta Corte di quello che io li potessi scrivere, però affinche Vostra Eminenza ne tenga intiera notizia di quello ancora, che qui si è pensato, e che non aver usato di questi mezzi, procedè solo dalla molta pietà del Re nostro Signore, che sia in cielo, dirò a Vostra Eminenza quello, che io ho saputo con maggior particolarità, che molti altri.

Da varie Università della Cristianità sono stati mandati al Serenissimo Re morto pareri autorizzati da persone dottissime, e da molti Prelati Vescovi, e Arcivescovi, con i quali l'assicuravano di aver sodisfatto col Papa Nostro Signore all'obligo di Principe Cristiano, e che poiche Sua Santità non lo sodisfaceva, poteva, e doveva nominare Vescovi, e che questi si potevano consagrare nel Regno, e che nella medesima forma si dovevano provedere le Parrochiali e Benefici, e questi pareri sono stati visti nel Regno da persone di molta religione, e lettere, e tutti gli avevano

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approvati ne termini, supposti. Alcuni dicevano, che Sua Maestà doveva scrivere a Sua Santità una lettera, nella quale in nome suo, e del Regno se gli dicesse quanto siegue. Beatissimo Padre: La Fede c'insegna, che Cristo Nostro Signore lasciò nella terra un solo Pastore universale, che in suo nome governasse la sua Chiesa, e che a questo solo dovevano ricorrere i Fedeli, e lui gli daria il pasco spirituale senza eccezione di persone. La medesima Fede c'insegna, che Vostra Santità è questo Vicario, e Pastore universale della Chiesa. Io et i miei vassalli per la bontà, e misericordia di Dio, siamo cristiani, e riconoscemo Gesù Cristo per vero Dio, e Salvator nostro, e professiamo la sua Santa Legge, et in mio nome, e de miei vassalli ricorro a Vostra Santità solamente in quello che tocca allo spirituale, come Vicario di Cristo, e Pastore delle sue peccore. Vostra Santità non mi provede, mi dica a chi devo ricorrere; e che questa lettera se gli desse, e non facendo cos' alcuna per essa, s'usassero poi i mezzi, che non è necessario ripetere. Tutto questo, come ho detto, lasciò d'esecutare il Serenissimo Rè per sua gran pietà, e non perche s'intromettesse nella materia alcun Tribunale, che di questo ha preteso servizio, e merito con Sua Santità, ma ancora sono obbligato a dire a Vostra Eminenza, che nel tempo, che Dio lo tirò a se stava con differente opinione, e ben credo, che se fosse vissuto, e gli fosse stata fatta la nomina de Vescovi, che ora dicono, che sia stata fatta per l'Indie e China, aveva da prorompere con qualche gran dimostrazione. Nello stato presente nessuna cosa posso assicurare, perche ancorche non è minore la pietà del Re nostro Signore, e della Regina nostra Signora, considerando però lo stato del Regno, pare che la medesima pietà, e religione obbligano a buscar mezzo, e rimedio efficace, perche si trova Portogallo, e sue conquiste con un solo Vescovo de anello, e questo con più di 70 anni di età. Ben si vede, come staranno le Chiese, e come le conquiste già tanti anni senza Prelati, come disperse le peccorelle tamquam oves non habentes Pastorem. La dissolutione ne' medesimi ecclesiastici è grande, e senza nessun rimedio, perche i Capitoli, che potrebbero darlo vivono con l'istessa dissolutione nella vita, e costumi, e tra i capitolari vi sono perpetue discordie, parzialità, e odii mortali, che vengono a terminare sin' in ammazzamenti. I popoli in alcune Provincie stanno senza dottrina, e ben si può ripetere per essi il detto del Profeta-Parvuli petierunt panem, et non erat qui frangeret eis. A Sua Santità toccava in primo luogo il rimedio di questo disordine, e mentre non provede alla necessità, che viene ad essere estrema, pare che di quà se gli debba dar il

rimedio, e che tiene un Principe Cristiano obbligo di farlo. Il comandare Sua Maestà per editto, che nessuno de' suoi vassalli possa uscire dal Regno senza passaporto procedè dalla libertà, con la quale gran numero di Portoghesi passavano in Castiglia a pigliare gli ordini, et essendo molti di essi soldati processati, e senza purità di sangue, gli davano in Castiglia ordini, senza portar dimissorie de loro Capitoli. Altri passano a cotesta Corte, e fanno quello che Vostra Eminenza in questa sua mi scrive, et in alcune altre mi ha scritto, e la medesima querela vi è di molti Religiosi che vanno a Roma, come Vostra Eminenza sa meglio di me. Adesso domandavano i Religiosi della Compagnia di Gesù licenza per andare alla lor Congregazione Generale, e perche vi era giuste cause per non andare alcuni degli eletti, Sua Maestà gli dava licenza perche fossero eletti altri in 2.o luogo perche sapeva che solo andariano a trattar negozj della loro Religione; però li medesimi Padri instavano che supposto che non avevano libertà di andar tutti, non se gli concedesse la licenza a nessuno, e così non se gli è concessa, e non vanno; e per concludere in questa materia nelle proposte di Francesco Sousa, e nel resto che tocca a questa Corte, sin al presente non si è pigliata qui risoluzione alcuna, perche le occupazioni della guerra, e gli altri gravi negozj, che sono sopravenuti, non hanno dato luogo a questo, e può essere anco, che per non venire all'ultima rezoluzione, si sia differito questo punto. Oggi conlla nuova de Vescovi stranieri per l'Indie e China, non sò che rizoluzione si pigliarà. In quel che tocca a Vostra Eminenza conosce Sua Maestà bene, e tutti i ministri suoi quanto importi al Portogallo il patrocinio di Vostra Eminenza, nè ci è stato, nè potrà essere in questo alterazione alcuna, come anco non si ripara nelle pensioni tanto giustamente dovute a Vostra Eminenza, nè ci è stato ordine in contrario sin adesso, il che io posso affermarlo come Deputato de' tre Stati del Regno; e può Vostra Eminenza star certa, che così in questo particolare, come in tutti gli altri ho fatto l'offizio di fedele, e vero servitore di Vostra Eminenza ma come per ora le cose stanno sospese con cotesta Corte di Roma, è causa, per la quale Sua Maestà sospende ancora il ricorso a Vostra Eminenza, ed io non posso avanzare in questa parte tutto quel che desidero nel servizio dell' Eminenza Vostra, se bene persevero, e perseverarò sempre in fare tutti i buoni offizj, che Vostra Eminenza possa sperare da suoi più osssequiosi servitori, perche mi conosco per più obbligato a Vostra Eminenza, alla quale domando perdono di essere stato tanto lungo in questa, stando sem

pre con desiderio di avere occasioni d'impiegarmi per il gusto e servizio di Vostra Eminenza. Dio guardi Vostra Eminenza. Lisbona 21 Luglio 1661.

Per due vie avevo scritto a Vostra Eminenza, e perche i mori hanno pigliato i vascelli, sono a farlo di nuovo, rispondendo a quelle, che Vostra Eminenza mi ba fatto mercede di scrivermi.

Il più obbligato servitore di Vostra Eminenza (sic).1

Carta de Pedro Fernandes Monteiro,
Ministro da Junta das Missões,
ao Cardeal Ursino, Protector de Portugal

1662-Fevereiro 4

Dopo di avere scritto altre lettere, sono arrivati undici Missionarj con lettere di Vostra Eminenza per passare in Angola, e perche questa materia stava tanto alterata per la nominazione de' Vescovi della China et Indie, come scrissi a Vostra Eminenza, gli fu prolongata la risposta, di maniera che ancora in questa settimana mi sono stati rimessi loro memoriali, ai quali risposi favorevolmente, che i medesimi Religiosi lo diranno; ad ogni modo mi pare, che non gli sarà di servizio per la rizolutione, che s'è presa ne' Tribunali; e per aver questa credenza, i medesimi Cappuccini ritornaranno a questa Curia; e pare che sarà il più accertato non venirne altri, sin che Sua Santità non deferisca alle cose del Regno, perche non saranno ammessi, et andando in qualsivoglia delle conquiste, troveranno gl'istessi ordini. Se i Signori Cardinali della Congregazione de Propaganda consideraranno le ragioni che Portogallo ha, trovaranno in esse la giustificazione di questo procedimento, perche dicono i ministri, che nel Regno non mancano Religiosi, che vanno, e possono andare a tutte le sue conquiste a trattare della salvazione dell'anime, solamente gli mancano Pastori, che governino tanto questi Religiosi, quanto questi secolari, e che di qui si originano tutti i mali.

Dei (sic) esempi sono successi ultimamente, che bastano per prova di questa verità. Sia il primo quello, che succede nel Maragnone, mentre

1 Copia, na BIBLIOTH. D'AJUDA, Sym. Lus., tomo 10, fol. 150 v.

TOMO XIV.

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